{"id":4218,"date":"2004-12-17T00:00:00","date_gmt":"2004-12-17T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=4218"},"modified":"2004-12-17T00:00:00","modified_gmt":"2004-12-17T00:00:00","slug":"ast-piccoli-passi-avanti","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/ast-piccoli-passi-avanti\/","title":{"rendered":"Ast: piccoli passi avanti"},"content":{"rendered":"
\u00c8 sempre viva l’attenzione in citt\u00e0 per la situazione dell’Ast, in attesa del vertice a palazzo Chigi. Una situazione fluida, nel succedersi di riunioni, incontri pi\u00f9 o meno chiarificatori, con l’unica certezza, finora, che il reparto Magnetico dell’Ast sar\u00e0 chiuso entro il settembre 2005, secondo le prospettive della multinazionale tedesca. Decisione ribadita dal nuovo presidente del comitato esecutivo della ThyssenKrupp Acciai speciali Terni Michael Rademacher, nominato a seguito delle dimissioni di Giovanni Bertoni. \u00c8 sulla produzione dell’inossidabile, che ha garantito nello scorso anno 700 milioni di euro, che la Tk punta per il futuro del polo siderurgico ternano, con lo sviluppo di nuove produzioni di acciaio speciale e di qualit\u00e0, per le quali sono previsti investimenti cospicui. ‘La produzione del magnetico – ha precisato Rademacher – ha subito negli ultimi due anni perdite per oltre 75 milioni di euro e non \u00e8 in grado di competere con altri produttori’. Lo stesso, smentita la chiusura della Societ\u00e0 delle Fucine e della Titania, ha fatto riferimento anche al Centro servizi, come struttura da potenziare, e al Tubificio per il quale sono in cantiere iniziative tecnologiche mirate per aumentarne l’attivit\u00e0. Ha quindi dato sicure garanzie per l’occupazione dei 350 dipendenti, che dal magnetico passerebbero alla produzione dell’acciaio inossidabile, e in qualche caso con il ricorso probabile agli ammortizzatori sociali. Sulla questione \u00e8 intervenuto il vescovo di Terni mons. Vincenzo Paglia, che ha seguito personalmente la vicenda. ‘\u00c8 necessario che non si prendano decisioni unilaterali contravvenendo agli accordi raggiunti in precedenza – sottolinea il Presule ternano – anche se ritengo che siano stati fatti dei passi positivi come l’assicurazione del mantenimento dell’occupazione e degli investimenti previsti per l’acciaieria. Quel che conta \u00e8 la riproposizione di un tavolo di concertazione, aperto e senza pregiudiziali, per evitare rotture che porterebbero a conseguenze traumatiche per tutti. Ma il necessario sviluppo dell’impresa non pu\u00f2 prescindere dalle ragionevoli garanzie richieste dai lavoratori’. Lo stesso Vescovo ha avuto un colloquio con il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gianni Letta ‘il Governo \u00e8 stato finora determinante nella risoluzione della precedente crisi e la riapertura del tavolo delle trattative \u00e8 il segno di far pesare la forza governativa a livello contrattuale’ afferma il Presule. Un passo ulteriore mons. Paglia lo suggerisce in prospettive a lungo termine per il territorio ternano perch\u00e9 ‘la vicenda ripropone alla citt\u00e0 la fretta d’individuare orizzonti produttivi pi\u00f9 ampi, l’urgenza di focalizzare nuove prospettive di sviluppo’ ha sottolineato mons. Paglia. ‘Infatti, mentre ci si adopera per rendere l’industria dell’acciaio competitiva a livello internazionale, deve sorgere un dibattito costruttivo su nuove prospettive’. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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