{"id":3735,"date":"2004-04-09T00:00:00","date_gmt":"2004-04-09T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=3735"},"modified":"2015-06-30T16:11:34","modified_gmt":"2015-06-30T14:11:34","slug":"chinatosi-vide-solo-le-bende","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/chinatosi-vide-solo-le-bende\/","title":{"rendered":"Chinatosi vide solo le bende"},"content":{"rendered":"

Commentiamo oggi il brano del vangelo della veglia pasquale, tratto quest’anno da Luca. “La fede \u00e8 fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono” dice la Lettera agli Ebrei<\/em> (11,1). Che cosa vide Pietro al mattino di Pasqua? Quale prova ha avuto della risurrezione del Signore Ges\u00f9? \u00c8 una domanda veramente complessa, alla quale non pretendiamo di rispondere esaustivamente in questo breve spazio. Ma possiamo mettere almeno qualche punto fermo. Secondo il testo lucano, Pietro vide “solo le bende” (24,12). L’affermazione \u00e8 simile a quella che riporta il Vangelo di Giovanni<\/em>, il quale dice anzitutto che Pietro “vide le bende per terra” e completa poi il ricordo parlando anche del sudario (Gv<\/em> 20,5).<\/p>\n

Che cosa segnalavano le bende? Erano cos\u00ec importanti? Per quale motivo vengono ricordate da questa duplice tradizione? Facciamo prima una premessa, che riguarda il fatto della risurrezione, ma rimanendo sempre nell’ambito biblico. Appunto in un documento della Pontificia Commissione Biblica del 1984 (De sacra Scriptura et Christologia<\/em>) \u00e8 detto che “la risurrezione del Cristo sfugge per sua natura a una constatazione solo empirica. Infatti essa introduce Ges\u00f9 nel ‘mondo che viene’. La sua realt\u00e0 pu\u00f2 essere solo dedotta dalle manifestazioni del Cristo glorioso per alcuni testimoni privilegiati e viene corroborata dal fatto della tomba trovata vuota e aperta. Ma non si deve semplificare la cosa supponendo che qualsiasi storico, con la sola risorsa delle ricerche scientifiche, possa dimostrarla come un fatto accessibile a qualunque osservatore: anche qui, la ‘decisione di fede’, o meglio ‘l’apertura di cuore’, guida la posizione presa”.<\/p>\n

Anche il gesuita Caba, docente alla Pontificia Universit\u00e0 Gregoriana, il quale dedica nel 1988 un ampio studio sulla risurrezione (Cristo, mia speranza, \u00e8 risorto<\/em>), scrive: “La risurrezione di Ges\u00f9, pur inserendosi in qualche modo nella storia e influendo in essa, la trascende per riversarsi nella pienezza di Dio. Noi possiamo verificare il punto di partenza del Risorto, cio\u00e8 la sua morte, per\u00f2 sfugge alla nostra verifica il punto di arrivo, cio\u00e8 il momento in cui si compie il transito da questo mondo al mondo di Dio. La risurrezione di Ges\u00f9 non entra di per s\u00e9 nella storia, bens\u00ec attraverso le apparizioni a determinati testimoni e mediante il segno che viene scoperto nel sepolcro vuoto”. Per tirare le somme e tornare al nostro testo: Pietro ha visto le bende, e queste gli hanno ancora di pi\u00f9 segnalato che il corpo che ivi era stato racchiuso, non c’era pi\u00f9. “La fede”, come abbiamo visto in apertura, quella \u00e8 stata la prova pi\u00f9 vera “delle cose che non ha visto”.<\/p>\n

Pietro non ha visto, cio\u00e8 non ha trovato, il mattino di Pasqua, il corpo del Signore. E si \u00e8 lasciato interpellare. Alla sua stessa esperienza – l’entrare nella tomba vuota – altri hanno reagito in modo diverso. Maddalena non capisce subito che Ges\u00f9 \u00e8 risorto, ma pensa che il suo corpo sia stato portato via (cfr. Gv<\/em> 20,13). Anzi, “il fatto stesso del sepolcro vuoto pu\u00f2 essere interpretato in diversi modi, come quello divulgato dai farisei (Mt<\/em> 28,15)” (Caba): cio\u00e8, che “i suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato” (Mt<\/em> 28,13). Il discepolo amato da Ges\u00f9, invece, allo stesso segno avuto da Pietro, “vide e credette” (Gv<\/em> 20,8). Questo dato \u00e8 importante. Dice quale prova sia il sepolcro vuoto e il dato collegato delle bende.<\/p>\n

Approfondiamo col Catechismo universale<\/em> (640): “Nel quadro degli avvenimenti di Pasqua, il primo elemento che si incontra \u00e8 il sepolcro vuoto. Non \u00e8 in s\u00e9 una prova diretta. L’assenza del corpo di Cristo nella tomba potrebbe spiegarsi altrimenti. Malgrado ci\u00f2, il sepolcro vuoto ha costituito per tutti un segno essenziale. La sua scoperta da parte dei discepoli \u00e8 stato il primo passo verso il riconoscimento dell’evento della Risurrezione”. Il fatto delle bende e del sepolcro vuoto non \u00e8 un segno che forzi a credere: “rimane ambiguo e proprio per questo i vangeli non lo hanno mai presentato come prova della risurrezione” (Caba).<\/p>\n

Quale rispetto per il credente, pi\u00f9 di quanto non ne abbia l’apocrifo Vangelo di Pietro<\/em>, che racconta come il Risorto esca dalla tomba accompagnato da angeli alti fino al cielo, mentre i soldati che fanno la guardia al sepolcro sono “obbligati” a ri-credersi e ad ammettere “Veramente era figlio di Dio”! Invece, secondo i vangeli canonici, perch\u00e9 la fede dei discepoli sia certa, serviranno ancora le apparizioni successive. Dove siamo noi? A chi ci potremmo paragonare? Quali “segni” abbiamo, quale tomba vuota? Il Signore stesso aumenti la nostra fede, perch\u00e9 a fronte delle cose che non possiamo vedere, sia salda la nostra certezza che \u00e8 risorto.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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