{"id":41894,"date":"2015-08-05T17:01:24","date_gmt":"2015-08-05T15:01:24","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=41894"},"modified":"2015-08-06T12:28:42","modified_gmt":"2015-08-06T10:28:42","slug":"per-il-rilancio-occorre-internazionalizzare","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/per-il-rilancio-occorre-internazionalizzare\/","title":{"rendered":"Per il rilancio occorre internazionalizzare"},"content":{"rendered":"
\"Detroit,<\/a>
Panorama di Detroit una delle citt\u00e0 del Midwest Usa con un alto potenziale di espansione per l’export made in Italy<\/figcaption><\/figure>\n

Sono stati presentati a Roma il Rapporto Ice 2014-2015 e l\u2019Annuario Istat-Ice 2015, due strumenti che hanno l\u2019obiettivo di fornire un\u2019ampia base informativa nazionale e internazionale sugli scambi di merci e servizi e sugli investimenti diretti esteri.<\/p>\n

La presentazione \u00e8 stata fatta da Riccardo Monti<\/strong>, presidente dell\u2019Ita (Italian Trade Agency) Ice e da Roberto Monducci<\/strong>, direttore di Dipartimento dell\u2019Istat; ha concluso i lavori il vice ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda<\/strong>.<\/p>\n

Monti ha evidenziato proprio il collegamento tra lavoro analitico e azioni da attuare all\u2019interno del Piano per il made in Italy, elaborato con il Ministero per definire gli obiettivi quantitativi e valorizzare e indirizzare al meglio gli investimenti pubblici e privati sulle aree dove abbiamo i maggiori vantaggi competitivi e a pi\u00f9 forte potenzialit\u00e0 di crescita, per sfruttare i segnali positivi che provengono dallo scenario internazionale: previsioni di crescita del Pil mondiale del 3,3% nel 2015 e del 3,8 nel 2016, degli scambi di merci e servizi del 4,1% nel 2015 e del 5 nel 2016, diminuzione delle barriere commerciali e imminente conclusione di ulteriori negoziati multilaterali e preferenziali, a partire dalla partnership transatlantica (Ttip).<\/p>\n

Per l\u2019Italia i segnali di ripresa economica dopo la recessione iniziata nel 2008, registrati nei primi mesi del 2015, evidenziano come l\u2019intensificazione dei processi di integrazione internazionale del Paese (scambi commerciali, accordi di distribuzione e produzione, investimenti esteri) siano il principale fattore dello sviluppo. Occorre ora valorizzare il circolo virtuoso che lega l\u2019apertura internazionale alla capacit\u00e0 innovativa delle imprese e al potenziale di sviluppo del sistema sociale del Paese.<\/p>\n

La quota di mercato delle esportazioni italiane \u00e8 cresciuta nel 2014, consolidandosi al 2,8%, e il rapporto tra esportazioni e Pil \u00e8 passato dal 28,2% del 2013 al 29,2% nel 2014. Per quanto riguarda la propensione all\u2019export, Monti ha indicato un obiettivo a medio termine ambizioso, ma non impossibile per un Paese manifatturiero e trasformatore come il nostro: raggiungere il 40% del Pil.<\/p>\n

Dove andiamo forte<\/strong><\/p>\n

I mercati pi\u00f9 dinamici per il made in Italy, nei primi 5 mesi del 2015 sono stati gli Sati Uniti, con un boom del +28% (Monti ha indicato in particolare l\u2019area del Midwest, da sempre marginale nel nostro export, come la pi\u00f9 potenziale), seguiti dall\u2019India (+14,2%), dal Medio Oriente (+11,6%), dal Regno Unito (+9,4%), ma buone performances<\/em> hanno registrato anche Repubblica Ceca, Polonia, Oceania, Spagna e Turchia.<\/p>\n

La meccanica si conferma come la \u201cportaerei\u201d dell\u2019export italiano, ma molto bene stanno andando anche l\u2019agro-alimentare, la farmaceutica, la chimica e, tra i settori intermedi, il tessile-abbigliamento, i metalli e i mobili.<\/p>\n

Il numero di esportatori nel 2014 ha raggiunto il record storico di 212.023 unit\u00e0, ma l\u2019obiettivo \u00e8 un incremento ulteriore del 10% da realizzare anche attraverso un\u2019azione di contatto capillare sul territorio con iniziative come i road-show<\/em>, una maggiore attivit\u00e0 di formazione e di assistenza tecnica, in particolare anche con lo strumento dei voucher per i temporary export manager<\/em>.<\/p>\n

Nelle politiche di sostegno pubblico all\u2019internazionalizzazione, prima frammentate e spesso sovrapposte tra tanti enti erogatori, si \u00e8 registrato un riassorbimento e un maggior coordinamento tra Ita-Ice, Camere di commercio e Regioni, utilizzando gli strumenti gi\u00e0 messi in piedi e il lavoro fatto nell\u2019ultimo biennio.<\/p>\n

