{"id":4478,"date":"2005-05-20T00:00:00","date_gmt":"2005-05-20T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=4478"},"modified":"2005-05-20T00:00:00","modified_gmt":"2005-05-20T00:00:00","slug":"politica-e-referendum","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/politica-e-referendum\/","title":{"rendered":"Politica e referendum"},"content":{"rendered":"

Se il risultato dei referendum del 12 giugno ci riportasse al Far West procreatico, il danno sarebbe grave, non solo per la lesione del diritto alla vita e alla famiglia, ma anche perch\u00e9 verrebbe annullato un percorso di presenza politica nuova, ricco di promesse positive. La legge 40 \u00e8 il frutto di un lavoro che ha visto la partecipazione del Parlamento (dove il dibattito ha percorso ben tre legislature), dei vari governi che si sono succeduti (commissioni Santosuosso, Guzzanti, Busnelli dell’ ’85-’94-’95, incaricate di fornire indicazioni legislative), del popolo (petizione per la vita del 1988; proposta di legge popolare del 1995 per il ‘riconoscimento della soggettivit\u00e0 giuridica di ogni essere umano sin dal concepimento’). Le norme che si vorrebbero abrogare sono, dunque, il frutto di una lunga elaborazione sviluppatasi nel pieno della transizione politica e della dissoluzione democristiana. Esse hanno ottenuto un consenso trasversale, che ha attraversato gli schieramenti partitici. In un momento in cui gli ex democristiani si accapigliavano tra loro, persino nei Tribunali, il tema della vita ha avuto la forza di convincerli a lavorare insieme. \u00c8 stupefacente che la loro unit\u00e0 abbia coinvolto forze anche ‘laiche’, che forse, una compatta presenza democristiana non avrebbe potuto penetrare. Ed ora esplode l’applauso quando dico che la difficolt\u00e0 dei referendum pu\u00f2 trasformarsi in una opportunit\u00e0: quella di provare gioia nel lavorare insieme, ristabilendo un’amicizia in nome della vita e della famiglia, pur conservando ciascuno le proprie appartenenze partitiche. E l’unit\u00e0 dei credenti evoca, sia pure germinalmente, un’unit\u00e0 pi\u00f9 grande, come \u00e8 dimostrato, ad esempio, dalla significativa presenza di ‘laici’ nel ‘Comitato Scienza e Vita’ e dall’ottimo servizio svolto dal ‘Foglio’ di Giuliano Ferrara. \u00c8 innegabile una contraddizione. Da un lato il valore della vita umana ha un significato addirittura fondativo della politica, e ci\u00f2 rende inaccettabile la neutralit\u00e0 dei governi e delle forze politiche riguardo alle questioni di vita o di morte. Come potrebbe dirsi politicamente credibile un partito che non avesse una sua linea sulla pace e sulle modalit\u00e0 di conservarla? Dall’altro lato, tutti avvertono la validit\u00e0 di un appello alla coscienza, per superare le barriere partitiche, proprio quando le questioni sono di vita o di morte. Come comporre i due aspetti? In una societ\u00e0 ideale non dovrebbero esserci sul valore della vita divisioni tra partiti. Ma il nostro \u00e8 un mondo in cammino. La trasversalit\u00e0 dell’appello a difendere con tutti i mezzi legittimi il livello di protezione della vita raggiunto con la legge 40 \u00e8, perci\u00f2, presagio e speranza di una societ\u00e0 migliore dove ‘la vita non \u00e8 messa ai voti’, perch\u00e9 \u00e8 riconosciuta da tutti come il fondamento della democrazia. Ma intanto \u00e8 bene che i partiti che possono farlo si pronuncino come tali, quali forze che riconoscono il diritto alla vita ed \u00e8 ancora pi\u00f9 lodevole che, i singoli rompano i vincoli di partito se esso prende una posizione contro la vita. Sarebbe gravissimo far prevalere le esigenze contingenti legate al giudizio sugli uomini di governo o di opposizione o ai programmi economici o di riforma istituzionale su quelle a carattere permanente relative alla base stessa del nostro vivere insieme. Ciascuno mantenga le proprie idee sul resto, ma restiamo insieme non solo nel difendere la legge 40, ma anche nell’attuazione di una comune strategia. La scelta di non votare non \u00e8 una pigrizia o una fuga. Di fatto \u00e8 un modo nuovo di lavorare insieme per la vita e la famiglia. Non conosciamo l’esito finale della transizione in cui ancora ci troviamo. Siamo per\u00f2 certi che, se insieme -credenti e non credenti- riusciremo a salvare il lavoro gi\u00e0 svolto a servizio della vita per tutto l’arco della transizione, qualcosa di positivo in futuro deriver\u00e0.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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