{"id":41105,"date":"2015-07-30T10:32:29","date_gmt":"2015-07-30T08:32:29","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=41105"},"modified":"2015-07-30T10:52:34","modified_gmt":"2015-07-30T08:52:35","slug":"icone-serbe-degli-z%cf%89grafi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/icone-serbe-degli-z%cf%89grafi\/","title":{"rendered":"Icone serbe degli z\u03a9grafi"},"content":{"rendered":"
\"Hristofor<\/a>
Hristofor Zefarovic, San Demetrio, 1735 circa<\/figcaption><\/figure>\n

La Galleria nazionale dell\u2019Umbria ospita dal 23 luglio al 25 ottobre la mostra \u201cZ\u03a9grafi. Icone serbe fra tradizione e modernit\u00e0. Paralleli\u201d. L\u2019esposizione raccoglie 34 icone serbe della prima met\u00e0 del XVIII secolo provenienti dalla collezione della Galleria di Matica Srpska di Novi Sad; una di queste, la \u201cMadonna della Consolazione\u201d viene messa in parallelo, come sottolineato anche nel titolo della mostra, con tre icone rappresentanti la \u201cMadonna del Latte\u201d della Galleria nazionale dell\u2019Umbria.<\/p>\n

Le 34 icone, che fanno parte di una ben pi\u00f9 ampia raccolta di icone conservate nella Galleria serba, \u201crappresentano – spiega a La Voce<\/em> Daniela Korolija Crkvenjakov<\/strong>, conservatrice e restauratrice della Galleria serba – come un ponte tra il tradizionale stile post-bizantino e le aspirazioni dell\u2019arte barocca dell\u2019Europa centrale a dimostrazione che pur all\u2019interno del chiuso impero ottomano le influenze esterne, grazie agli Asburgo, riuscirono a penetrare\u201d.<\/p>\n

Il percorso ha inizio con due tra le immagini pi\u00f9 antiche della raccolta: l\u2019\u201cAnnunciazione\u201d, icona di un artista sconosciuto, eseguita nello stile della migliore tradizione post-bizantina e \u201cIl martirio dei dieci martiri cretesi\u201d, opera del pittore Viktor, icona eseguita nello stile italo-cretese che dimostra l\u2019influenza della produzione europea occidentale sull\u2019arte serba.<\/p>\n

Il resto delle opere sono una rappresentazione della ricchezza iconografica della Galleria della Matica Srpska: tutte colpiscono per la forte espressivit\u00e0 iconografica, la ricchezza cromatica, oltrech\u00e9 per le decorazioni che richiamano un certo stile barocco. Vennero realizzate dai cosiddetti z\u03a9grafi, \u201cpittori itineranti, spesso monaci e sacerdoti – spiega la Korolija – per le icon\u00f2stasi delle piccole chiese delle parrocchie che sorsero nei territori di nuova migrazione delle popolazioni serbe costrette durante la Grande migrazione del 1690 a spostarsi verso il nord dei Balcani in un periodo storico e politico molto difficile caratterizzato della guerra degli ottomani contro gli Asburgo.<\/p>\n

Si tratta di opere estremamente interessanti – prosegue – e che cambiano completamente lo stato dell\u2019arte creatosi dopo tale Migrazione e che costituiscono l\u2019anello mancante di tale periodo storico artistico. Ne furono ritrovate tantissime il che dimostra la popolarit\u00e0 di tale produzione e la lunga fortuna\u201d.<\/p>\n

Il loro recupero \u00e8 avvenuto dopo la II Guerra mondiale nel corso di un\u2019operazione di ricognizione in varie chiese nella vasta area del Metropolitanato di Sremski Karlovci: \u201cerano in pessime condizioni, nere e cariche di olio sulle superfici, abbandonate presso chiese chiuse, non pi\u00f9 utilizzate per le celebrazioni, perch\u00e9 sostituite da icone pi\u00f9 moderne, alcune provengono da donazioni\u201d.<\/p>\n

\"Pittore<\/a>
Pittore ignoto, Madonna del Bambino, 1742<\/figcaption><\/figure>\n

Molte sono realizzate su legno, altre su vetro e latta. Restaurate e parzialmente studiate (di loro e dei loro autori, per lo pi\u00f9 sconosciuti, non si conosce quasi nulla – sottolinea la Korolija) ora fanno parte di una collezione permanente all\u2019interno della Galleria serba.<\/p>\n

\u201cLa mostra di Perugia \u00e8 anche un\u2019occasione per approfondirne lo studio – prosegue ancora la restauratrice – conoscere meglio le tecniche e i materiali usati, i colori, cercando dei paralleli con l\u2019arte italiana del periodo grazie al gruppo di studio multidisciplinare, in particolare in collaborazione con l\u2019Universit\u00e0 di Perugia e il Molab del Cnr della stessa Universit\u00e0 che ci permetter\u00e0 di leggere con speciali attrezzature la pellicola pittorica\u201d.<\/p>\n

La mostra \u00e8 la conclusione di un\u2019idea che ha preso avvio nel 2012, nell\u2019ambito di una collaborazione tra enti italiani e serbi preposti alla tutela del patrimonio culturale e che fa seguito alla firma di protocolli d\u2019intesa tra i due Paesi e che finora hanno avuto come risultato anche la mostra \u201cUmanesimo e Rinascimento nell\u2019Appennino centrale. Paralleli\u201d realizzata nel 2013 nella Galleria della Matica srpska a Novi Sad e che ha ospitato alcune opere italiane del Rinascimento.<\/p>\n

Programmi didattici<\/strong><\/p>\n

La mostra \u00e8 finanziata dal ministero per la Cultura e l\u2019informazione della Repubblica serba e l\u2019assessorato provinciale per la cultura e l\u2019informazione della Provincia autonoma della Vojvodina, ed \u00e8 stata supportata dall\u2019Istituto provinciale per la tutela dei beni culturali e le Universit\u00e0 di Novi Sad, Belgrado, Perugia e Roma. Nel corso dell\u2019esposizione ci sar\u00e0 un programma didattico per bambini e delle conferenze.<\/p>\n

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