{"id":435,"date":"2012-01-16T10:29:40","date_gmt":"2012-01-16T10:29:40","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=435"},"modified":"2012-01-16T10:34:06","modified_gmt":"2012-01-16T10:34:06","slug":"umbri-un-popolo-pronto-allaccoglienza","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/umbri-un-popolo-pronto-allaccoglienza\/","title":{"rendered":"\u201cUmbri, un popolo pronto all\u2019accoglienza\u201d"},"content":{"rendered":"

La Giornata mondiale del migrante e del rifugiato (15 gennaio), che ha per tema \u201cMigrazioni e nuova evangelizzazione\u201d, in Italia sar\u00e0 celebrata a Perugia. Abbiamo intervistato l\u2019arcivescovo mons. Gualtiero Bassetti, che presier\u00e0 l\u2019eucaristia dell\u2019occasione.<\/p>\n

Quale messaggio, per l\u2019evento, viene da una regione come l\u2019Umbria?
\n\u201cDall\u2019Umbria viene un messaggio molto importante: Perugia \u00e8 stata la prima citt\u00e0 d\u2019Italia ad avere un\u2019Universit\u00e0 per Stranieri. Perugia, a parte la drammatica morte di Meredith Kercher, \u00e8 sempre stata un luogo di convivenza pacifica: c\u2019\u00e8 una consuetudine, da parte del popolo perugino e umbro, all\u2019accoglienza dell\u2019immigrato, dello straniero, del profugo\u201d.<\/p>\n

Il tema \u00e8 \u201cMigrazioni e nuova evangelizzazione\u201d. Come coniugare i due termini?
\n\u201cL\u2019Italia ha un milione di cattolici provenienti da tutto il mondo, ma per la maggior parte gli immigrati sono non cattolici, quindi si pone nei loro confronti la questione della prima evangelizzazione. Inoltre, si registrano ogni anno 25 mila matrimoni misti tra cattolici e non cattolici, che sono una scommessa grande. Dobbiamo poi aiutare la nostra gente a superare la paura del \u2018diverso\u2019: le discriminazioni spesso nascono dai pregiudizi. Siamo infine, come Chiesa italiana, nel decennio dell\u2019educazione, e la prima forma di educazione, il primo atto di carit\u00e0 \u00e8 proprio l\u2019annuncio del Vangelo. Allora, mi sembra che migrazioni e nuova evangelizzazione debbano essere coniugate insieme perch\u00e9 viviamo in una realt\u00e0 nuova, che non si era mai verificata prima\u201d.<\/p>\n

L\u2019Umbria \u00e8 una delle regioni con maggiore presenza di sacerdoti stranieri: quale contributo alla pastorale ordinaria e anche a quella per le comunit\u00e0 etniche?
\n\u201cIn Italia abbiamo 2.300 sacerdoti stranieri: diversi sono in Umbria, anche appartenenti a Ordini religiosi. Per potersi integrare concretamente nella vita delle nostre comunit\u00e0, gli immigrati devono essere seguiti personalmente non solo da sacerdoti dei loro Paesi, ma anche dai nostri preti. Cerchiamo di aiutarli a vivere la ricchezza delle loro liturgie. Dobbiamo partire da questa convinzione: ogni diversit\u00e0 \u00e8 ricchezza, se si sa coniugare nella maniera giusta, facendo naturalmente convergere il tutto verso la comunione. Infatti la Chiesa sa portare il Vangelo in ogni cultura, sa cogliere quanto c\u2019\u00e8 di meglio nelle varie culture proprio per favorire la comunione. Perch\u00e9 la comunione non \u00e8 mai omologazione, piuttosto fa emergere i doni, i carismi, le diversit\u00e0 che ci sono, ma tutti uniti nell\u2019eucaristia e nella Parola\u201d.<\/p>\n

Lei ogni anno celebra una liturgia con i giostrai presenti nel periodo natalizio a Perugia: come \u00e8 nata questa iniziativa?
\n\u201cNacque quando ero vescovo di Piombino-Massa Marittima e, grazie a un sacerdote dei Servi della Chiesa, andai a celebrare un\u2019eucaristia per un gruppo di giostrai a Follonica; vi andai anche l\u2019anno dopo. Quando poi sono giunto ad Arezzo, e ora a Perugia, come vescovo, questo stesso nucleo di giostrai, integrato con altri, \u00e8 venuto anche l\u00ec. Sono 16-17 anni che li incontro: nel periodo che stanno da noi, che \u00e8 di circa due mesi, li aiuto a inserirsi in parrocchia. Li considero un pezzo di comunit\u00e0. Quest\u2019anno, ad esempio, c\u2019era un gruppo di ragazzi ai quali ho fatto seguire il catechismo per alcune settimane: il prossimo anno li ammetteremo alla cresima, se torneranno qui. Il parroco della zona \u00e8 attentissimo: appena arrivano li va a trovare, ha organizzato anche una festa in parrocchia con la presenza del vescovo, in modo da invitare la citt\u00e0 a non sentirli come un corpo estraneo\u201d.<\/p>\n

Quali sono le prospettive per il 2012 rispetto ai problemi dei migranti e dei rifugiati?
\n\u201cLa gente, anche per la crisi economica, tende a chiudersi nel proprio guscio e guarda con sospetto chi arriva, quasi venisse a prendere qualcosa che gi\u00e0 scarseggia per noi. Bisogna aiutare la nostra gente a liberarsi da ogni forma di egoismo e comprendere che ormai il mondo \u00e8 un unico villaggio. Se siamo cristiani, l\u2019annuncio del Vangelo, implicito o esplicito, \u00e8 il nostro primario compito di carit\u00e0 verso gli altri. Ges\u00f9 Cristo, nel mistero dell\u2019Incarnazione, ha preso su di s\u00e9 la nostra pelle e la nostra carne: ci\u00f2 vuol dire che Ges\u00f9 \u00e8 quello straniero, quel migrante, quella famiglia bisognosa. Partendo dalle verit\u00e0 pi\u00f9 profonde della nostra fede abbiamo sempre un aggancio per sperimentare la speranza. Se non portiamo noi la speranza, non la porta nessuno. \u00c8 questa la grande sfida, soprattutto in un momento difficile come il nostro\u201d.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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