{"id":40830,"date":"2015-07-28T14:18:03","date_gmt":"2015-07-28T12:18:03","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=40830"},"modified":"2015-07-28T14:18:04","modified_gmt":"2015-07-28T12:18:04","slug":"il-vero-pane-che-gesu-da","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/il-vero-pane-che-gesu-da\/","title":{"rendered":"Il vero pane che Ges\u00f9 d\u00e0"},"content":{"rendered":"
La folla attraversa il lago in direzione di Caf\u00e0rnao, alla ricerca di Ges\u00f9. Il tema della ricerca \u00e8 costante nei Vangeli: si tratta spesso di una ricerca iniziale, inconsapevole, non riflessa, che scaturisce da esigenze primarie e immediate, come il bisogno di pane.<\/p>\n
Anche noi spesso cerchiamo Ges\u00f9 per il miracolo, per sentirci appagati, per vedere colmate le nostre povert\u00e0. Ges\u00f9 non respinge questa esigenza elementare; ma \u00e8 altro il dono che egli vuole portarci. Come spesso anche noi, la folla non ha ancora compreso che il miracolo non \u00e8 un prodigio che mira a sorprendere, un modo per risolvere a buon mercato i problemi quotidiani, una soddisfazione materiale o un atto di potenza; il miracolo \u00e8 segno, indica al di l\u00e0 di s\u00e9 una verit\u00e0 pi\u00f9 profonda, ed \u00e8 quella che bisogna cercare.<\/p>\n
La folla non ha visto il segno, si \u00e8 fermata al pane: da qui parte Ges\u00f9 per la grande catechesi eucaristica, per rivelare quale sia il pane vero che d\u00e0 la vita. Non \u00e8 \u201cvedere\u201d il segno a generare la fede, piuttosto \u00e8 credere nella parola di Ges\u00f9 che consente di \u201cvedere\u201d nel modo giusto il segno e di accoglierlo nel suo significato pi\u00f9 vero e fecondo per la nostra vita.<\/p>\n
Quanto accade nel racconto di Giovanni \u00e8 peraltro ci\u00f2 che si ripete in ogni celebrazione eucaristica, nella quale siamo invitati ad alimentare la nostra fede personale e la nostra vita comunitaria all\u2019 unica mensa della Parola e del Corpo di Cristo, secondo la suggestiva espressione del Vaticano II (cfr. DV<\/em> 21).<\/p>\n \u201cIl pane della vita sono io\u201d, afferma con decisione Ges\u00f9; \u201cchi viene a me non avr\u00e0 fame e chi crede in me non avr\u00e0 sete, mai!\u201d. Andare a Ges\u00f9, entrare in comunione con lui attraverso l\u2019 unica opera che Dio ci chiede di compiere: la fede, significa per noi assumere la sua logica, o meglio lasciarci introdurre in quel movimento di consegna che Ges\u00f9 vive: donato dal Padre al fine di essere dono per il mondo.<\/p>\n La vita che, facendosi pane, Ges\u00f9 ci comunica \u00e8 la vita eterna. Una vita che dura, una vita che rimane, perch\u00e9 condivide la qualit\u00e0 stessa della vita di Dio. \u00c8 il suo modo di essere, tutto attraversato e contrassegnato dalla logica del dono di s\u00e9: il dono della vita che il Padre fa al Figlio, che il Figlio accoglie e non disperde per donarla a sua volta agli uomini.<\/p>\n Il \u201cfate questo in memoria di me\u201d che ripetiamo in ogni eucaristia assume in tal modo il suo spessore pi\u00f9 vero. Ci nutriamo di questo pane di vita, che \u00e8 Ges\u00f9, per divenire sua memoria vivente e operante. Per saziarci di questo pane non dobbiamo fare molte opere o impegnare sforzi eccessivi: una sola \u00e8 l\u2019opera da compiere: credere in lui, Ges\u00f9, l\u2019Inviato del Padre; come uno solo \u00e8 il comandamento nuovo da vivere, l\u2019amore.<\/p>\n La prospettiva di Giovanni \u00e8 unitaria e unificante: c\u2019\u00e8 un solo pane di vita che ci sazia, il Signore Ges\u00f9; per entrare in comunione con lui \u00e8 necessaria una sola opera, credere in lui, consentendo cos\u00ec alla vita che ci comunica di portare il suo unico frutto in noi, che \u00e8 l\u2019amore. In tal modo il dono che riceviamo non perisce, trattenendolo per noi stessi, ma rimane, come dono condiviso nella carit\u00e0.<\/p>\n Lasciamo ora che Ges\u00f9 parli a noi oggi. Il Signore ci pone innanzitutto la stessa domanda che pose alla folla: perch\u00e9 mi cercate? Tante volte ci rivolgiamo a lui con la lista dei nostri bisogni materiali: che ci preservi dalle malattie e dalla morte il pi\u00f9 a lungo possibile; che faccia trovare un posto di lavoro a quel figlio o a quel nipote; che ci risolva i problemi di relazione con i capi o i colleghi in ufficio… Ges\u00f9 invece si accredita come l\u2019unico capace di saziare quella fame di felicit\u00e0 piena e duratura che ci portiamo dentro, come un marchio di fabbrica, e che viene dallo stesso Dio che ci ha creato.<\/p>\n Per questo l\u2019uomo \u00e8 sempre affamato e assetato di Infinito. Se noi ci illudiamo che la fame e la sete di felicit\u00e0 ci si plachi dentro sfamandoci di cose e di beni, se ci inventiamo un Cristo con la bacchetta magica per realizzare i nostri sogni, se lo riduciamo a un \u201ctappabuchi\u201d per i nostri cento bisogni, se lo scambiamo per un distributore automatico di grazie per noi e di disgrazie per i nostri nemici… allora Ges\u00f9 non pu\u00f2 darci l\u2019unica \u201cmanna\u201d che ci fa approdare alla vera terra promessa del pi\u00f9 profondo desiderio umano, il pane della sua Parola e del suo Corpo.<\/p>\n Ges\u00f9 non pu\u00f2 essere il nostro pane fino a quando noi cerchiamo altri \u201cpani\u201d. Ges\u00f9 non ci inganna, ma a una condizione: che noi non ci inganniamo su di lui. Ges\u00f9 non pu\u00f2 essere il Signore della nostra vita, finch\u00e9 il nostro Dio \u00e8 il nostro \u201c io \u201d.<\/p>\n <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" La folla attraversa il lago in direzione di Caf\u00e0rnao, alla ricerca di Ges\u00f9. Il tema della ricerca \u00e8 costante nei Vangeli: si tratta spesso di una ricerca iniziale, inconsapevole, non riflessa, che scaturisce da esigenze primarie e immediate, come il bisogno di pane. 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