{"id":44255,"date":"2015-11-06T10:37:06","date_gmt":"2015-11-06T08:37:06","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=44255"},"modified":"2018-07-20T16:45:34","modified_gmt":"2018-07-20T14:45:34","slug":"un-modello-sociale-da-costruire-insieme","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/un-modello-sociale-da-costruire-insieme\/","title":{"rendered":"Piano sociale regionale. Regione: da costruire insieme"},"content":{"rendered":"
\"podio\"<\/a>
Il tavolo dei relatori alla presentazione<\/figcaption><\/figure>\n

Novantacinque pagine in cui si sintetizzano i buoni propositi della Regione da ora fino al 2020 per aiutare i giovani, le famiglie, gli anziani, i disabili e le persone non autosufficienti, per contrastare la povert\u00e0, favorire l\u2019inclusione sociale, l\u2019integrazione dei migranti e le politiche di promozione e sostegno al terzo settore, con particolare riferimento all\u2019impresa sociale. \u00c8 la proposta del nuovo Piano sociale regionale che la Giunta intende sottoporre al Consiglio dopo un percorso di concertazione e partecipazione, cominciato venerd\u00ec scorso alla Scuola umbra di amministrazione pubblica di Pila.<\/p>\n

\u201cCon questo Piano – ha detto l\u2019assessore regionale al Welfare, Luca Barberini – vogliamo costruire insieme un modello umbro che, tenendo conto dell\u2019attuale contesto di crisi e dei mutamenti sociali, cos\u00ec come dell\u2019esperienza positiva fin qui maturata in Umbria, si basi sui principi dell\u2019equit\u00e0, della centralit\u00e0 della persona e dei territori, la responsabilizzazione dei cittadini e un rinnovato protagonismo delle istituzioni, a cominciare dai Comuni. Possiamo farlo – ha sottolineato – con il contributo di tutti\u201d.<\/p>\n

Ad ascoltarlo c\u2019erano pi\u00f9 di 200 fra sindaci e assessori comunali, rappresentanti di onlus, organismi della cooperazione, associazioni, enti di promozione sociale, fondazioni, organizzazioni del volontariato, Usl, sindacati, enti di patronato, organizzazioni di categoria e soggetti pubblici e privati interessati.<\/p>\n

\u201cUn\u2019ampia partecipazione \u2013 ha rilevato l\u2019assessore \u2013 che conferma la volont\u00e0 comune di contribuire alla costruzione e all\u2019attuazione di un Piano corrispondente ai bisogni della comunit\u00e0 regionale. Dopo questa giornata di studio, nel mese di novembre, valorizzando la coprogettazione in attuazione del principio di sussidiariet\u00e0, gli Uffici regionali continueranno a raccogliere proposte di modifiche e integrazioni, osservazioni con cui arricchiremo il testo attuale. Vogliamo procedere speditamente, recepire ogni contributo utile a miglioralo e, se il Piano sociale sar\u00e0 il primo \u2018mattone\u2019, proseguiremo nei primi mesi del 2016 con il Piano sanitario regionale e con il Prina, il Piano integrato per la non autosufficienza\u201d.<\/p>\n

Per l\u2019attuazione del Piano la Giunta conta di mettere insieme 55 milioni di euro, sfruttando – ha detto l\u2019assessore – accanto alle risorse da reprerire a livello locale e nazionale, \u201cla grande opportunit\u00e0 dei Fondi comunitari. Si tratta di una bella somma, di gran lunga superiore a quanto la Regione era riuscita a investire in passato per gli interventi nel sociale\u201d.<\/p>\n

Barberini ha insistito sulla importanza di un maggior coinvolgimento rispetto al passato del ruolo dei Comuni, delle 12 Zone sociali e dei cittadini, che devono diventare i protagonisti delle azioni previste nel Piano anche con \u201claboratori di comunit\u00e0, per una conoscenza e una capacit\u00e0 di intervento il pi\u00f9 corrispondente possibile alla realt\u00e0 e alle esigenze dei territori\u201d.<\/p>\n

A questo proposito ha sottolineato l\u2019importanza per la coesione sociale del terzo settore, che non \u00e8 solo numerica (con oltre 20 mila addetti). \u201cL\u2019Umbria – ha proseguito \u2013 ha saputo costruire negli ultimi dieci anni una forte rete di assistenza socio-sanitaria. La sfida dei prossimi anni \u00e8 quella di costruire una rete orientata sui servizi sociali, come l\u2019assistenza domiciliare per aiutare le persone pi\u00f9 in difficolt\u00e0, delle quali troppo spesso sono soltanto le loro famiglie a doversene occupare\u201d.<\/p>\n

Il nuovo Piano sociale sar\u00e0 integrato e armonizzato con il Piano sanitario regionale, ha spiegato il direttore alla Salute e coesione sociale della Regione, Emilio Duca. Sar\u00e0 anche costantemente monitorato con il consolidamento del servizio sperimentale del Siso, il Sistema informativo sociale, per valutarne l\u2019efficacia e per apportare le eventuali correzioni.<\/p>\n

