{"id":43606,"date":"2015-10-01T13:34:28","date_gmt":"2015-10-01T11:34:28","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=43606"},"modified":"2015-10-07T18:11:23","modified_gmt":"2015-10-07T16:11:23","slug":"guardando-il-nord-con-occhi-del-sud","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/guardando-il-nord-con-occhi-del-sud\/","title":{"rendered":"Guardando il Nord con occhi del Sud"},"content":{"rendered":"
\"Papa<\/a>
Papa Francesco visita la sede dell\u2019Onu<\/figcaption><\/figure>\n

C\u2019\u00e8 una immagine che pu\u00f2 essere usata per raccontare il viaggio di Papa Francesco a Cuba e negli Stati Uniti: il riferimento che fa tra la bottega di quartiere, i piccoli negozi, e i centri commerciali, i supermercati.<\/p>\n

La societ\u00e0 oggi \u00e8 sempre pi\u00f9 simile a questi grandi complessi dove si trova di tutto ma dove si \u00e8 perso il contatto personale, la fiducia, la conoscenza, la vicinanza.<\/p>\n

La piccola bottega rappresentava una sorta di oasi di fiducia, perch\u00e9 c\u2019era un rapporto che era basato sull\u2019amicizia. Oggi il mondo \u00e8 un grande supermercato dove si compera tutto e dove anche la cultura ha acquisito una dinamica concorrenziale: \u201cNon si vende pi\u00f9 a credito e non ci si pu\u00f2 fidare degli altri\u201d.<\/p>\n

La cultura attuale sembra \u201cstimolare le persone a entrare nella dinamica di non legarsi a niente e a nessuno. Non dare la fiducia e non fidarsi\u201d.<\/p>\n

Le parole del Papa contenute nei suoi 24 discorsi vanno proprio nella direzione opposta e chiamano alla responsabilit\u00e0 personale, al dialogo.<\/p>\n

Cos\u00ec a Cuba non solo si sofferma sul bloqueo, cio\u00e8 sull\u2019embargo che da oltre 50 anni colpisce l\u2019isola, ma chiede un cambiamento di attenzione per costruire insieme – anche cubani dell\u2019isola e coloro che risiedono fuori – un processo di riconciliazione nazionale. \u00c8 il Papa che sottolinea che il cambiamento \u00e8 possibile perch\u00e9 lo sguardo misericordioso di Cristo anticipa le nostre necessit\u00e0, ci invita a superare i nostri pregiudizi, le nostre resistenze al cambiamento. I concittadini non sono quelli di cui si approfitta, si usa e si abusa. E la grandezza di un popolo, di una nazione, di una persona \u201csi basa sempre su come serve la fragilit\u00e0 dei suoi fratelli\u201d, perch\u00e9 \u201cchi non vive per servire, non serve per vivere\u201d.<\/p>\n

Quando arriva negli Stati Uniti non cambia la linea dei suoi interventi, e in primo piano mette sempre la persona, la famiglia. Ai vescovi riuniti a Philadelphia per l\u2019incontro mondiale dice che non \u00e8 sua intenzione tracciare un programma, delineare una strategia, giudicare o impartire lezioni. Ma poi precisa: ci sono alcune questioni che non \u00e8 lecito mettere a tacere, come la vicenda pedofilia, su cui torna nell\u2019ultimo giorno della sua visita quando incontra cinque persone – tre donne e due uomini – vittime di abusi sessuali da parte di sacerdoti.<\/p>\n

E parlando sempre ai vescovi dice: mi vergogno profondamente. I crimini commessi e i peccati degli abusi sessuali contro i minori da parte di sacerdoti non possono essere mantenuti in segreto per lungo tempo. E promette che tutti i responsabili renderanno conto del loro crimine. Da queste persone, aggiunge a braccio, \u201cho ascoltato un lamento profondo; ho pregato con loro manifestando la partecipazione alla loro sofferenza\u201d.<\/p>\n

Francesco \u00e8 il primo Papa che parla al Congresso americano, per di pi\u00f9 il primo latinoamericano. Il suo \u00e8 un discorso che guarda al Nord America con gli occhi del Sud del Continente, per chiedere giustizia, solidariet\u00e0 con le persone povere, rispetto dei diritti e delle libert\u00e0 che hanno fatto grande l\u2019America. Un discorso nel quale mette in risalto quattro figure di americani: Abraham Lincoln, Martin Luther King, Dorothy Day e Thomas Merton.<\/p>\n

Per dire tutta la sua preoccupazione per la \u201cinquietante odierna situazione sociale e politica del mondo\u201d, sempre pi\u00f9 un luogo \u201cdi violenti conflitti, odi e brutali atrocit\u00e0, commesse perfino in nome di Dio e della religione\u201d. Per questo \u201cdobbiamo essere particolarmente attenti ad ogni forma di fondamentalismo. \u00c8 necessario un delicato equilibrio per combattere la violenza perpetrata nel nome di una religione, di un\u2019ideologia o di un sistema economico, mentre si salvaguarda allo stesso tempo la libert\u00e0 religiosa, la libert\u00e0 intellettuale e le libert\u00e0 individuali\u201d.<\/p>\n

Cos\u00ec alle Nazioni Unite torna sul tema dei suoi predecessori: la pace e il dialogo. Certo laddove l\u2019aggressore compie azioni conto la popolazione inerme occorre trovate risposte in grado di fermare l\u2019operazione. Quella pace che la mattina dell\u201911 settembre 2001 un gruppo di terroristi ha cercato di mettere in soffitta con l\u2019attacco alle Torri gemelle: andr\u00e0 poi a Ground Zero per una preghiera ecumenica per le oltre duemilacinquecento vittime.<\/p>\n

Ma \u00e8 anche occasione per guardare all\u2019immigrazione, che sar\u00e0 anche il tema dell\u2019Assemblea del palazzo di vetro. Francesco ripete che i muri non servono, non aiutano a capire le situazioni diverse. Muri e filo spinato che non riusciranno mai a fermare l\u2019ondata di uomini e donna che si riversano nei Paesi del Vecchio Continente. Prima di lasciare Philadelphia, la messa con le famiglie e un Papa che chiede di creare una societ\u00e0 che sia a favore della famiglia, la difenda e crei delle leggi che assicurino le condizioni minime per formarsi e svilupparsi.<\/p>\n

Vale la pena di lottare per la famiglia, dice Francesco, e la societ\u00e0 cresce buona, forte e solida se cresce sulla bont\u00e0 e sull\u2019amore della famiglia, che \u00e8 una fabbrica di speranza, di vita, di risurrezione. E poi, se non ci fosse la famiglia, non ci sarebbe nemmeno la Chiesa. Parola di Papa Francesco.<\/p>\n

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