{"id":44606,"date":"2015-12-05T12:46:37","date_gmt":"2015-12-05T10:46:37","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=44606"},"modified":"2015-12-05T12:51:23","modified_gmt":"2015-12-05T10:51:23","slug":"francesco-in-africa-perche-il-popolo-lo-ha-sentito-vicino","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/francesco-in-africa-perche-il-popolo-lo-ha-sentito-vicino\/","title":{"rendered":"Francesco in Africa: perch\u00e9 il popolo lo ha sentito vicino"},"content":{"rendered":"
\"Apertura<\/a>
Apertura della Porta Santa nella Cattedrale di Bangui<\/figcaption><\/figure>\n

L’Africa sta vivendo un momento magico: cresce la fede, con milioni di battesimi ogni anno; le strade si moltiplicano, l\u2019elettricit\u00e0 \u00e8 portata anche in zone remote, l\u2019acqua diventa pi\u00f9 disponibile. Per\u00f2 non \u00e8 tutto oro quello che luccica. I benefici sono ancora limitati al 30% della popolazione, l\u2019altro 70% ha ancora a che fare con pane insufficiente, acqua non potabile, ospedali senza medicine e letti\u2026 Francesco, pur apprezzando il progresso raggiunto, si \u00e8 decisamene schierato dalla parte dei poveri, che sono la maggioranza, con chiari richiami e indicazioni per i Governi, la politica, il mondo finanziario e le Chiese. Francesco ha cercato di convincerci che possiamo sognare un grande futuro se lavoreremo pi\u00f9 assieme, se debelleremo i demoni del tribalismo e del fondamentalismo religioso che oppongono un gruppo umano a un altro, sempre fonte di violenza distruttrice. Francesco ci ha aiutato a debellare il pessimismo che spinge tanti africani a fuggire dal Continente, credendo che il paradiso si trovi altrove, magari in Europa! Ha cercato di convincerci che \u00e8 possibile costruire una vita pi\u00f9 dignitosa anche in Africa.<\/p>\n

Il fascino della sua persona: umilt\u00e0, gioia, sincerit\u00e0, speranza.<\/strong><\/p>\n

Perch\u00e9 Papa Francesco \u00e8 cos\u00ec popolare in Africa? Quale dei suoi tratti personali colpisce di pi\u00f9? Qui siamo abituati a vedere il Presidente della Repubblica, ministri, cardinali e vescovi lontani dalla gente; sembra che, pi\u00f9 si cresce nella carriera, pi\u00f9 ci si debba distanziare dal popolo con grandi macchine, elicotteri, aerei personali, case lussuose… Francesco colpisce per la sua semplicit\u00e0: di vestire, di presentarsi, di parlare, di portare la sua borsa, di andare dall\u2019ottico a comprare gli occhiali. Assieme alla semplicit\u00e0 colpisce la sua l\u2019umilt\u00e0 di ammettere i limiti, saper chiedere scusa. Allo stadio Kasarani di Nairobi, di fronte a migliaia di giovani, ha bollato con parole di fuoco la corruzione che sottrae infinite risorse finanziarie allo sviluppo del Kenya; ma ha pure aggiunto: \u201cNon \u00e8 soltanto una sfida per voi in Kenya, ma anche per me in Vaticano\u201d. Poi la sua insistenza sulla compassione e misericordia di Dio, che costituiscono il tema dell\u2019Anno santo che Francesco ha aperto a Bangui, la capitale del Centrafrica, domenica 29 novembre. In Francesco vediamo il volto di Dio Padre che accoglie il figlio, che pu\u00f2 aver sbagliato, ma senza umiliarlo per l\u2019errore. Nell\u2019Africa tradizionale la grandezza della persona \u00e8 nella sua magnanimit\u00e0, nella sua capacit\u00e0 di accogliere e fare posto a tutti attorno alla stessa tavola per godere assieme dello stesso cibo. I giornali, le televisioni, le radio lo hanno salutato milioni volte come il Papa della speranza, Papa del popolo, soprattutto dei pi\u00f9 poveri. Tutti sono venuti alle celebrazioni da lui presiedute: cristiani, musulmani, ind\u00f9. Tutti affermano: questo Papa \u00e8 anche nostro perch\u00e9 rappresenta Dio nel quale anche noi crediamo! Lui prega per tutti, non solo per i cattolici! Infine, il coraggio. Obama qui a Nairobi si \u00e8 mosso su un\u2019auto super-blindata a prova di missile. Francesco ha detto di temere soltanto le zanzare. Un\u2019ottima combinazione di grande sintonia con il popolo e di immensa fiducia in Dio!<\/p>\n

