{"id":4367,"date":"2005-03-18T00:00:00","date_gmt":"2005-03-18T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=4367"},"modified":"2005-03-18T00:00:00","modified_gmt":"2005-03-18T00:00:00","slug":"democrazia-malata","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/democrazia-malata\/","title":{"rendered":"‘Democrazia malata’"},"content":{"rendered":"
Lo sciopero della fame \u00e8 l’ultima carta che si gioca per ottenere qualcosa che si ritiene di assoluta necessit\u00e0. \u00c8 l’arma dei disperati e di quelli che non hanno alcuna fiducia nelle istituzioni e non si fidano di coloro che devono giudicare e prendere decisioni. \u00c8, in verit\u00e0, un’arma spuntata per l’uso che ne \u00e8 stato fatto e comunque sempre segno di un anomalo svolgimento della vita sociale. Quando poi ci\u00f2 avvenga per sostenere la legittimit\u00e0 di un’illegalit\u00e0 siamo al paradosso. Questo segnale, insieme a molti altri che si evidenziano in periodo elettorale, con i litigi tra partiti e all’interno di essi, i toni eccessivi della propaganda, i personalismi esasperati, sta diventando dominante e ci fa riandare ad un documento dell’Eurispes (Istituto di studi politici, economici e sociali), il Rapporto Italia 2005, in cui mi sono imbattuto sfogliando l’ultimo numero di Civilt\u00e0 cattolica appena arrivato. Il Presidente dell’Istituto ha detto che ‘da qualsiasi parte la si osservi, la realt\u00e0 italiana esprime un senso di incompiutezza, l’assenza di qualsiasi razionalit\u00e0 e intenzionalit\u00e0, il bisogno di un’idea di futuro e di una progettualit\u00e0 d’insieme condivisa quanto meno nelle linee essenziali. Il Paese tentenna e, confuso e abulico, ondeggia incerto sulla strada da intraprendere’. Gian Maria Fara continua osservando che all’Italia non mancano l’intelligenza, risorse e la forza per uscire da questa situazione, ma si sprecano energie in beghe di piccolo gabotaggio, in provvedimenti spesso contrastanti tra loro, nello sforzo dell’apparire e della spettacolarit\u00e0, insomma in una situazione confusa. L’aspetto ancora pi\u00f9 negativo \u00e8 che di fronte a ci\u00f2 gli addebiti di responsabilit\u00e0 si rimbalzano dall’una all’altra parte politica e si intrecciano con tutti coloro che in qualche modo operano nei vari settori della societ\u00e0, oppure si scarica sulla Cina, ad esempio, la crisi economica o sull’euro l’aumento dei prezzi o sugli immigrati la criminalit\u00e0, sulle multinazionali la disoccupazione, sugli ecologisti il rinvio delle grandi opere e cos\u00ec via. Tutte ragioni che possono avere dei fondamenti, ma che non possono giustificare il fatto che l’Italia sia scesa al 47’posto nel campo della competitivit\u00e0 (World Economic Forum 2004). E ci\u00f2, insieme a tutti gli altri problemi, dovrebbe suscitare un dibattito e un sforzo congiunto di tutte le componenti politiche ed economiche e delle parti sociali per un progetto condiviso, rivolto a raggiungere il bene comune dell’intera comunit\u00e0 nazionale. Si richiede un massimo di convergenza e di concordia affidandosi a ragionamenti oggettivi, non a slogan o improvvisazioni o capricci dimostrativi. Il cicaleccio di tutti che parlano contemporaneamente di tutto, in modo discorde e dissonante \u00e8 come un rantolo della democrazia. Se non c’\u00e8 capacit\u00e0 e condizioni di ascolto reciproco e di discernimento, non dico di ci\u00f2 che \u00e8 bene e di ci\u00f2 che \u00e8 male, con la conseguente demonizzazione degli uni e degli altri, ma di ci\u00f2 che \u00e8 pi\u00f9 opportuno, pi\u00f9 utile e pi\u00f9 efficace per il bene della collettivit\u00e0 in quel determinato momento in queste precise condizioni. Il richiamo del Rapporto, basato su analisi quantitative e qualitative della situazione italiana, in cui tra l’altro si dice ‘Viviamo in una democrazia malata’, \u00e8 ripreso da Civilt\u00e0 cattolica (n 3713, del 5 marzo) che invita a non dimenticare quanto di bene avviene pure nel nostro Paese, ma non trascurando di conoscere i lati negativi che oscurano il vivere civile, abbassano il tono morale della societ\u00e0, provocano sofferenze e danneggiano i giovani da cui dipende il futuro dell’Italia.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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