{"id":3733,"date":"2004-04-02T00:00:00","date_gmt":"2004-04-02T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=3733"},"modified":"2021-12-02T19:02:57","modified_gmt":"2021-12-02T17:02:57","slug":"leconomia-scienza-inutile","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/leconomia-scienza-inutile\/","title":{"rendered":"L’economia, scienza inutile?"},"content":{"rendered":"

Nel nuovo interesse per i temi economici nasce il progetto di un osservatorio locale sull’economia, al termine di un ciclo di conferenze concluso da Zamagni.Un osservatorio sull’economia \u00e8 il progetto nato dal ciclo di incontri “I dialoghi con l’Universit\u00e0” dedicato al tema “Individuo, relazioni, persona”, che si \u00e8 svolto nel mese di marzo nell’Universit\u00e0 di Perugia. Sar\u00e0 diretto dal prof. Pierluigi Grasselli che all’interno del Centro culturale “Leone XIII” coinvolger\u00e0 diversi studiosi intorno alla tematica del “bene comune in economia”. Proprio di ‘bene comune’ e di un possibile punto di equilibrio con l’interesse individuale ha parlato l’economista Stefano Zamagni dell’Universit\u00e0 di Bologna, gioved\u00ec 25 marzo a conclusione dei ‘Dialoghi’ promossi dal Centro culturale “Leone XIII”. L’arcivescovo di Perugia, mons. Giuseppe Chiaretti, ha definito l’incontro, introdotto dal direttore del “Leone XIII” Marco Moschini, “occasione di riflettere in modo critico e non emotivo su tematiche che sono di grande importanza per la crescita culturale e la lettura profetica del nostro tempo”. Stefano Zamagni ha richiamato l’attenzione sull’economia globale che si trova oggi di fronte a conflitti di identit\u00e0 ai quali gli strumenti tradizionali del mercato non sanno fare fronte. “L’economia rischia di diventare una scienza inutile, sempre pi\u00f9 sofisticata, ma incapace di far fronte ad un mondo globalizzato che ha bisogno di nuove risposte – ha sostenuto -. Le societ\u00e0 occidentali sono macchine potenti nel creare ricchezza, ma non altrettanto potenti nel ridistribuirla”. “Oltre al problema della povert\u00e0 in senso assoluto (la mancanza dei beni fondamentali) si affaccia oggi nella nostra societ\u00e0 un problema forse altrettanto grave – ha proseguito il docente -, quello della ‘nuova povert\u00e0’, o povert\u00e0 in senso relativo, propria di chi sente aumentare la distanza tra il suo proprio status di modesto benessere e le immense ricchezze dei gruppi di potere nel mercato globale. Il senso di impotenza che ne deriva colpisce a fondo la dignit\u00e0 delle persone e pone un problema di democrazia, dal momento che chi si sente ininfluente perde l’incentivo a partecipare come cittadino alla vita pubblica. Oltre un certo limite, l’aumento del reddito cessa di produrre felicit\u00e0 e svela nuove insoddisfazioni, come accade oggi nella societ\u00e0 occidentale, dove pur essendo soddisfatti i bisogni fondamentali, non \u00e8 tuttavia diffuso un reale benessere, che necessita di felicit\u00e0 per essere raggiunto”. “Il problema di fondo – ha evidenziato Zamagni – \u00e8 l’assenza del concetto di persona. Sia il liberismo che il marxismo, ideologie incentrate rispettivamente sull’individuo e sul collettivo, sono rei di aver dimenticato la persona, e con essa l’importanza della relazionalit\u00e0 umana e della fraternit\u00e0. Oggi alcuni segnali ci avvertono che siamo vicini al punto di rottura. Fare profitto non basta pi\u00f9. L’impresa, per essere accettata nella societ\u00e0, deve dimostrare di non violare i diritti e i valori della persona”. “Il “conservatorismo compassionevole’, tanto in voga oggi negli USA – ha concluso l’economista -, \u00e8 una concezione totalmente antirelazionale, che tende ad offrire un sostegno a chi \u00e8 stato sconfitto nella lotta del liberismo economico, senza tuttavia porsi il problema di rendere quelle persone libere dalla schiavit\u00f9 e partecipi dello sviluppo economico. Sul fronte opposto, la solidariet\u00e0 in senso marxista, fondata sull’esasperazione del collettivo, ha cancellato la relazione umana rendendola anonima. Sia il conservatorismo compassionevole che la solidariet\u00e0 marxista sono ree di aver dimenticato la relazionalit\u00e0 umana, la sussidiariet\u00e0, la fraternit\u00e0, che contemplano la totale liberazione della persona”. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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