{"id":44401,"date":"2015-11-13T15:08:28","date_gmt":"2015-11-13T13:08:28","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=44401"},"modified":"2015-11-13T15:08:28","modified_gmt":"2015-11-13T13:08:28","slug":"news-dal-mato-grosso","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/news-dal-mato-grosso\/","title":{"rendered":"News dal Mato Grosso"},"content":{"rendered":"
\"La<\/a>
La scuola salesiana di formazione professionale a Vila Piloto<\/figcaption><\/figure>\n

Qualche giorno fa \u00e8 tornato a farci visita in redazione Armando Catrana<\/strong>, missionario salesiano laico di Perugia. Nel giro di pochi giorni sarebbe ripartito per il Brasile, per tornare tra i suoi ragazzi a Vila Piloto, un barrio<\/em> (quartiere) nella periferia di Tres Lagoas, citt\u00e0 dello Stato brasiliano del Mato Grosso del Sud al confine con lo Stato di San Paolo. A 77 anni e \u201ccon qualche acciacco in pi\u00f9\u201d, non nasconde di essere sempre pi\u00f9 stanco, ma i bambini e i ragazzi della favelas<\/em>, per i quali ha realizzato il Centro giovanile \u201cGes\u00f9 adolescente\u201d con l\u2019oratorio e il centro di formazione professionale, hanno ancora bisogno di lui. Ci aggiorna sullo stato del suo progetto perch\u00e9, anche se ha sempre avuto il sostegno di tanti amici italiani e perugini, si \u00e8 sempre affidato alla Provvidenza – come ama sottolineare. Anche la grande forza di volont\u00e0 ha avuto certamente il suo peso perch\u00e9, confessa, non \u00e8 solo un fatto di cuore, ma di testa: \u201cI miei ragazzi non sono \u2018facili\u2019 e provengono da realt\u00e0 familiari e sociali difficili. Quando per la prima volta sono arrivato a Tres Lagoas, nel 2002, in obbedienza ai miei superiori, a Vila Piloto c\u2019era una grande baraccopoli di 10 mila persone costruita con mezzi di fortuna. Rimasi molto colpito dalla povert\u00e0 di quella gente, e dopo pochi giorni capii che quello era il mio posto. Volevo rimanere l\u00ec per aiutare quei bambini e quei ragazzi che incontravo vagabondare in mezzo alla strada, abbandonati a se stessi. Anche don Bosco avrebbe scelto di rimanere l\u00ec, in mezzo a loro. I primi tempi – ricorda ancora – \u00e8 stato molto difficile avvicinarli. Molti giovani hanno alle spalle problemi di delinquenza, furti, violenza fisica, droga. Ancora oggi \u00e8 cos\u00ec, anche se le cose sono cambiate. La famiglia, quella tradizionale, \u00e8 quasi inesistente: vivono in famiglie \u2018allargate\u2019, i genitori sono spesso conviventi, con pi\u00f9 di una relazione alle spalle e vari figli. La scuola c\u2019\u00e8, ma la percentuale di abbandono \u00e8 molto alta\u201d. Il primo approccio \u00e8 stato con il pallone: \u201cLo portavo con me tutti i giorni, insieme a qualche maglietta e a qualcosa da mangiare. Poi li ho invitati a venire all\u2019oratorio presso la cappella del barrio<\/em>.<\/p>\n

Ho costruito per loro una lunga tettoia dove potevano giocare a ping-pong, a calciobalilla. La domenica alle 8 c\u2019era, e c\u2019\u00e8 ancora, la messa per i ragazzi. Il sabato pomeriggio la catechesi e poi la merenda\u201d. Sorride mentre lo dice: \u201c\u00c8 un modo per incentivare la partecipazione! Sono ragazzi che non hanno mai sentito parlare di Dio, di Ges\u00f9. Alla fine dell\u2019anno chi pi\u00f9 partecipa viene premiato con denaro simbolico, che pu\u00f2 spendere nello shopping center<\/em> dove possono trovare cibo, vestiario, giochi, materiale scolastico\u201d. Nella sua azione missionaria Armando ogni anno battezza anche diversi ragazzi dai 16 ai 17 anni, perch\u00e9 \u201canche se il mio operare \u00e8 apparentemente pi\u00f9 sociale, la mia \u00e8 una vocazione missionaria all\u2019interno della Chiesa\u201d. Purtroppo c\u2019\u00e8 anche chi si perde per strada, sottolinea con rammarico: \u201cHo 22 ragazzi dell\u2019oratorio in carcere. La mia sofferenza \u00e8 questa: parli, esorti, indichi cammini, correggi, e poi alcuni vedi che apparentemente non hanno preso niente. Ma qualcosa si vedr\u00e0 con i figli dei ragazzi con cui lavoro. Sono appena all\u2019inizio!\u201d. Nel 2003 – ricorda – c\u2019\u00e8 stata la posa della prima pietra del Centro giovanile – oratorio, su un terreno concessomi dal Municipio, poi \u00e8 nato il Centro di formazione professionale. Oggi la disoccupazione non c\u2019\u00e8 e le fabbriche hanno bisogno di manodopera specializzata\u201d. Le condizioni di vita sono migliorate; le case, anche se piccole, sono di mattoni. Da aprile Armando non \u00e8 pi\u00f9 solo: i superiori della provincia del Mato Grosso gli hanno affiancato 4 confratelli salesiani, in sintonia con il messaggio di Papa Francesco: \u201cVorrei una Chiesa povera, aperta alle periferie\u201d. La missione continua.<\/p>\n

 <\/p>\n

La formazione<\/h3>\n

Attualmente sono 1.500 gli studenti che ogni anno partecipano ai corsi professionali a Tres Lagoas. La scuola forma nelle diverse specializzazioni richieste dal mercato del lavoro: meccanica, falegnameria, saldatura, istallazioni elettriche, informatica, taglio e cucito. I corsi si svolgono in tre turni dal pomeriggio fino a sera; vi partecipano anche maggiorenni privi di specializzazione che vogliono crescere professionalmente nel mondo del lavoro. L\u2019oratorio accoglie 600 ragazzi. Tante le attivit\u00e0: sportive, educative, artistiche, culturali, religiose, ricreative. Si organizzano tornei, c\u2019\u00e8 un coro e la banda. Sono 48 i docenti, tutti stipendiati, grazie anche al contributo del Comune. Poi ci sono tecnici, inservienti e cuochi.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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