{"id":39932,"date":"2015-07-23T11:56:07","date_gmt":"2015-07-23T09:56:07","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=39932"},"modified":"2015-07-23T11:56:08","modified_gmt":"2015-07-23T09:56:08","slug":"ricostruire-non-basta","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/ricostruire-non-basta\/","title":{"rendered":"Ricostruire non basta"},"content":{"rendered":"

\"Gaza\"<\/a>Preceduta da un pesante lancio di razzi di Hamas dalla Striscia di Gaza e dagli attacchi aerei di risposta da parte dell\u2019Aviazione israeliana, l\u20198 luglio 2014 Israele dava il via all\u2019operazione \u201cMargine protettivo\u201d.<\/p>\n

L\u2019obiettivo era porre fine al lancio di razzi e distruggere i tunnel dei miliziani scavati da Gaza per penetrare in territorio ebraico e colpire i civili.<\/p>\n

Cinquantuno giorni di guerra – la terza in sei anni – che provocarono, secondo il rapporto del Consiglio dei diritti dell\u2019uomo dell\u2019Onu, la morte di 2.251 palestinesi, di cui 1.462 civili (tra i quali 299 donne e 551 bambini) e 789 combattenti. Diecimila i feriti.<\/p>\n

Un anno dopo, le ferite di questo conflitto sono sotto gli occhi del mondo. Visibili come le macerie delle 18 mila strutture distrutte o severamente danneggiate. Poche le case riparate. Fonti locali e organismi internazionali operanti a Gaza stimano che siano almeno 100 mila i gazawi<\/em> costretti a vivere in alloggi di fortuna e oltre 8 mila i senzatetto, circa il 5% dell\u20191,8 milioni di abitanti che sovrappopolano i 362 chilometri quadrati della Striscia.<\/p>\n

Gaza vive una continua emergenza umanitaria. I finanziamenti (5 miliardi di dollari) promessi dai donatori internazionali durante la conferenza al Cairo dell\u2019ottobre 2014 arrivano lentamente, cos\u00ec come i materiali per la ricostruzione, che Israele permette di far entrare attraverso il valico di Erez. Secondo la Banca mondiale, nella Striscia si registra il pi\u00f9 alto tasso di disoccupazione al mondo, pari al 40%, che sale al 60% tra i giovani che sono la maggioranza della popolazione.<\/p>\n

La produzione agricola \u00e8 diminuita del 31% solamente nell\u2019ultimo anno. Con il collasso economico dietro l\u2019angolo, sono sempre di pi\u00f9 i giovani che, in cerca di un lavoro rischiano la vita, scavalcando le recinzioni al confine con Israele. In totale sono oltre 300 mila i giovani e i bambini che attualmente hanno bisogno di assistenza psicologica per riuscire a superare i traumi e le sofferenze causate dai conflitti.<\/p>\n

Save the Children<\/em> ha diffuso in questi giorni uno studio sui bambini della regione. L\u201989% soffre ancora di forti paure; pi\u00f9 del 70% dei piccoli teme un altro conflitto; e ancora: 7 bambini su 10 hanno incubi notturni, nelle zone pi\u00f9 colpite, percentuale che raggiunge la quasi totalit\u00e0 nelle citt\u00e0 di Beit Hanoun (96%) e Khuza (92%).<\/p>\n

Stallo anche nel processo politico con Hamas che continua a governare la Striscia ma ora c\u2019\u00e8 lo Stato islamico (Isis) interessato a insediarsi a Gaza, come testimonierebbero alcuni attentati contro Hamas. Non si registrano sviluppi positivi nemmeno nel dialogo con l\u2019Autorit\u00e0 palestinese (Anp) e con l\u2019Egitto.<\/p>\n

\u201cNon \u00e8 cambiato nulla – dice con amarezza padre Raed Abusahlia<\/strong>, direttore di Caritas Jerusalem – a Gaza si cammina tra le macerie e la delusione della gente \u00e8 palpabile. Quartieri interi distrutti. Ci vorranno almeno 5 anni per rimettere in sesto quello che \u00e8 stato distrutto in 51 giorni. Dei 5 miliardi di dollari promessi dai Paesi donatori, non si \u00e8 visto nulla. E anche la solidariet\u00e0 della gente comune \u00e8 finita.<\/p>\n

Come se la guerra fosse finita e tutto fosse tornato a posto. Ma non \u00e8 cos\u00ec. Nessuno qui nutre pi\u00f9 speranze per un futuro migliore. La nostra stessa comunit\u00e0 cristiana, circa 1.300 persone di cui poco meno di 200 cattolici, se mai dovessero aprire i valichi di confine, lascerebbe la Striscia subito… Serve aiuto soprattutto ai pi\u00f9 piccoli. I bambini di Gaza sono malnutriti. La situazione \u00e8 davvero difficile, e a questo si aggiunga il caldo, le precarie condizioni igieniche, la mancanza di acqua e di energia elettrica che viene erogata per circa 4 ore al giorno. Dopo un anno, non basta ricostruire Gaza, ma la speranza della sua gente, per evitare conflitti futuri\u201d.<\/p>\n

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