{"id":39923,"date":"2015-07-23T11:20:22","date_gmt":"2015-07-23T09:20:22","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=39923"},"modified":"2015-07-28T14:19:11","modified_gmt":"2015-07-28T12:19:11","slug":"marini-il-futuro-imprese-culturali","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/marini-il-futuro-imprese-culturali\/","title":{"rendered":"Regione. L’impresa della cultura"},"content":{"rendered":"

\"apertura-cultura\"<\/a>Riuscir\u00e0 l\u2019Europa dove non \u00e8 riuscita la politica? Avete presente le infinite code agli assessorati alla cultura regionale, provinciale e comunale, per chiedere finanziamenti per le pi\u00f9 diverse iniziative culturali?<\/p>\n

Dalla pubblicazione del libro alla rassegna di danza, dal restauro dell\u2019affresco alla mostra d\u2019arte moderna, dalla manifestazione storica ai concerti di musica varia, ecc ecc.<\/p>\n

La coda in effetti negli ultimi anni si \u00e8 sfoltita per mancanza di soldi, con annunci di \u201cultima edizione\u201d di manifestazioni \u201cper colpa\u201d dell\u2019ente pubblico di turno che non d\u00e0 pi\u00f9 il contributo.<\/p>\n

Questo lo scenario in cui si pone il discorso che la presidente della Regione, Catiuscia Marini<\/strong>, ha tenuto luned\u00ec 20 luglio, in un\u2019affollatissima Aula Magna del complesso monumentale di San Pietro a Perugia, di fronte alle istituzioni e agli operatori della cultura della regione.<\/p>\n

Uno degli incontri che sta tenendo con le diverse categorie sulle nuove politiche programmatiche per il quinquennio 2015-2020.<\/p>\n

La presidente, insieme alla neo assessore alla cultura, Fernanda Cecchini<\/strong>, ha detto chiaramente che se non fosse per i fondi europei la Regione non avrebbe di che spendere per la cultura, ma per averli l\u2019Europa mette delle condizioni che cambiano alla base il modo di pensare e soprattutto di operare del settore.<\/p>\n

Le risorse \u201cverranno meno nei prossimi anni sia per la gestione che per le spese ordinarie di mantenimento dei beni e delle attivit\u00e0 culturali\u201d ma, ha aggiunto Marini, \u201ccontemporaneamente potremo utilizzare quelle comunitarie previste per la creativit\u00e0, per l\u2019innovazione, per la formazione, (qualche decina di milioni di euro in 5 anni)\u201d.<\/p>\n

\u201cL\u2019Europa ci chiede di individuare i cosiddetti \u2018grandi attrattori culturali\u2019 della regione e l\u2019Umbria nel suo insieme siamo convinti sia il pi\u00f9 forte attrattore\u201d, ha detto la Presidente evidenziando poi la necessit\u00e0 di \u201cun nuovo modello organizzativo\u201d per poter accedere ai Fondi comunitari, un modello che faccia \u201cperno sulle imprese culturali, soprattutto per la gestione\u201d, imprese che creino lavoro.<\/p>\n

L\u2019altra parola chiave, ha aggiunto, \u00e8 il \u201cfare rete\u201d \u201cper raggiungere dimensioni ed economie di scala significative\u201d. Per la Presidente l\u2019Umbria \u201c\u00e8 all\u2019avanguardia in<\/p>\n

termini di diffusione delle risorse culturali di qualit\u00e0 in tutto il territorio\u201d. In tutto ci sono 120 musei tra pubblici e privati, compresi i 13 della Rete dei musei ecclesiastici dell\u2019Umbria, ben rappresentati alla conferenza dalla vicepresidente Catia Cecchetti<\/strong> e altri consiglieri Meu.<\/p>\n

Esistono gi\u00e0 forme di rete \u201cma la situazione vede ancora singole iniziative chiuse nelle loro angustie gestionali e finanziarie\u201d. Ha poi parlato della necessit\u00e0 di una \u201crevisione della legislazione, arrivando ad una Legge quadro regionale in materia di cultura e della sua valorizzazione\u201d visto che tra l\u2019altro \u00e8 cambiata in questo settore anche la legislazione nazionale.<\/p>\n

\"Il<\/a>
Il tavolo dei relatori durante l\u2019incontro della conferenza regionale della cultura<\/figcaption><\/figure>\n

