Dal “Fuoco della missione” (Convegno missionario nazionale di Bellaria) alla “Comunione e corresponsabilit\u00e0 per la missione” (Convegno missionario nazionale di Montesilvano) \u00e8 il percorso dal 1998 ad oggi della Chiesa in campo missionario. Dall’apertura al mondo alla nuova stagione d’impegno per l’evangelizzazione, che batte strade antiche ma sempre attuali, quelle dell’annuncio del Vangelo che appartiene ad ogni cristiano e ad ogni comunit\u00e0. Solo in Cristo Ges\u00f9, uomo universale, ogni persona che, ad ogni latitudine si trova in sincera ricerca di un senso per vivere, pu\u00f2 attingere motivi di fiducia e speranza. Nuove priorit\u00e0 si fanno largo a partire dalle comunit\u00e0 ecclesiali e dalla parrocchia, alla riscoperta della sua originaria vocazione missionaria. Un’ansia di evangelizzazione per una comune progettualit\u00e0 sia nell’annuncio del Vangelo che nella nuova creativit\u00e0 pastorale. La parrocchia diviene cos\u00ec il fulcro di questo nuovo e antico impegno missionario, teso non a proporre qualche iniziativa in pi\u00f9, oltre alle tante che gi\u00e0 esistono e che, a volte, sono frammentate e prive di spiritualit\u00e0 propria, ma ad aiutare a concentrarsi sul Vangelo in tutta la sua radicalit\u00e0, aprendosi alla mondialit\u00e0. “La parrocchia sar\u00e0 ancor pi\u00f9 missionaria – afferma mons. Giuseppe Andreozzi direttore dell’Ufficio per la Cooperazione missionaria tra le Chiese e delle Pontificie opere missionarie – quanto pi\u00f9 capir\u00e0 che essa stessa deve essere evangelizzata e che quello che pu\u00f2 ricevere da quanti le sono lontani \u00e8 importante quanto ci\u00f2 che pu\u00f2 dare a quelli che le restano vicini. Per essere missionario, non serve al cristiano una vocazione in pi\u00f9, ma basta vivere quella che gli appartiene per il Battesimo – continua mons. Andreozzi – L’analisi aiuta la Chiesa ad assumere nuove responsabilit\u00e0 per l’evangelizzazione dei popoli, attingendo dalla missione quelle energie spirituali e pastorali che la rinnovano nel suo lavoro pi\u00f9 ordinario”. Perch\u00e9 la comunione e la corresponsabilit\u00e0 che hanno fatto da leit-motiv al Convegno possano trovare rapida attuazione, \u00e8 necessario che l’ampio e generoso movimento missionario italiano impari a vivere a fondo la proposta globale di senso e lavoro pastorale di cui si \u00e8 scoperto capace, coniugando le tante ricchezze spirituali, culturali e pastorali dei popoli e delle Chiese, con quelle pi\u00f9 ordinarie e quotidiane della comunit\u00e0. I molteplici soggetti missionari sono segno di un grande slancio di solidariet\u00e0 che in mille rivoli sostiene nei tanti “sud” del mondo progetti di promozione religiosa, umana e sociale, ma sono anche indice di una grande frammentazione e quindi causa della limitata efficacia. L’evangelizzazione ha come scopo la comunione di tutti i popoli nella testimonianza del Vangelo. La necessit\u00e0 \u00e8 di aiutare la comunit\u00e0 cristiana, e in particolare quella parrocchiale, a prendere coscienza di aprirsi ai temi dell’universalit\u00e0, assumendo, come paradigma della propria attivit\u00e0 pastorale, la missione a cominciare dal mese missionario di ottobre che celebra la Giornata missionaria mondiale, per sensibilizzare, sostenere e unire tutte le missioni del mondo, anche quelle non sponsorizzate. Lo stesso tema del convegno ne traccia le linee operative: comunione e corresponsabilit\u00e0 fra tutti i soggetti missionari, nella condivisione del grande dono del Vangelo. “Da un comune e sinergico discernimento dei segni dei tempi, e della storia dell’umanit\u00e0 – si afferma nel documento finale – si pu\u00f2 dare nuovo dinamismo alle strutture di comunione nella quale la chiesa e gli organismi sono impegnati: evangelizzare in comunione per far s\u00ec che la missio ad gentes non resti pi\u00f9 un’attivit\u00e0 per addetti ai lavori, ma divenga il cuore stesso dell’agire della chiesa, dove ad ognuno spetta la sua parte”. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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