{"id":4203,"date":"2004-12-17T00:00:00","date_gmt":"2004-12-17T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=4203"},"modified":"2004-12-17T00:00:00","modified_gmt":"2004-12-17T00:00:00","slug":"il-programma-politico-dello-statuto","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/il-programma-politico-dello-statuto\/","title":{"rendered":"Il ‘programma politico’ dello Statuto"},"content":{"rendered":"

Si definiscono principi, generali e programmatici, ed indicano le scelte ‘politiche’, di ‘valore’ dello Statuto. Sono i primi 19 articoli che Roberta Vinerba ha letto per noi trovandovi due ‘anime’: quella personalista e un’altra liberal-radicaleSullo statuto regionale, dopo la sentenza della Corte costituzionale, si continua a parlare. Si attendono gli sviluppi sul piano strettamente giuridico e sulle tappe prossime della approvazione definitiva e insieme della definizione della legge elettorale. Ma \u00e8 interesse dei cittadini anche conoscere i contenuti di quegli articoli che descrivono l’identit\u00e0 regionale, i valori su cui si fonda la sua autocoscienza e i criteri su cui intende orientare la sua azione futura. Lo Statuto, infatti, costituisce la regola primaria sulla base della quale tutti gli altri provvedimenti successivi dovranno commisurarsi. Abbiamo chiesto a Roberta Vinerba una riflessione sui primi diciannove articoli, non per fare un’esame o dare dei voti, e tanto meno per fare polemica, quanto per suggerire alcune piste di lettura e porle a confronto con altre possibili valutazioni, che attendiamo da parte dei nostri lettori. Perch\u00e8 abbiamo scelto questi articoli? Perch\u00e8 fanno parte dei ‘Principi generali’ e dei ‘Principi programmatici’, ovvero quel tipo di norme che la Corte Costituzionale nella recente sentenza 378 sullo statuto dell’Umbria definisce come ‘enunciazioni’, ‘proclamazioni’ da collocare ‘sul piano dei convincimenti espressivi delle diverse sensibilit\u00e0 politiche presenti nella comunit\u00e0 regionale al momento dell’approvazione dello statuto’. Leggere i primi 19 articoli dello Statuto Regionale Umbro si ha l’impressione di essere di fronte ad un legislatore in difficolt\u00e0 nel tenere unite due visioni diverse dell’uomo. Emergono cose molto buone, come ad esempio l’articolo 16 relativo alla sussidiariet\u00e0, ed altre decisamente rovinose quali il famoso articolo 9 comma 2 sulla tutela delle forme di convivenza ed anche il 2, piuttosto verboso e confuso: vuole dire molto e in ultimo non dice nulla. Lo Statuto \u00e8 un lavoro a tratti ben fatto, e lo \u00e8 in quelle parti che realmente accolgono lo spirito personalista della Costituzione italiana che recep\u00ec, quale bussola orientativa di tutto l’impianto, la centralit\u00e0 e la dignit\u00e0 della persona umana, del suo venire al mondo al modo di uomo e di donna, di essere spirituale – razionale per il quale la relazione \u00e8 costitutiva del suo stesso esistere e che non raggiunge la propria perfezione se non trascendendo l’ordine materiale delle cose. Costitutivi della persona sono i diritti di libert\u00e0 che non sono mai disgiunti da quelli di solidariet\u00e0 (essere messi in condizione di esercitare i diritti di libert\u00e0). L’individuo invece ha al proprio centro se stesso quale portatore di diritti di libert\u00e0 ai quali non sono immediatamente legati quelli di solidariet\u00e0, lo sviluppo integrale dell’altro non riguarda necessariamente la realizzazione della propria umanit\u00e0. Negli articoli programmatici dello Statuto a tratti fa capolino l”uomo – individuo’ a tratti la ‘persona umana’ la quale, perch\u00e9 possa svilupparsi integralmente deve essere posta in grado di essere artefice del proprio sviluppo. Bene allora l’articolo 5 che ripudia ogni discriminazione, anche se la formulazione ‘orientamento sessuale’ lascia aperto il campo all’ambiguit\u00e0 dell’ideologia di genere che sembra esservi sottesa (la natura biologica non sarebbe normativa nell’orientamento sessuale). Bene anche l’articolo 7 sulla parit\u00e0, anche se la ‘fascia protetta’ per le donne all’accesso delle cariche pubbliche, ricorda una sorta di gabbia ideologica della quale comunque lo statuto recepisce dall’orientamento