Umbria… poco propensa<\/strong><\/p>\n

L\u2019Umbria nel 2014, con un export di 3.438 milioni di euro, \u00e8 rimasta una regione con una bassa propensione all\u2019export: 0,9% del peso dell\u2019export umbro sul totale Italia, 18,0% del rapporto export\/Pil (in Italia in media \u00e8 del 28,2%), 10.741 euro export per occupato (Italia: 20.506 euro).<\/p>\n

Anche in Umbria doveva essersi verificato il processo di coordinamento del sostegno pubblico all\u2019internazionalizzazione, con la trasformazione nel 2010 del Centro estero dell\u2019Umbria in Uta – Umbria Trade Agency<\/em>, ma permane ancora una frammentazione dei soggetti e delle iniziative per la promozione dell\u2019internazionalizzazione, che, in presenza di risorse finanziarie e umane insufficienti (Uta ha mantenuto sostanzialmente invariato l\u2019organico del Centro estero, ma nel contempo \u00e8 stata chiusa la sede regionale dell\u2019Ice e il relativo personale \u00e8 stato spostato su altri uffici pubblici), pur avendo realizzato importanti progetti, che hanno coinvolto oltre 600 imprese, non si \u00e8 potuto ancora realizzare quel salto di qualit\u00e0 necessario per aumentare il numero di esportatori, per l\u2019ampliamento del ventaglio geografico dei mercati serviti e l\u2019erogazione di adeguati servizi di formazione, informazione e assistenza tecnica e promozionale.<\/p>\n

L\u2019Uta ha un presidente che \u00e8 tra i campioni nazionali dell\u2019internazionalizzazione e dell\u2019innovazione, un direttore che ha portato in dote la professionalit\u00e0 e le skills maturate in Italia e all\u2019estero all\u2019interno dell\u2019Ice, uno staff con una lunga e consolidata esperienza nell\u2019assistenza alle imprese umbre, ma il programma promozionale annuale va inserito all\u2019interno di un piano di marketing internazionale a medio-lungo termine, che identifichi obiettivi quantitativi precisi, obiettivi qualitativi chiari, azioni, modalit\u00e0 e mezzi adeguati per realizzarli, mettendo in piedi anche un sistema di monitoraggio dei risultati conseguiti.<\/p>\n

Un cambiamento di verso necessario che coinvolge in primis i policy maker (Regione), poi le altre istituzioni (Camere di commercio, Agenzie regionali per l\u2019innovazione e lo sviluppo, ecc.), imprese, meglio ancora reti e cluster di imprese, e loro associazioni e il mondo della formazione (universit\u00e0, scuola, agenzie formative), professionisti e altri operatori del terziario avanzato che supportano i processi di internazionalizzazione d\u2019impresa.<\/p>\n

Ma un innalzamento dell\u2019asticella \u00e8 necessario anche per gli imprenditori: serve una maggiore cultura dell\u2019internazionalizzazione, soprattutto da parte dei giovani imprenditori, \u201cnativi digitali\u201d e spesso globe trotter, un maggior investimento di risorse in capitale umano e in spese di promozione \/ distribuzione sui mercati esteri, una visione di lungo periodo, senza la quale un processo di internazionalizzazione efficace non ha possibilit\u00e0 di successo.<\/p>\n

 <\/p>\n

In conclusione<\/strong><\/p>\n

Una maggiore internazionalizzazione pu\u00f2 promuovere il rilancio del\u2019economia della nostra regione: una condizione indispensabile e improrogabile per garantirne lo sviluppo e dare speranza ai nostri giovani che passano da un corso a uno stage<\/em>, a un tirocinio formativo, a una collaborazione professionale precaria, intervallati da periodi di inattivit\u00e0 e di vana ricerca di un impiego coerente con il proprio curriculum e le proprie aspirazioni professionali, salvaguardando nel contempo la coesione sociale.<\/p>\n

Una sfida dura, ma stimolante, che ci coinvolge tutti, attori pubblici e privati, in primis il nuovo Consiglio e la nuova Giunta regionale. I compiti stavolta non li assegna l\u2019Europa, ma il Mercato globale!<\/p>\n

 <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

Sono stati presentati a Roma il Rapporto Ice 2014-2015 e l\u2019Annuario Istat-Ice 2015, due strumenti che hanno l\u2019obiettivo di fornire un\u2019ampia base informativa nazionale e internazionale sugli scambi di merci e servizi e sugli investimenti diretti esteri. La presentazione \u00e8 stata fatta da Riccardo Monti, presidente dell\u2019Ita (Italian Trade Agency) Ice e da Roberto Monducci, […]<\/p>\n","protected":false},"author":393,"featured_media":0,"comment_status":"open","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_acf_changed":false,"footnotes":""},"categories":[1082],"tags":[1110,3096],"acf":[],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/41894"}],"collection":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/393"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=41894"}],"version-history":[{"count":8,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/41894\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":42028,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/41894\/revisions\/42028"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=41894"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=41894"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=41894"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}