{"id":3932,"date":"2004-07-23T00:00:00","date_gmt":"2004-07-23T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=3932"},"modified":"2023-12-01T19:08:49","modified_gmt":"2023-12-01T17:08:49","slug":"padre-nostro","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/padre-nostro\/","title":{"rendered":"Padre nostro"},"content":{"rendered":"

Di tredici versetti, il brano evangelico che oggi la liturgia pone alla nostra attenzione \u00e8 un vero e proprio “blocco letterario” dedicato all’insegnamento sulla preghiera, nel quale predomina la formula del Padre nostro. Anche se il brano \u00e8 davvero noto, “ogni volta che si riprende in mano ci si trova disarmati e smarriti come di fronte a qualcosa che non conosciamo ancora” (Carlo Maria Martini, Itinerario di preghiera con l’evangelista Luca<\/em>, Paoline 1987). La nostra pericope \u00e8 facilmente scomponibile in tre parti: la preghiera del Pater (11,2-4), una parabola (11,5-8) e una parenesi sulla perseveranza nel pregare (11,9-13).<\/p>\n

Quello che invece subito ci sorprende \u00e8 che per Luca l’oggetto della preghiera, ci\u00f2 che si deve chiedere, cos\u00ec come emerge dall’ultimo versetto della pericope (11,13), non \u00e8 il pane (il termine ricorre qui tre volte), o qualcos’altro con la stessa funzione (del pesce, o un uovo): sono solo esempi. Piuttosto, ci\u00f2 che il cristiano deve domandare insistentemente \u00e8 lo Spirito santo. Anche se solo alla fine, con parole che chiariscono tutto quello che precede, viene sgombrato il campo da un possibile fraintendimento: “La preghiera non deve essere considerata un mezzo per fare pressione su Dio e ottenere che Egli ceda dinanzi a desideri umani. Solo la preghiera che apre l’uomo all’azione dello Spirito, un’azione che lo conforma ai desideri di Dio e alle esigenze del suo Regno, \u00e8 autentica” (J. Dupont).<\/p>\n

Lo sfondo che fa da pretesto all’insegnamento del Pater \u00e8 diverso rispetto a quella di Matteo (6,9-13), dove Ges\u00f9 sta parlando nel bel mezzo del “discorso della montagna”. Qui invece Ges\u00f9 si trova in un luogo a pregare. Situazione tipica in Luca, secondo il quale i discepoli vogliono imparare a pregare, come quelli di Giovanni: questi, infatti, come gi\u00e0 dicevano i farisei, “digiunano spesso e fanno orazioni” (Lc<\/em> 5,33). La preghiera del Pater ci \u00e8 stata tramandata in due versioni: quella liturgicamente pi\u00f9 usata, di Matteo (sette domande), e il nostro testo lucano, pi\u00f9 breve (cinque domande). La seconda potrebbe essere la pi\u00f9 antica, infatti l’uso liturgico pu\u00f2 aver portato ad ampliamenti e spiegazioni; inoltre, non ci spiegheremmo l’omissione di due domande da parte di Luca, se le avesse trovate nella sua fonte. La nostra preghiera si trova anche nel primitivo scritto cristiano della Didach\u00e8<\/em>.<\/p>\n

Tutte e due le versioni sono divisibili in parti: nella prima le suppliche sono incentrate su Dio: \u00e8 Dio stesso che deve agire in modo da essere santificato ed egli solo pu\u00f2 far venire il Regno; nella seconda invece le preghiere riguardano i bisogni essenziali di ogni uomo e del credente. Padre, sia santificato il tuo nome. A tutte e due le parti \u00e8 fatto precedere un presupposto di fede: Dio pu\u00f2 essere chiamato col nome di Padre. La santificazione del nome \u00e8 qualcosa che pu\u00f2 sfuggire alla nostra moderna mentalit\u00e0 occidentale, perch\u00e9 tipica della cultura ebraica. “Dal momento che il nome (e la realt\u00e0) di Dio che Ges\u00f9 rivela \u00e8 quello di Padre, una traduzione pi\u00f9 adeguata sarebbe forse: Fatti riconoscere come Padre. Si potrebbe parafrasare questa prima richiesta nel modo seguente: ‘Possano tutti riconoscere che hanno un Padre che \u00e8 la sorgente del loro essere, che vuole essere il bene e la crescita di tutti, e che invita ciascuno in particolare a collocarsi di fronte a lui come un figlio'” (Dumais).<\/p>\n

Insomma, dobbiamo pregare affinch\u00e9 il Padre venga riconosciuto da tutti gli uomini nella sua santit\u00e0, la sua assoluta alterit\u00e0 e differenza dalle cose create, e anche da noi stessi. Quest’idea \u00e8 pi\u00f9 esplicita nella versione matteana: l\u00ec Dio \u00e8 Padre, ma \u00e8 “quello nei cieli”, vale a dire in una dimensione totalmente diversa da quella in cui \u00e8 l’uomo. Con questa prima frase del Pater, per\u00f2, la distanza si raccorcia, e noi “esprimiamo anche la nostra intenzione di cooperare a questa santificazione del Padre mediante una vita conforme a quello che egli \u00e8 e a ci\u00f2 che egli vuole dai suoi figli, nella linea di Lv 19,2: ‘Siate santi perch\u00e9 io sono santo'” (Id.). Venga il tuo Regno. Con Ges\u00f9, la realt\u00e0 del Regno \u00e8 gi\u00e0 iniziata, ma non ha raggiunto ancora il suo fine. Dobbiamo ancora pregare in questo modo: “Il regno di Dio, gi\u00e0 presente mediante Ges\u00f9, giunga presto a compimento, perch\u00e9 \u00e8 ‘giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo’ (Rm<\/em> 14,17). Cristo \u00e8 venuto per il bene degli uomini, perch\u00e9 ‘abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza’ (Gv 10,10). Tutte le creature saranno pienamente se stesse, quando egli le ricondurr\u00e0 definitivamente al Padre. Che la storia si affretti a camminare verso l’ultimo traguardo!” (La verit\u00e0 vi far\u00e0 liberi, Catechismo degli adulti<\/em> Cei, 1007).<\/p>\n

Dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano… Le rimanenti richieste hanno come angolo di visuale quelle che sono le nostre quotidiane necessit\u00e0, che non sono solo quelle relative alla vita fisica, ma che toccano anche la vita dell’anima, come il bisogno di perdonare ed essere perdonati, oppure di essere salvaguardati nella prova. La paternit\u00e0 di Dio copre ogni ambito della vita; ci\u00f2 che importa \u00e8 che l’uomo se ne renda conto e si presenti al Padre, con fiducia, attendendo da lui ogni dono: innanzi tutto la grazia dello Spirito.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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