La fede e l\u2019impegno sociale per gli altri: la Chiesa, attore religioso e sociale<\/strong><\/p>\n

Il Papa cerca di ripulire la Chiesa da una religione unilateralmente incentrata sui riti liturgici e preghiere intimiste che poi non aprono il cuore al perdono, alla solidariet\u00e0, alla collaborazione, all\u2019accoglienza. Francesco ama ripetere: la preghiera che non conduce a un impegno pratico per gli altri, per il tuo fratello pi\u00f9 povero, malato, che ha bisogno di aiuto; che non apre il cuore alla sorella, al fratello in difficolt\u00e0, \u00e8 una preghiera sterile e incompleta. Sant\u2019Ubaldo da Gubbio aveva come ispirazione il motto: \u201cNessuna Chiesa senza un ospizio per i poveri\u2019. La Chiesa di mattoni \u00e8 il posto in cui Ges\u00f9 sacramentato viene custodito, dove la comunit\u00e0 si riunisce per pregarlo, per ascoltarlo, per adorarlo, per ringraziarlo. Ma Ges\u00f9 non \u00e8 soltanto nell\u2019ostia, o oso dire: non \u00e8 principalmente nell\u2019ostia, ma nel fratello e nella sorella che a ogni passo incontriamo, soprattutto il povero e l\u2019estraneo. Nella messa pi\u00f9 partecipata, all\u2019Universit\u00e0 di Nairobi il 26 novembre, Francesco ha indossato una mitria di pelle di capra. Cerca di snellire la Chiesa liberandola da aspetti di pomposit\u00e0 barocca di altri tempi: liturgie con abiti dorati, calici preziosi, porpora, stonano con l\u2019identit\u00e0 di Ges\u00f9 di Nazareth che la liturgia celebra. Alcuni Padri della Chiesa insistevano nel vendere i paramenti per investirne il ricavato per i poveri. Qui in Africa tutti hanno l\u2019esperienza che la Chiesa \u00e8 un attore sociale di prima grandezza: tutte le parrocchie hanno la scuola, il dispensario, la Caritas per i poveri. Questa \u00e8 la Chiesa che Francesco \u00e8 venuto a consolidare in Kenya, Uganda e Repubblica Centrafricana.<\/p>\n

Collaborazione tra le varie religioni: mai violenza in nome di Dio<\/strong><\/p>\n

L\u2019ultima tappa del viaggio \u00e8 stato il Centrafrica, una nazione di 5 milioni di abitanti a stragrande maggioranza cristiana, ora devastata dalla violenza e terrore di gruppi islamici finanziati e armati dal Medio Oriente. Se c\u2019\u00e8 una nazione che ha infinito bisogno di riconciliazione e giustizia in questo momento, \u00e8 proprio l\u00ec. L\u2019idea di aprire l\u00ec l\u2019Anno santo, che \u00e8 anno di riconciliazione come frutto di compassione e misericordia, esprime pi\u00f9 di mille parole dove batta il cuore di Francesco. Non \u00e8 stato lui ad invitare in Vaticano il leader palestinese Abu Mazen, il presidente israeliano Shimon Peres e il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo per pregare per la riconciliazione tra israeliani e palestinesi? Senza un dignitoso mutuo riconoscimento di due nazioni indipendenti fra i due popoli, ogni sogno di pace in Medio Oriente \u00e8 puro fumo. In uno degli incontri pi\u00f9 toccanti con tutti i leader delle varie religioni presenti in Kenya, la mattina del 26 novembre, ha ripetuto con forte emozionalit\u00e0: \u201cMai pi\u00f9 violenza in nome di Dio!\u201d. Pure ai giovani ha ripetuto di non lasciarsi abbacinare dai fautori di violenza e dagli esecutori di condanne a morte. Non si pu\u00f2 dimenticare che il primo grande attentato terroristico di matrice islamica avvenne a Nairobi l\u20198 agosto 1998, con 252 vittime. Non c\u2019\u00e8 dubbio che Francesco ci ha lasciato un capitale di speranza, di motivazioni e di ispirazione, oltre che di preghiera, che non potranno non portare frutto – se noi ci impegneremo con coerenza e tenacia!<\/p>\n

25-30\/11\/2015<\/p>\n

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