{"id":4158,"date":"2004-11-19T00:00:00","date_gmt":"2004-11-18T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=4158"},"modified":"2021-11-11T15:48:53","modified_gmt":"2021-11-11T13:48:53","slug":"attiviamo-la-solidarieta","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/attiviamo-la-solidarieta\/","title":{"rendered":"“Attiviamo la solidariet\u00e0”"},"content":{"rendered":"

Un incontro dibattito dal titolo Mobilit\u00e0 sociale e disuguaglianze: il caso Umbria per presentare anche a Spoleto il terzo rapporto dell’Osservatorio sulle povert\u00e0 in Umbria. Organizzato dalla Caritas di Spoleto – Norcia, \u00e8 stato coordinato da Daniele Benedetti, vicesindaco di Spoleto. Come ex assessore alle politiche sociali, seguendo tuttora le politiche della formazione e del lavoro insieme all’assessore Cristofori, Benedetti ha tenuto ad affermare come nella nostra citt\u00e0 ci siano numerose situazioni di povert\u00e0 quotidiana. “Ci sono fasce di povert\u00e0 sempre pi\u00f9 ampie e sempre pi\u00f9 ampie sono le fasce di popolazione inglobate in queste tematiche. Le categorie in questione – ha detto Daniele Benedetti – sono famiglie che, anche monoreddito, non riescono ad arrivare alla fine del mese”. Dovremmo quindi cambiare la nostra idea di povert\u00e0, i poveri non sono solo anziani o stranieri, ma anche famiglie con persone che, perdendo il posto di lavoro, si trovano in povert\u00e0. Per quanto riguarda il Comune, il Vicesindaco ha illustrato i provvedimenti in fase di attivazione: il progetto che riguarda le abitazioni, coinvolgendo i soggetti interessati per sistemare in maniera stabile i nuclei familiari, e il progetto delle unit\u00e0 di formazione lavoro, per creare una rete tra enti e istituzioni per garantire ai ragazzi e alle giovani coppie un lavoro. Paolo Montesperelli, sociologo e curatore del rapporto Aur (Agenzia Umbria Ricerche), ha esposto i risultati dell’indagine, puntando l’attenzione sulla disuguaglianza sociale, che \u00e8 alle radici della povert\u00e0, e che deriva dalle caratteristiche principali della nostra societ\u00e0, dalla concentrazione delle risorse e delle opportunit\u00e0. Dopo aver illustrato la situazione globale – citiamo solo che all’interno dei paesi industrializzati sono dieci milioni le persone che soffrono la fame – il professore ha spiegato che l’Umbria appartiene ad un gruppo di regioni poste a met\u00e0 nella scala di quelle ricche e quelle povere, trovandosi in un’area di lieve sottosviluppo. Nonostante questo il divario tra ricchi e poveri \u00e8 sempre pi\u00f9 ampio, i cosiddetti coefficienti di disuguaglianza sono pi\u00f9 evidenti. I giovani vengono agevolati ma non tutti nella stessa misura, chi appartiene ad una categoria sociale tende a rimanere in essa, sono davvero pochi quelli che riescono a salire sulla ‘scala’ della societ\u00e0. Mons. Riccardo Fontana, arcivescovo e delegato Ceu per le Caritas, ha fatto riferimento invece anche all’esperienza della Caritas, ente che nel territorio cerca di farsi garante dei poveri. Chi si presenta a chiedere aiuto non \u00e8 solo lo straniero: ben 3 assistiti Caritas su 10 sono umbri. “Nella mensa della misericordia – ha ricordato mons. Fontana – abbiamo una costante presenza di gente che viene a mangiare perch\u00e9 non ne ha. Ma tanti non vengono invece perch\u00e9 si vergognano! C’\u00e8 proprio una condizione di sofferenza, una situazione preoccupante”. Ed allora ecco l’invito ad “uscire fuori dal Nirvana”: “Guardiamoci intorno, cerchiamo di attivare la solidariet\u00e0.” E le istituzioni cosa fanno? Il consigliere regionale Giampiero Bocci ha voluto riproporre la tassa dello scopo: togliere una cifra minima a tutti i cittadini per migliorare la vita di quelli in difficolt\u00e0. Ha inoltre ribadito come per lui il welfare e lo sviluppo debbano camminare di pari passo, anzi siano complementari: “Noi dobbiamo rovesciare una impostazione che interpreta il welfare come un freno ed un ostacolo allo sviluppo”. L’assessore all’istruzione, formazione e lavoro, Patrizia Cristofori, ha sostenuto con fermezza che il grande problema della povert\u00e0 “non \u00e8 un problema di destre o sinistre, ma di politiche. La scuola non basta pi\u00f9, anche la scolarizzazione non \u00e8 pi\u00f9 una risposta ai problemi occupazionali; \u00e8 un problema di carattere culturale.” <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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