nazionale. Bene tutto quello che \u00e8 integrazione, sviluppo solidale di collaborazione e sussidiariet\u00e0. A tal proposito va ricordato l’articolo 8 (relazioni con gli umbri all’estero e con gli immigrati); il 10 che si fa carico della cooperazione tra le regioni; l’11 che vuole tutelare la memoria storica attraverso la memoria del territorio (l’uomo \u00e8 anche le proprie radici). Bene ancora il 13 che pone al centro dell’interesse sanitario la persona malata, oggetto dell’attenzione di variegati soggetti (utenti, cittadini, associazioni di volontariato) ed anche l’articolo 14 sull’istruzione del quale speriamo che la valorizzazione dell’autonomia di tutte le istituzioni scolastiche voglia dire l’impegno di offrire alle famiglie la reale libert\u00e0 di scelta educativa per i propri figli. Cos\u00ec come il 15 tratta il lavoro umano come un diritto di libert\u00e0, l’impresa come bene sociale e la piena occupazione come obiettivo primario. \u00c8 evidente che la forma sottesa a questi articoli \u00e8 il n. 16 relativo alla sussidiariet\u00e0 come ‘principio dell’azione politica e amministrativa della Regione’. Il principio assicura e favorisce l’autonomia di iniziativa dei cittadini e delle associazioni (corpi intermedi) e delle istituzioni a vari livelli di competenza. Qui \u00e8 rispettata la crescita della persona che si sviluppa non solipsisticamente ma inserita in comunit\u00e0, a partire dalla famiglia. E qui veniamo all’articolo 9: insieme al riconoscimento dei diritti della famiglia fondata sul matrimonio (religioso o civile che sia) la tutela di altre forme di convivenza \u00e8 una brutta ripetizione di quanto affermato nell’articolo 5 sul ripudio di ogni discriminazione. Ciascuno pu\u00f2 convivere con chi vuole, \u00e8 un fatto che tocca la sfera privata, ma non \u00e8 utile per la societ\u00e0 che ad un contratto privato tra due individui venga chiesto il riconoscimento di contratto pubblico, al quale sono connessi anche doveri,. La famiglia costruisce la societ\u00e0. Il Pacs, ad esempio costruisce cosa, oltre alla disgregazione del sistema sociale? Altro motivo di perplessit\u00e0 lo troviamo nell’articolo 2 titolato ‘identit\u00e0 e valori’. Tra i valori che la Regione assume a fondamento della propria identit\u00e0 si trova la pace. E ci mancherebbe! Ma qual \u00e8 il motivo per il quale l’Umbria \u00e8 detta ‘terra di pace?’ Da dove nasce la vocazione europeista citata nel detto articolo? E il fumoso patrimonio spirituale fondato sulla storia civile e religiosa dell’Umbria a cosa si riferisce in realt\u00e0? Ci sono due fantasmi che si aggirano entro le pieghe dell’articolo, quelli di san Francesco uomo di pace e di san Benedetto i cui monaci hanno ‘fatto’ l’Europa. Davvero la resistenza e il Risorgimento citati quale fonte storica dell’Umbria, rendono ragione di tutto quello che \u00e8 affermato nell’articolo 2? Crediamo proprio di no. La mancata menzione delle due figure evidenzia l’anima nascosta, ideologica e forse massonica, dello Statuto che tratta valori laici come il leale riconoscimento della storia come confessionali. La Chiesa continua la sua missione anche senza tale menzione, \u00e8 la societ\u00e0 sganciata dalle sue radici che rischia una brutta fine. Questo problema della memoria storica \u00e8 ben trattato dall’articolo 10 che in questo contesto, per\u00f2, spunta come un fungo. Di quale memoria si tratta, \u00e8 la domanda che sorge spontanea alla lettura l\u00e0 dove si parla di ‘valorizzazione delle vocazioni territoriali’? Ecco dunque evidenziate le due anime dello Statuto, personalista e liberale – radicale, che sono alla base dei problemi che tale carta ha sollevato. Sarebbe, in ultimo, interessante domandarsi, al di l\u00e0 delle trombe ideologiche, se davvero \u00e8 questa la cultura condivisa di tanta gente della nostra regione, dei tanti che chiedono che i principi programmatici siano espressione della cultura condivisa e non un cavallo di Troia per aprire la strada a normative che interessano una \u00e9lite ideologica che ha in progetto di cambiare la cultura ‘dall’alto’.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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