I lavori erano stati aperti dall\u2019amministratore unico della Scuola umbra di amministrazione pubblica, Alberto Naticchioni. Andrea Bernardoni, portavoce Forum terzo settore Umbria, ha detto di condividere l\u2019impianto del Piano, ma ha auspicato che siano meglio regolati i rapporti tra attori pubblici, privati e organizzazioni no profit.<\/p>\n

Il sindaco di Panicale Giulio Cherubini, in rappresentanza dell\u2019Anci, ha osservato che il ruolo dei Comuni \u00e8 centrale perch\u00e9 essi rappresentano il primo ente con cui si confrontano i cittadini. \u201c\u00c8 necessaria per\u00f2 – ha detto – una maggiore attenzione dal punto di vista economico affinch\u00e9 non accada, com\u2019\u00e8 successo negli ultimi anni, che il taglio dei fondi si traduca in una riduzione dei servizi\u201d.<\/p>\n

A questo proposito Carlo Di Somma, presidente regionale Federsolidariet\u00e0 – Confcooperative, ha detto che \u201cle uniche certezze finanziarie sono quelle dei Fondi europei, e questo ci preoccupa\u201d.<\/p>\n

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Il Piano: obiettivi, priorit\u00e0 e politiche da attuare<\/strong><\/p>\n

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Il Piano sociale regionale – si legge nel documento – \u00e8 lo strumento di governo del sistema dei servizi e delle attivit\u00e0 sociali mediante il quale la Regione definisce gli indirizzi, gli obiettivi, le priorit\u00e0 sociali, la soglia territoriale ottimale per la programmazione e la gestione degli interventi sociali ed i criteri per la relativa attuazione. Deve tenere conto di una serie di fattori che caratterizzano la societ\u00e0 umbra (e quindi le necessarie politiche sociali) quali la crisi economica, l\u2019aumento del numero dei residenti (si calcola che saranno un milione entro 20 anni), l\u2019invecchiamento della popolazione (un quarto degli umbri ha pi\u00f9 di 65 anni), la riduzione del numero dei componenti della famiglia, l\u2019aumento di separazioni e divorzi, i problemi della integrazione degli immigrati. E questo in una regione di 92 Comuni, il 63 per cento dei quali ha meno di 5.000 abitanti e uno su dieci meno di 1.000. Con un modello economico che avvicina l\u2019Umbria sempre di pi\u00f9 al Mezzogiorno.<\/p>\n

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FAMIGLIA, GIOVANI, IMMIGRATI<\/strong><\/p>\n

Famiglia e reti parentali rappresentano \u201cun anello fondamentale della catena socio-economica nella nostra regione\u201d.<\/p>\n

Immigrati: l\u2019obiettivo \u00e8 l\u2019integrazione, intervenendo preventivamente, soprattutto nei luoghi in cui, essendo l\u2019incidenza degli immigrati particolarmente elevata, \u201cil rischio di fenomeni di \u2018rigetto\u2019 \u00e8 pi\u00f9 concreto\u201d.<\/p>\n

Giovani: l\u2019elevato tasso di scolarizzazione \u201cnon costituisce pi\u00f9 un antidoto alla disoccupazione\u201d, con il rischio \u201cche siano proprio i laureati a ingrossare la quota degli inattivi, restando ai margini del mondo del lavoro e pervasi da un forte senso di scoraggiamento\u201d.<\/p>\n

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UMBRIA, MODELLO DI SUSSIDIARIET\u00c0<\/strong><\/p>\n

55 milioni e mezzo di euro sono le risorse previste per l\u2019inclusione sociale nel periodo 2014-2020.<\/p>\n

Obiettivi e finalit\u00e0 (principio di equit\u00e0, centralit\u00e0 della persona, responsabilizzazione dei cittadini) del Piano e politiche da attuare: una serie di proposte per l\u2019integrazione socio-sanitaria, l\u2019incremento dell\u2019offerta abitativa e della disponibilit\u00e0 di alloggi sociali, per i \u201cnuovi giovani\u201d che si trovano a vivere in \u201cun contesto economico e sociale pi\u00f9 povero delle generazioni precedenti\u201d.<\/p>\n

Per quanto riguarda il \u201ccontrasto alla povert\u00e0 e per l\u2019inclusione sociale\u201d la Regione – si afferma – \u201ccondivide che la pura dimensione di assistenza economica, da sola, non basta a contrastare gli stati di povert\u00e0 e le dinamiche di esclusione sociale; all\u2019integrazione dei redditi (misura passiva) vanno affiancate misure attive volte all\u2019inclusione delle persone\u201d.<\/p>\n

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Nelle 95 pagine specifici capitoli contengono proposte per le politiche di integrazione degli immigrati, per le famiglie con responsabilit\u00e0 educative e di cura, per le persone anziane e disabili, per la promozione e il sostegno al terzo settore, con particolare riferimento all\u2019impresa sociale. A questo proposito si afferma che \u201cil modello di sussidiariet\u00e0 che si \u00e8 sviluppato in questi anni in Umbria e che si intende rafforzare in questo nuovo Piano sociale vede un solido governo pubblico che mette a valore in modo coordinato e partecipato le risorse della comunit\u00e0\u201d.<\/p>\n

\u00a0Enzo Ferrini<\/strong><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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