{"id":42948,"date":"2015-09-02T16:00:23","date_gmt":"2015-09-02T14:00:23","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=42948"},"modified":"2015-09-02T16:01:42","modified_gmt":"2015-09-02T14:01:42","slug":"il-dono-delleffata-apriti","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/il-dono-delleffata-apriti\/","title":{"rendered":"Il dono dell\u2019Effat\u00e0: \u201cApriti!\u201d"},"content":{"rendered":"
La guarigione del sordomuto di cui ci parla il Vangelo di Marco<\/em> di questa domenica \u00e8 un esempio emblematico di come Ges\u00f9 ristabilisca la piena comunicazione dell\u2019uomo con Dio e con gli altri uomini, della creatura umana col suo Creatore e con i suoi simili. Rileggiamo l\u2019episodio evangelico, per cos\u00ec dire, \u201cal rallentatore\u201d, cercando di evidenziare il valore di segno che esso contiene, ispirandoci anche al messaggio del profeta Isaia proclamato nella prima lettura: quando il Signore verr\u00e0 a salvarci, \u201callora si apriranno gli orecchi dei sordi e grider\u00e0 di gioia la lingua del muto\u201d.<\/p>\n Il brano evangelico \u00e8 ambientato in pieno territorio pagano. Pertanto il sordomuto condotto da Ges\u00f9 diventa sia il simbolo del non-credente che compie un cammino verso la fede, sia il simbolo di ciascuno di noi, in continua conversione. Sordo \u00e8 chi \u00e8 incapace di ascoltare e di comprendere non solo le parole degli uomini, ma anche la Parola di Dio. Muto \u00e8 chi, incapace di rispondere ai messaggi che non riesce a ricevere, mugola suoni inarticolati, ha la lingua impedita, parla poco e male. Insomma non comunica; non riceve e non trasmette, non capisce e non si capisce quando parla.<\/p>\n La prima cosa che Ges\u00f9 fa \u00e8 portare l\u2019uomo lontano dalla folla: lo sottrae a quella \u201crete smagliata\u201d\u00a0di comunicazione intermittente, anzi interrotta, che tiene il sordomuto ermeticamente rinchiuso in una bolla di solitudine dolorosa, come una cella senza porte e senza finestre. Il Signore non vuole dare pubblicit\u00e0 al gesto che sta per compiere, ma non vuole neanche che la sua parola sia \u201ccoperta\u201d dal frastuono delle voci e delle chiacchiere vane dell\u2019ambiente. C\u2019\u00e8 qui un monito e un richiamo per noi: la Parola di Dio, che il Cristo ci trasmette, ha bisogno di silenzio per essere percepita e accolta come parola che guarisce e risana, che riconcilia e ristabilisce la comunicazione.<\/p>\n Vengono poi narrati due gesti compiuti da Ges\u00f9, che Marco descrive in modo colorito e dettagliato: mentre la gente lo aveva pregato solo di imporre la mano sul sordomuto, Ges\u00f9 gli mette le dita negli orecchi, poi con la saliva gli tocca la lingua. Il Maestro di Nazaret non guarisce a distanza; per ripristinare la relazione con quell\u2019uomo impedito, cerca prima di ristabilire il contatto, quindi lo tocca. Ma il miracolo \u00e8 un dono dall\u2019alto, che Ges\u00f9 implora dal Padre: per questo alza gli occhi al cielo – gesto che abbiamo gi\u00e0 notato all\u2019atto di moltiplicare i pani – ed emette un gemito, un sospiro intenso dal profondo. Questo gemito nella preghiera \u00e8 un particolare che ricorre qui per la prima volta, ma si ritrova poi nella Lettera ai Romani<\/em>, proprio a proposito della preghiera cristiana, quando san Paolo parla dello Spirito santo che prega in noi e intercede per noi \u201ccon gemiti inesprimibili\u201d.<\/p>\n Dopo la parola potente di Ges\u00f9 – Effat\u00e0, \u201capriti!\u201d – il sordomuto riprende a udire e a parlare. La folla di quel paese pagano, sbalordita, comprende ci\u00f2 che sta avvenendo ed esplode in quel riconoscimento strabiliante: \u201cHa fatto bella ogni cosa\u201d. Proprio cos\u00ec: quando l\u2019uomo ascolta il suo Signore e gli risponde, non solo lui, ma tutta la creazione torna bella. Nasce il mondo nuovo, come Dio lo aveva pensato \u201cdal principio\u201d.<\/p>\n Parlandoci di Ges\u00f9 come il grande comunicatore, questo Vangelo parla anche di noi: troppo spesso viviamo ognuno per s\u00e9, ripiegati e chiusi nell\u2019involucro impenetrabile del nostro io, e creiamo uno sterminato arcipelago di isolotti inospitali e inaccessibili. Perfino i rapporti umani pi\u00f9 elementari sembrano fatalmente destinati a creare realt\u00e0 a loro volta prigioniere di se stesse e incapaci di apertura reciproca: la coppia chiusa, la famiglia chiusa, il gruppo chiuso, la parrocchia chiusa, la patria chiusa…<\/p>\n Eppure la storia di ciascuno di noi \u00e8 cominciata, al battesimo, con il gesto e la parola di Ges\u00f9: \u201cApriti!\u201d. E il miracolo si \u00e8 compiuto: siamo stati guariti dalla sordit\u00e0 dell\u2019egoismo e dal mutismo della incomunicabilit\u00e0, e siamo stati inseriti nella grande \u201crete\u201d della Chiesa. Possiamo ascoltare Dio che ci parla e riprendere ad annunciare reciprocamente il Suo amore. Siamo diventati \u201cuditori della Parola\u201d (Karl Rahner) e abbiamo ricevuto la gratia Verbi<\/em>, il dono di poter ricevere e trasmettere la Parola di Dio. Siamo stati abilitati a comunicare con Lui e tra di noi e con tutti.<\/p>\n Lasciamo allora che il miracolo si ripeta ancora in ciascuno di noi: con la Sua parola, il Signore ci ha riaperto gli orecchi del cuore e ora ha sciolto il nodo della nostra lingua. Perci\u00f2 professiamo con rinnovato entusiasmo la nostra fede, e comunichiamo con la nostra vita le meraviglie del Suo amore a quanti incontriamo ogni giorno sul nostro cammino.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" La guarigione del sordomuto di cui ci parla il Vangelo di Marco di questa domenica \u00e8 un esempio emblematico di come Ges\u00f9 ristabilisca la piena comunicazione dell\u2019uomo con Dio e con gli altri uomini, della creatura umana col suo Creatore e con i suoi simili. 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