{"id":4223,"date":"2004-12-24T00:00:00","date_gmt":"2004-12-23T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=4223"},"modified":"2015-05-28T14:53:42","modified_gmt":"2015-05-28T12:53:42","slug":"quattro-gradini-a-scendere","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/quattro-gradini-a-scendere\/","title":{"rendered":"Quattro gradini, a scendere"},"content":{"rendered":"
‘Dio s’\u00e8 fatto come noi \/\/ per farci come lui’. Parole belle, musica troppo cantabile. Troppo. Tutto quello che \u00e8 troppo cantabile rischia di diventare un ritornello da fischiettare la mattina in bagno. Ci vorrebbe una musica’: come quella del Salterio monastico di Camaldoli, mai scontata. Il Bambino paffutello e sorridente, la Madonna tutta concentrata in Lui, san Giuseppe commosso e incerto: devo adorarlo o devo proteggerlo? Questo \u00e8 il terzo gradino, a scendere. Il primo fu quando Dio cre\u00f2 il mondo. ‘Non fu un atto di espansione di s\u00e9, bens\u00ec di limitazione, di rinuncia’ – commenta Simone Weil nell’ ‘Attente de Dieu’- poich\u00e9 ‘Dio con tutte le creature \u00e8 qualcosa di meno che Dio da solo’. E ancora: ‘Con l’atto creatore Dio si \u00e8 negato in nostro favore, per offrirci la possibilit\u00e0 di rinnegarci per lui’. Quello, dei gradini a scendere, fu il primo. Il secondo fu quando Lui si scelse un popolo con il quale allearsi, condizionando ad esso il cammino nella storia che aveva deciso di intraprendere. Dio mio, ma non c’era qualcosa di meglio al mondo? Eppure era da un pezzo che lo sapevano tutti (immaginarsi Tu!!): quello \u00e8 ‘Popolo di dura cervice’. E questo della Notte Santa \u00e8 il terzo gradino, a scendere. Sempre pi\u00f9 in basso. ‘Pur essendo di natura divina, non consider\u00f2 un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogli\u00f2 se stesso’. Come quando vai a letto la sera e lasci il vestito sulla spalliera della sedia. Inerte, inutilizzabile. Spogli\u00f2 se stesso. Terzo gradino a scendere. Il quarto e ultimo gradino sar\u00e0 la croce. E sulla croce quel grido straziante. ‘Mio Dio, perch\u00e9 mi hai abbandonato?’ Guardo il bambino, le sue labbra rosate, le sue pappette rubizze appena. ‘Mio Dio, perch\u00e9 mi hai abbandonato?’ Ma come si fa ad abbandonare un esserino cos\u00ec dolce, con una mamma e un pap\u00e0 cos\u00ec dolci? Dolci, e anche felici, in questa notte magica. Ma hanno alle spalle mesi di dubbi lancinanti, e di silenziosa preghiera appassionata, e di tensione estrema per riuscire a fidarsi l’uno dell’altra e, tutt’e due insieme, per riuscire a fidarsi di Dio. Arriver\u00e0 il quarto gradino, a scendere, e Giuseppe non sar\u00e0 pi\u00f9 presente. Toccher\u00e0 alla Madonna delle Sette Spade evocarlo, accanto al sepolcro di Ges\u00f9. Scuotendo il capo: ‘Vedi, Giuseppe, dov’\u00e8 arrivato il nostro Ges\u00f9?!’. Una lacrima sul ciglio: ‘Vedi, Giuseppe’, in basso, talmente in basso che quel suo paurosissimo grido straziante m’ha trafitto le tempie, m’ha lacerato le viscere’ Credevo di morire’. Poi, sorridendo: ‘Ed \u00e8 subito diventato il punto pi\u00f9 alto della storia’. Quattro gradini: A scendere, nel cuore della storia. A salire, nel cuore di Dio. Buon Natale!<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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