{"id":44820,"date":"2015-12-28T09:27:37","date_gmt":"2015-12-28T07:27:37","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=44820"},"modified":"2018-07-20T16:45:33","modified_gmt":"2018-07-20T14:45:33","slug":"giornata-della-pace-vincere-lindifferenza-e-possibile-e-cambia-le-cose","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/giornata-della-pace-vincere-lindifferenza-e-possibile-e-cambia-le-cose\/","title":{"rendered":"GIORNATA DELLA PACE. Vincere l’indifferenza \u00e8 possibile. E cambia le cose"},"content":{"rendered":"

\"siria-guerra\"<\/a>Il vero male \u00e8 l\u2019indifferenza\u201d ripeteva instancabile Madre Teresa in tutti i suoi incontri pubblici. Quasi a sottolineare che, se il male \u00e8 una presenza con la quale l\u2019umanit\u00e0 \u00e8 chiamata a confliggere, di fatto \u00e8 l\u2019indifferenza della maggioranza a permettere al male stesso di sedimentarsi, di diffondersi e di crescere. In questo senso la \u201cglobalizzazione dell\u2019indifferenza\u201d – come Papa Francesco ha stigmatizzato il fenomeno esteso che caratterizza ancora di pi\u00f9 il nostro tempo – rappresenta essa stessa un male che va contrastato con tutte le forze in campo, se vogliamo \u201cconquistare la pace\u201d. Due termini antitetici, indifferenza e pace, per non restare vittime dell\u2019ambiguit\u00e0 secondo la quale l\u2019inerzia delle mani conserte, l\u2019ignavia, l\u2019inoperosit\u00e0, l\u2019omissione o il disimpegno non si rendono complici della violenza, dell\u2019ingiustizia e della sofferenza.<\/p>\n

Ed \u00e8 particolarmente interessante che il Papa punti l\u2019attenzione su questo sentimento globale non soltanto nei confronti della guerra e del terrorismo, ma anche di \u201csituazioni di ingiustizia e grave squilibrio sociale, le quali, a loro volta, possono condurre a conflitti o, in ogni caso, generare un clima di insoddisfazione che rischia di sfociare, presto o tardi, in violenze e insicurezza\u201d. Sembra un\u2019eco profonda della definizione di pace che gi\u00e0 la Gaudium et spes<\/em>, esplicitamente richiamata anche nel Messaggio, proponeva al n. 78: \u201cLa pace non \u00e8 la semplice assenza della guerra, n\u00e9 pu\u00f2 ridursi unicamente a rendere stabile l\u2019equilibrio delle forze avverse; essa non \u00e8 effetto di una dispotica dominazione, ma viene con tutta esattezza definita opera della giustizia\u201d.<\/p>\n

Molto spesso l\u2019indifferenza – ancorch\u00e9 generata dall\u2019ipertrofia di un certo tipo di informazioni da cui siamo quotidianamente raggiunti e sommersi – \u00e8 anche il frutto della falsa considerazione secondo la quale ci si trova di fronte a problemi talmente grandi e guidati da poteri tanto forti da sentirsi, a livello individuale, totalmente impotenti e incapaci di apportare alcun contributo alla soluzione. \u00c8 invece proprio questa mentalit\u00e0, questo atteggiamento che siamo chiamati a contrastare in maniera determinante.<\/p>\n

Era il 1994 quando giunse in Italia Jodie Williams, attivista statunitense che aveva dato origine a una campagna per la messa al bando delle mine antiuomo. Aveva gi\u00e0 incontrato rappresentanti di organizzazioni sociali e di movimenti per la pace in altre nazioni, ma volgeva particolarmente la sua attenzione all\u2019Italia perch\u00e9, purtroppo, tre aziende attive all\u2019epoca nel nostro Paese costruivano ed esportavano mine di ultima generazione che mietevano vittime soprattutto nei Paesi pi\u00f9 poveri del pianeta. Ricordo che al suo appello rispondemmo solo in quattro rappresentanti tra organizzazioni di cooperazione internazionale e movimenti di base. C\u2019era chi considerava che non servisse a molto puntare l\u2019indice contro un certo tipo di arma, ma che si dovesse contestare l\u2019intero sistema della guerra e la produzione di materiale bellico. Non mancava chi ci faceva notare che la produzione di quegli ordigni di morte garantiva occupazione e lavoro, oppure coloro che – realisticamente – non vedevano la classe politica abbastanza attenta e vigile da inserire nell\u2019agenda del dibattito un tema non \u201cnotiziabile\u201d e impopolare.<\/p>\n

Ostinatamente attivammo una campagna che di l\u00ec a tre anni (1997) condusse a una legge italiana che definitivamente metteva al bando la produzione, il commercio e l\u2019uso delle mine, e convertiva al civile le aziende senza un solo licenziamento. A livello internazionale, in quello stesso anno si giunse al Trattato di Ottawa che stabiliva una moratoria, e al premio Nobel per la pace.<\/p>\n

Le stesse considerazioni si potrebbero fare per la campagna per la cancellazione del debito dei Paesi del Sud del mondo, o per quella contro la privatizzazione dell\u2019acqua. Gli esempi non mancano. Se il torpore delle coscienze dell\u2019indifferenza globale viene vinto dalla volont\u00e0 della solidariet\u00e0, e della solidariet\u00e0 internazionale, prendiamo consapevolezza di poter concorrere a costruire un mondo migliore secondo il sogno del Dio della pace.<\/p>\n

N\u00e9 va dimenticato che nel nostro Paese l\u2019indifferenza troppo spesso ha assunto i connotati dell\u2019omert\u00e0 e della \u201czona grigia\u201d che ha favorito e fatto crescere il predominio delle mafie e dell\u2019illegalit\u00e0. Anche in questo caso, chi ha saputo vincere l\u2019indifferenza ha proposto leggi pi\u00f9 efficaci, ha dato inizio a percorsi di educazione alla legalit\u00e0 democratica, si \u00e8 fatto prossimo ai familiari delle vittime, ha sostenuto chi denunciava gli estorsori perch\u00e9 malaffare e corruzione non ricevessero alcuna copertura, contiguit\u00e0 e complicit\u00e0. Anche grazie a quelle scelte la cultura della legalit\u00e0 \u00e8 cresciuta in Italia e in altre aree del mondo.<\/p>\n

Il Messaggio per la Giornata mondiale della pace indica obiettivi, prassi e strumenti che sono praticabili e perseguibili perch\u00e9 essenziali per la pacifica convivenza in senso pi\u00f9 profondo e pi\u00f9 pieno della semplice assenza di guerra. Si tratta ad esempio dell\u2019impegno per garantire a tutti lavoro, terra e tetto, l\u2019accesso ai farmaci e al diritto alle cure necessarie, condizioni umane per i detenuti, un\u2019accoglienza dignitosa ai migranti\u2026 Una pace che richiede \u201cartigiani\u201d creativamente capaci, appassionati e determinati a cooperare al progetto del Dio della pace per l\u2019umanit\u00e0.<\/p>\n

Passo dopo passo, con lo stile feriale e semplice di chi non si \u00e8 rassegnato all\u2019impermeabilit\u00e0 al dolore del mondo e sa ancora commuoversi (e muoversi) davanti alle lacrime che chiedono pane, dignit\u00e0 e pace.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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