{"id":4273,"date":"2005-01-28T00:00:00","date_gmt":"2005-01-28T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=4273"},"modified":"2005-01-28T00:00:00","modified_gmt":"2005-01-28T00:00:00","slug":"come-mazzaro","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/come-mazzaro\/","title":{"rendered":"Come Mazzar\u00f2?"},"content":{"rendered":"
Il Discorso d’insediamento che il presidente George Walker Bush ha tenuto gioved\u00ec 20 gennaio 2005 di fronte al Congresso Usa mi ha sconcertato. Avvenire l’ha riferito titolando: ‘Bush, la libert\u00e0 contro il regno dell’odio’. Un lampo di memoria: Reagan che addita il mondo socialista come ‘il regno del male’. Siamo in linea. Poi il nostro quotidiano (e Dio sa con quanto maggiore convinzione vorrei pronunciare quel ‘nostro’!) ha disseminato nel paginone dedicato all’evento i punti salienti di quel discorso, in cinque specchietti tutti dello stesso tenore. Primo: ‘Voglio costruire una societ\u00e0 che si regge sulla propriet\u00e0 privata, in cui ci sia meno spazio per il governo e pi\u00f9 per l’iniziativa dei singoli’. Secondo: ‘La libert\u00e0 \u00e8 l’unica forza che pu\u00f2 sconfiggere il terrorismo. Il nostro scopo ultimo \u00e8 la fine della tirannia. L’America cercher\u00e0 di diffondere la democrazia’. Terzo: ‘Faremo la nostra societ\u00e0 pi\u00f9 prospera, libera e giusta: costruiremo una societ\u00e0 di proprietari. Rendere ogni cittadino agente del proprio destino’. Quarto: ‘La libert\u00e0 \u00e8 l’unica risorsa contro la violenza, l’amicizia e l’unit\u00e0 sono la chiave per vincere il terrorismo’. Quinto: ‘La sopravvivenza della nostra libert\u00e0 dipende dal successo della libert\u00e0 in altri paesi. L’America non ha un’influenza illimitata, ma \u00e8 considerevole e noi l’useremo tutta per la causa della libert\u00e0’. Ho chiuso gli occhi e per un attimo mi sono ritrovato professore di Italiano al Liceo classico, con la matita rossobl\u00f9 in mano e tanta voglia di abusare del blu. E di vergare, in calce al temino, un giudizio tranciante: Come Mazzar\u00f2! ‘Una societ\u00e0 di proprietari’: i patemi d’animo di noi idealisti, che, istigati soprattutto dal Papa, continuiamo a sognare una societ\u00e0 di persone, il Mazzar\u00f2 di Verga l’aveva superati di slancio, per lui la propriet\u00e0 era il fondamento del diritto alla vita, punto e a capo; quando, gravemente malato, vedeva passargli davanti un ragazzotto seminudo che scoppiava di salute e camminando scalzo, a lunghi passi, divorava allegramente pane e cipolla, Mazzar\u00f2 borbottava, amareggiatissimo: ‘Guarda chi deve essere in salute: chi non possiede nulla!!’ Uno dei miei ragazzi, uno di quelli che puntualmente storpiano i nomi, si ostina a chiamare Bush ‘George Walzer’. Walzer. Ritmo ternario. Il mondo moderno effettivamente era nato su di uno splendido ritmo ternario: Libert\u00e0, Uguaglianza, Fraternit\u00e0. L’uguaglianza l’hanno messa da parte in nome della ‘giusta disuguaglianza’, la fraternit\u00e0 l’hanno confinata nei paraggi della sagra del paese. Rimane (ma davvero?) la libert\u00e0. Ma ballare il walzer su di una gamba sola non \u00e8 possibile nemmeno per l’eroico Enrico Toti. E provarci non \u00e8 nemmeno il massimo dell’intelligenza.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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