Va fatto inoltre ogni sforzo \u201cper ampliare la partecipazione dei privati e delle Fondazioni \u201csfruttando la recente legislazione nazionale che promuove tale partecipazione\u201d. Infine nell\u2019anno del Giubileo straordinario – ha sottolineato ancora la Marini – la collaborazione con la Conferenza episcopale umbra e con i referenti del pi\u00f9 significativo patrimonio culturale dell\u2019Umbria \u00e8 fondamentale.<\/p>\n

Alla conferenza erano pre<\/p>\n

senti Franco Moriconi<\/strong>, rettore dell\u2019Universit\u00e0 degli studi di Perugia e presidente della Fondazione per l\u2019Istruzione agraria, Francesco Tei<\/strong>, direttore Dipartimento di Scienze agrarie alimentari ed ambientali Universit\u00e0 di Perugia, Luisa Montevecchi<\/strong>, segretario regionale Mibact per l\u2019Umbria, Giorgio Armillei<\/strong>, coordinatore Consulta Cultura Anci Umbria, mons. Mario Ceccobelli<\/strong>, delegato Beni culturali della Ceu.<\/p>\n

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Beni culturali ecclesiastici anima della cultura umbra<\/strong><\/p>\n

Beni ecclesiastici. Per mons. Ceccobelli (Ceu) c\u2019\u00e8 bisogno di maggiore sinergia tra pubblico e privato. Necessari fondi non solo per la valorizzazione ma anche per la gestione<\/em><\/p>\n

\u201cLe diocesi umbre con le loro 500 e pi\u00f9 parrocchie, e i santuari custodiscono la gran parte dei beni culturali della regione. Alcune chiese monumentali rappresentano esse stesse opere d\u2019arte e richiamano migliaia di visitatori. Ma, al di l\u00e0, dei grandi centri d\u2019arte, vi \u00e8 una miriade di chiese, cappelle,<\/p>\n

oratori e conventi di indubbio valore artistico. Essi rappresentano la \u2018vera anima\u2019 della cultura umbra, che si \u00e8 formata attraverso i secoli grazie alla fede e alla piet\u00e0 popolare\u201d. Ha sottolineato cos\u00ec l\u2019importanza del patrimonio culturale delle Chiese umbre, mons. Mario Ceccobelli, intervenuto alla conferenza in rappresentanza della Conferenza episcopale umbra.<\/p>\n

Un patrimonio immenso del quale \u201cl\u2019ente pubblico deve farsi carico poich\u00e9, anche se non gli appartiene giuridicamente, fa parte integrante dei beni pubblici della nostra terra\u201d ha detto il vescovo ricordando \u201cche le diocesi, le parrocchie e le comunit\u00e0 religiose a stento riescono a tutelare e prima ancora a salvare e rendere fruibili\u201d beni tra i quali ci sono chiese \u201ccariche di opere d\u2019arte\u201d ma chiuse da anni perch\u00e8 non gli si pu\u00f2 garantire adeguata custodia.<\/p>\n

Mons. Ceccobelli ha poi ricordato il processo di inventariazione dei beni culturali ecclesiastici portato avanti grazie al contributo dell\u2019otto per mille e della realt\u00e0 della Rete museale ecclesiastica umbra, che comprende 13 musei. Ricordando la collaborazione e sinergia tra Rete museale e Regione mons. Ceccobelli ha chiesto \u201ctavoli di lavoro periodici con l\u2019assessorato e gli uffici competenti regionali\u201d per poter formulare \u201cprogetti e iniziative in grado di consolidare e potenziare lo straordinario patrimonio culturale umbro\u201d.<\/p>\n

In questa direzione va anche la necessit\u00e0 di trovare, ha aggiunto, \u201cla possibilit\u00e0 di finanziamenti non solo destinati alla valorizzazione ma anche alla gestione dei musei ecclesiastici\u201d, indicando tra le necessit\u00e0 quella di \u201cmodificare le normative che impediscono alle diocesi dell\u2019Umbria l\u2019accesso ai finanziamenti europei\u201d.<\/p>\n

Di fronte alle tante emergenze evidenziatesi a seguito dei recenti censimenti sul patrimonio architettonico, storico artistico, archivistico e bibliografico attuato dalla diocesi umbre, difficili da gestire per mancanza di risorse pubbliche, Ceccobelli ha infine auspicato la \u201cstipula di un Accordo di Programma Quadro coordinato dalla Regione con l\u2019adesione dello Stato e della Conferenza episcopale umbra, rivolto a mettere insieme le competenze, le risorse economiche, l\u2019individuazione di effettive priorit\u00e0, da sostanziare in un programma operativo pluriennale che potrebbe essere un tentativo di soluzione di un problema che riguarda tutti\u201d.<\/p>\n

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