{"id":43512,"date":"2015-09-24T12:36:46","date_gmt":"2015-09-24T10:36:46","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=43512"},"modified":"2021-03-26T16:53:33","modified_gmt":"2021-03-26T14:53:33","slug":"si-richiede-limpegno-di-tutti","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/si-richiede-limpegno-di-tutti\/","title":{"rendered":"Migranti: si richiede l’impegno di tutti"},"content":{"rendered":"
Stando ai numeri che vengono snocciolati quotidianamente dai media<\/em> nazionali sull\u2019emergenza profughi, come si fa a non paragonare questo fenomeno all\u2019\u201cEsodo biblico\u201d? Sono cifre superiori a qualsiasi altra crisi di rifugiati dalla Seconda guerra mondiale, con 500 mila persone giunte in Europa dal Medio Oriente e dall\u2019Africa dall\u2019inizio del 2015 (fonte: Ansa).<\/p>\n Per l\u2019Ocse, l\u2019Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, \u201cl\u2019Europa raggiunger\u00e0 nel 2015 un livello senza precedenti di richiedenti asilo e rifugiati, salendo fino ad un milione di procedure di asilo\u201d.<\/p>\n Ci\u00f2 che preoccupa maggiormente \u00e8 l\u2019accoglienza dei minori, che rappresenta per l\u2019Ocse \u201cun\u2019enorme sfida in termini di alloggi, supervisione, scuola, sistemi di assistenza minorile\u201d.<\/p>\n Nel nostro Paese, come evidenzia la Fondazione Migrantes, al 1\u00b0 gennaio 2015 le persone accolte e rimaste nelle diverse strutture di prima e seconda accoglienza sono circa 66 mila, di cui 25 mila minori, in gran parte non accompagnati (18.599).<\/p>\n Non \u00e8 semplice districarsi in questi numeri, perch\u00e9 variano con molta rapidit\u00e0. Sono 120 mila i rifugiati (compresi i 54mila di cui l\u2019Ungheria non intende farsi carico) che, in base al pacchetto Ue approvato a maggioranza il 22 settembre, saranno ripartiti tra i Paesi dell\u2019Unione, giunti nelle ultime settimane in Grecia, Italia e Ungheria.<\/p>\n A questi si aggiungono i 40 mila rifugiati presenti da tempo in Grecia (16 mila) e in Italia (24 mila), oggetto di una decisione di ripartizione tra i Paesi Ue presa prima dell\u2019estate. In base a questa decisione andrebbero via dall\u2019Italia in 15.600, di cui 4.027 in Germania e 3.064 in Francia.<\/p>\n Altri dati rilevanti sono le 800 mila domande di asilo che la Germania si attende per quest\u2019anno e i 4 milioni di siriani sfollati in altri Paesi mediorientali e in Turchia, che potrebbero a breve giungere in Europa. Soffermiamoci sul dato \u201ccerto\u201d dei 24 mila rifugiati in Italia che, attraverso il \u201cPiano di ricollocamento in altri Paesi dell\u2019Ue\u201d approvato dal Consiglio dei ministri dell\u2019Interno dell\u2019Ue – piano operativo dal 15 agosto 2015 al 16 settembre 2017 -, dovrebbe far diminuire notevolmente la presenza in Italia e in Grecia di quanti richiederanno asilo nei prossimi due anni.<\/p>\n A esserne convinta \u00e8 anche la responsabile della Caritas diocesana di Perugia, Daniela Monni<\/strong>, nel commentare i dati sul numero dei profughi\/migranti in Umbria. Allo scorso 8 settembre erano 1.515 provenienti in gran parte dall\u2019Africa e dall\u2019Asia meridionale, di cui 1.151 richiedenti asilo (906 in provincia di Perugia e 245 in quella di Terni) e 364 ospitati in strutture \u201cSprar\u201d (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati).<\/p>\n La quota massima assegnata dal ministero dell\u2019Interno all\u2019Umbria \u00e8 di 1.932 persone. \u201cQuesta quota si spera che possa diminuire – rileva Monni – se l\u2019Ue desse seguito al suo Piano di ricollocamento. Stiamo vivendo una fase delicatissima, che richiede l\u2019impegno di tutti gli Stati, e non solo europei. Soprattutto, occorre rimuovere le cause che sono all\u2019origine di questo esodo, in primis<\/em> il conflitto siriano e l\u2019avanzata dell\u2019Isis in Medio Oriente e nel Maghreb, oltre al problema della povert\u00e0 legato sempre alle guerre destabilizzanti intere aree del Continente africano\u201d.<\/p>\n Per quanto riguarda l\u2019accoglienza l\u2019Italia sta facendo la sua parte, disponendo di 21.817 posti per i richiedenti asilo, distribuiti in 376 comuni. Lo ha riferito alla Camera, il 23 settembre, il ministro Angelino Alfano, annunciando che \u00e8 gi\u00e0 in fase di registrazione il drcreto che prevede l\u2019attivazione di altri 10mila posti per il biennio 2016-2017.<\/p>\n Intanto, la vera sfida europea si gioca sui cosiddetti hotspot<\/em>, in cui i profughi dovrebbero farsi identificare. Si tratta dei centri di accoglienza gestiti da 4 agenzie dell\u2019Ue e dalle autorit\u00e0 locali, che dovrebbero essere attivati a giorni in Grecia e Italia. Il nostro ministero dell\u2019Interno fa sapere che dal 1\u00b0 ottobre l\u2019Italia \u201c\u00e8 pronta a partire con gli hotspot<\/em>\u201d.<\/p>\n In questo stesso giorno, nel suo piccolo, \u201c\u00e8 pronta anche la Caritas diocesana di Perugia \u2013 annuncia la responsabile \u2013 nel rendere fruibile una sua struttura di accoglienza per 23 persone\u201d. Inoltre, prosegue Daniela Monni, \u201cle Caritas umbre hanno raccolto la disponibilit\u00e0 di numerose parrocchie e di diversi privati benefattori a ospitare gruppi e famiglie di profughi. Quest\u2019accoglienza va coordinata di concerto con le istituzioni civili competenti, trattandosi di accoglienza di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale\u201d.<\/p>\n Il punto sullo stato di organizzazione di ciascuna Caritas diocesana a ospitare i profughi per un periodo di tempo sar\u00e0 fatto alla Delegazione regionale Caritas del 26 settembre. Come evidenzia anche il direttore Monni, \u201cper queste persone l\u2019Italia \u00e8 terra di passaggio per raggiungere famiglie e comunit\u00e0 in altri Paesi europei, dove sono convinte di trovare maggiori opportunit\u00e0 lavorative e di inserimento sociale\u201d.<\/p>\n <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Stando ai numeri che vengono snocciolati quotidianamente dai media nazionali sull\u2019emergenza profughi, come si fa a non paragonare questo fenomeno all\u2019\u201cEsodo biblico\u201d? Sono cifre superiori a qualsiasi altra crisi di rifugiati dalla Seconda guerra mondiale, con 500 mila persone giunte in Europa dal Medio Oriente e dall\u2019Africa dall\u2019inizio del 2015 (fonte: Ansa). 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