{"id":4268,"date":"2005-01-21T00:00:00","date_gmt":"2005-01-21T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=4268"},"modified":"2015-04-27T10:49:55","modified_gmt":"2015-04-27T08:49:55","slug":"linee-con-questioni-aperte","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/linee-con-questioni-aperte\/","title":{"rendered":"“Linee” con questioni aperte"},"content":{"rendered":"
L’Associazione cristiana residenze anziani e disabili dell’Umbria (Acradu) ha partecipato attivamente alla fase di concertazione per la definizione delle “Linee d’indirizzo in materia di integrazione socio – sanitaria”: incontri tecnici, Gruppo ristretto e Tavolo tematico “Riqualificazione del sistema di welfare” previsto dal Patto di Sviluppo dell’Umbria, che ha dato il via libera definitivo.<\/p>\n
L’Acradu ha espresso parere favorevole nella riunione conclusiva del 29 dicembre, sia perch\u00e9 le integrazioni apportate hanno migliorato il testo originario e sia perch\u00e9 non era pi\u00f9 rinviabile il varo di un documento regionale sull’integrazione socio \u00a0sanitaria che delineasse un quadro complessivo pi\u00f9 certo e mettesse fine a comportamenti difformi e contraddittori delle Asl e dei comuni. In un proprio documento, l’Acradu, oltre ad avanzare osservazioni nel merito dell’Atto d’indirizzo, ha evidenziato come una effettiva integrazione socio ‘ sanitaria sia strettamente correlata al passaggio da una logica di governo esclusivamente istituzionale (Asl e comuni) a una logica di governo comunitario (anche i soggetti sociali) particolarmente urgente nel campo delle politiche territoriali di welfare. Pi\u00f9 precisamente l’Acradu ha denunciato lo scarto che ancora permane tra la pratica corrente e quanto prevede la vigente legislazione nazionale (art. 19, comma 3, della legge 328\/2000) e regionale (Piani sociale e sanitario) riguardo agli Accordi di programma per la definizione dei Piani di zona e alla co – progettazione degli interventi socio \u00a0sanitari tra soggetti istituzionali e sociali.<\/p>\n
L’Acradu ha anche evidenziato altre questioni ancora aperte. AnzianiLa prima riferita alle Residenze protette per gli anziani, la cui normativa per la stipula delle Convenzioni, chiaramente definita a livello regionale, non viene correttamente applicata dalle Asl, in particolare da quelle di Terni e Foligno, con gravi ripercussioni per le famiglie e le Residenze interessate. La seconda questione riguarda i 1.200 posti di residenzialit\u00e0 protetta per gli anziani previsti in Umbria che risultano insufficienti. La terza riguarda la compartecipazione dei comuni alla spesa sociale: da un lato i comuni denunciano la mancanza di risorse economiche per far fronte agli incrementi di spesa, dall’altro non possono essere i comuni a fissarne i criteri, ma dovr\u00e0 essere fatto con apposito Regolamento regionale.<\/p>\n
La stessa esigenza si presenta per gli 800 Assegni di cura degli anziani deliberati dalla Regione: per la loro erogazione dovranno essere emanate precise direttive. DisabiliRiguardo ai disabili l’Acradu ha sollevato tre necessit\u00e0: – che i familiari e gli operatori che seguono quotidianamente i disabili siano normalmente coinvolti all’interno delle Unit\u00e0 multidisciplinari di valutazione delle Asl chiamate ad accertare il grado di disabilit\u00e0 e lo stato socio assistenziale; – la particolare attenzione da riservare alle Strutture convenzionate ex art. 26 della legge 883\/1978 (l’Istituto Serafico, l’Opera don Guanella e la Comunit\u00e0 di Capodarco) nella gestione del passaggio da un regime sanitario a quello socio – sanitario; – la tempestiva definizione degli standard organizzativi e funzionali dei Centri socio – riabilitativi ed educativi residenziali e diurni rinviata ad un successivo Atto amministrativo. Non autosufficientiInfine c’\u00e8 la ventilata istituzione di un fondo regionale per i non autosufficienti alimentato da una tassa di scopo. Forse per una regione come l’Umbria, seconda in Italia per anziani e disabili, tale scelta sar\u00e0 obbligata. Dovranno, per\u00f2, essere chiaramente definiti gli obiettivi, le finalit\u00e0, gli scopi del Fondo e, in primo luogo, le modalit\u00e0 di gestione, per una puntuale e corretta destinazione delle risorse.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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