{"id":44724,"date":"2015-12-17T11:47:49","date_gmt":"2015-12-17T09:47:49","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=44724"},"modified":"2015-12-17T11:47:49","modified_gmt":"2015-12-17T09:47:49","slug":"le-porte-sante-delle-nazioni-in-guerra","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/le-porte-sante-delle-nazioni-in-guerra\/","title":{"rendered":"Le porte sante delle nazioni in guerra"},"content":{"rendered":"

\"porteSanteMappa_CMYK\"<\/a>\u201cL’Anno santo della Misericordia viene in anticipo in questa terra. Una terra che soffre da diversi anni la guerra e l\u2019odio, l\u2019incomprensione, la mancanza di pace. Ma in questa terra sofferente ci sono anche tutti i Paesi che stanno passando attraverso la croce della guerra. Tutti noi chiediamo pace, misericordia, riconciliazione, perdono, amore. Per Bangui, per tutta la Repubblica Centrafricana, per tutto il mondo, per i Paesi che soffrono la guerra chiediamo la pace!\u201d. Con queste parole, il 29 novembre, Papa Francesco ha aperto la porta santa della cattedrale di Bangui, inaugurando l\u2019Anno santo della Misericordia. In tanti altri luoghi di guerra evocati dal Pontefice vengono aperte \u201cpiccole porte\u201d che attestano la presenza e la vita di altrettanto piccole comunit\u00e0 cristiane, spesso perseguitate, in luoghi dove la pace e la convivenza solo un miraggio.<\/p>\n

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Gaza. Il 20 dicembre, nella piccola parrocchia della Sacra Famiglia a Gaza, il Patriarca latino di Gerusalemme aprir\u00e0 il Giubileo della Misericordia. A varcare la porta santa saranno circa 200 fedeli, guidati dal parroco, padre Mario da Silva. Un anno da vivere in mezzo a \u201cun odio crescente\u201d causato dalle guerre, ben tre negli ultimi nove anni, e da una ricostruzione che procede con lentezza.<\/p>\n

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Aleppo (Siria). Dal 2012 Aleppo \u00e8 al centro di aspri combattimenti tra l\u2019esercito regolare del presidente Assad, i ribelli e i miliziani dello Stato islamico (Isis). Per questo \u00e8 stata definita la \u201cSarajevo del XXI secolo\u201d. Non \u00e8 un caso che la porta santa di Aleppo si trovi proprio nella parrocchia di San Francesco, nel quartiere di Aziziyeh, colpita alla fine di ottobre da una granata, ma altre due porte saranno spalancate a Damasco e a Latakia. \u201cQuesta porta sar\u00e0 per noi la difesa dal male che vuole sopraffarci e segno della Provvidenza divina che ci assiste\u201d.<\/p>\n

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Erbil (Iraq). Una tenda aperta come porta santa da varcare pregando per le proprie vite, per quelle dei propri cari e per l\u2019Iraq. Con questo spirito le decine di migliaia di sfollati cristiani che vivono a Erbil si apprestano a vivere il Giubileo della Misericordia. L\u2019arcivescovo caldeo Bashar Matti Warda ha aperto la porta santa nella cattedrale di San Giuseppe, nel sobborgo cristiano di Ankawa, ma si lavora anche per aprire una \u201ctenda santa\u201d nelle tendopoli degli sfollati. A Baghdad la porta santa sar\u00e0 aperta dal patriarca Mar Sako il 19 dicembre nella prima cattedrale del Paese, intitolata alla Madonna Addolorata. Una piccola porta santa aperta anche nel villaggio di Enishke, nelle montagne fra Zakho e Dohuk, estremo nord del Kurdistan iracheno.<\/p>\n

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Tunisi. In una Tunisi dove ancora vige il coprifuoco e sottoposta a controlli e perquisizioni, la porta santa della Misericordia \u00e8 stata aperta nella cattedrale di San Vincenzo de\u2019 Paoli. Per la piccola comunit\u00e0 cattolica tunisina \u201csi tratta di aprire pi\u00f9 il cuore che una porta\u201d spiega l\u2019arcivescovo Ilario Antoniazzi: \u201c\u00c8 facile in una situazione come quella tunisina essere spinti verso l\u2019odio e maledire gli autori degli attentati. Ma noi dobbiamo aprire il cuore a tutti, cercare di perdonare anche i nemici, come \u00e8 scritto nel Vangelo\u201d.<\/p>\n

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Tripoli (Libia). Nella cattedrale di San Francesco a Tripoli la porta santa \u00e8 stata aperta venerd\u00ec 11 dicembre dal vicario coadiutore, padre George Bugeja. La sera dello stesso giorno c\u2019\u00e8 stata una preghiera ecumenica per la pace e la riconciliazione. La situazione di violenza e tensione nel Paese ha costretto tanti lavoratori stranieri, come i filippini che compongono la comunit\u00e0 cristiana locale, ad abbandonare il Paese. La scelta di celebrare il venerd\u00ec \u2013 giorno di riposo per i Paesi islamici \u2013 \u00e8 stata voluta proprio per permettere ai lavoratori rimasti di essere presenti.<\/p>\n

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Sarajevo. Nella capitale bosniaca, che porta ancora visibili i segni della guerra degli anni \u201990, il card. Vinko Puljic ha aperto la porta santa della cattedrale del Sacro Cuore, a due passi dal quartiere musulmano, dalla cattedrale ortodossa e dalla sinagoga.<\/p>\n

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Crimea. \u00c8 la regione ucraina che dal marzo 2014, in seguito a un contestato referendum, fa parte della Russia. La porta del Giubileo della Misericordia \u00e8 stata aperta nella cattedrale di Odessa, nella concattedrale di Simferopoli dal vescovo Pyl e nelle chiese di Bilgorod-Dniestrovski, Balta, Kirovograd, Nikolaiv, Kherson. \u201cPace, pace, pace e giustizia! Questa \u2013 dicono i sacerdoti di Odessa \u2013 sar\u00e0 la preghiera che dalla Crimea salir\u00e0 al Giubileo\u201d.<\/p>\n

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Kharkiv (Donbass, Ucraina). Secondo le stime delle Nazioni Unite, nel 2014 il conflitto nell\u2019Ucraina orientale ha provocato la morte di 1.129 civili e il ferimento di almeno 3.442 persone. In 700 mila hanno lasciato la regione del Donbass. Tra le ferite di una guerra non ancora cessata, la porta santa del Giubileo si \u00e8 aperta nella cattedrale di Kharkiv e nella con-cattedrale di Zaporizhya. Le porte del Giubileo invece resteranno chiuse nelle chiese delle autoproclamatesi Repubbliche popolari di Donetsk e di Lugansk.<\/p>\n

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