{"id":3725,"date":"2004-04-02T00:00:00","date_gmt":"2004-04-01T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=3725"},"modified":"2015-07-27T12:50:17","modified_gmt":"2015-07-27T10:50:17","slug":"la-passione-una-e-quadriforme","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/la-passione-una-e-quadriforme\/","title":{"rendered":"La Passione una e quadriforme"},"content":{"rendered":"
“Imitiamo, fratelli carissimi, le folle di Gerusalemme, che acclamavano Ges\u00f9, Re e Signore”. La Liturgia della Domenica delle Palme, da cui prendiamo le presenti esortazioni, ci invita a seguire Ges\u00f9 “nel suo ingresso nella citt\u00e0 santa” – ma anche, e soprattutto – “fino alla croce, per essere partecipi della sua risurrezione”. L’abbondanza delle letture di questa domenica (il Vangelo che precede la processione, i salmi da cantare, il normale lezionario e poi il passio) ci dice quanto la Chiesa abbia a cuore il mistero della passione, morte e risurrezione di Ges\u00f9 Cristo: tanto da farci riascoltare, nell’arco di una settimana – alle Palme, appunto, ma poi anche con il Venerd\u00ec santo – lo stesso annuncio: il Figlio ha sofferto, ed \u00e8 morto. Si rimane come sospesi per tutto il Sacro Triduo e bisogner\u00e0 attendere fino a Pasqua per udire di nuovo che \u00e8 risorto.<\/p>\n
A ben vedere, per\u00f2, non si tratta mai di un annuncio identico e con le stesse parole: se alla Domenica delle Palme viene proclamato, a seconda dell’anno, il Vangelo di Matteo<\/em> (anno A), o quello di Marco (anno B), o quello di Luca (come quest’anno, anno C), nel giorno del Venerd\u00ec Santo invece sempre si ascolta la Passione secondo Giovanni. La Chiesa non ha mai voluto unificare la proclamazione del mistero della vita, morte e risurrezione del Cristo, scegliendo un solo vangelo: mai, ancora, ha voluto fare un “centone” dei quattro racconti, ma ha proposto ed accolto la diversit\u00e0 e le sfumature che sono presenti nei quattro vangeli. Il Vangelo, se \u00e8 uno, ed \u00e8 quello di Ges\u00f9 Cristo, \u00e8 per\u00f2, come ci ricorda il Concilio Vaticano II nella Dei Verbum<\/em>, “quadriforme” (n. 18).<\/p>\n Come il compianto vescovo e biblista Vittorio Fusco scriveva, alcuni nella Chiesa hanno fatto difficolt\u00e0 inizialmente ad accettare la pluralit\u00e0 dei vangeli, particolarmente rispetto ad alcune questioni: si pensi ad es. – sempre secondo Fusco – ai problemi riguardanti proprio la cronologia della passione, che non erano passati inosservati nemmeno agli antichi. La tentazione era quella di “scegliere” un testo, ed uno solo. Ci ha provato Marcione, un eretico del secondo secolo, che accettava solo il Vangelo di Luca<\/em>; anche Taziano tent\u00f2 di aggirare il problema, fondendo in un’unica narrazione, il Diatessaron, i quattro vangeli. Un po’ come quando si legge oggi una “vita di Ges\u00f9” o si vede un film che unifica i vari testi evangelici. Ma questo andava a scapito della ricchezza di ciascun testo, e della prospettiva secondo la quale ogni evangelista ha elaborato la tradizione ricevuta su Ges\u00f9.<\/p>\n La scelta fatta dalla Chiesa \u00e8 quella della ricchezza, dei diversi ritratti dei quattro vangeli. Non certo perch\u00e9 i vangeli presi singolarmente sono infedeli alla realt\u00e0, ma perch\u00e9 nessuno dei quattro vangeli \u00e8 bastato per dire la pienezza del mistero di Cristo. Ecco perch\u00e9 nessuna opera letteraria (un romanzo) o scientifica o divulgativa (una vita di Ges\u00f9 o un commento) o artistica (un quadro, un film); se vogliamo, nemmeno una rappresentazione sacra (come le tante della tradizione popolare tipiche della settimana santa) o della piet\u00e0 cristiana (come il pio esercizio della Via crucis) potranno mai ridurre la ricchezza dell’ascolto di tutti e quattro i vangeli della Passione, morte e risurrezione. L’alternarsi dei quattro Vangeli nella lettura liturgica \u00e8 di fatto la prova che la Chiesa ha scelto la pluralit\u00e0 e non il “concordismo”.<\/p>\n Nessun film, in particolare, potr\u00e0 mai sostituirsi al Vangelo quadriforme. Ci potr\u00e0 aiutare ad interrogarci sul mistero della redenzione, ma non sar\u00e0 mai lo strumento che suscita o alimenta la fede, perch\u00e9 questa nasce solo dall’ascolto della Parola di Dio contenuta nelle Scritture e proclamata nella comunit\u00e0 cristiana. Quest’anno la Chiesa ci propone di seguire Ges\u00f9 verso il Calvario secondo la prospettiva di Luca, prima, e quella di Giovanni, poi (come detto, nel Venerd\u00ec Santo).<\/p>\n Anche se Luca per l’ultima parte del suo Vangelo (Lc<\/em> 19,29-24,53, quella che riguarda la morte e gloria di Ges\u00f9) utilizza la traccia e le informazioni che trova nel Vangelo di Marco<\/em>, ha anche una prospettiva personale, quella di un Vangelo per i cristiani che vivevano fuori dalla Palestina in un nuovo contesto culturale rispetto a quello del giudaismo palestinese. Luca ha anche – per quanto riguarda il racconto del processo a Ges\u00f9 – del materiale solo suo, che gli altri vangeli non riportano, come per esempio l’interrogatorio davanti ad Erode Antipa. Ascoltiamo dunque Luca, lasciamoci guidare quest’anno dal Terzo Vangelo, per riconoscere anche noi, come gi\u00e0 i discepoli a Gerusalemme, che Ges\u00f9 \u00e8 il Messia, il re, il Figlio di Dio e Signore.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" “Imitiamo, fratelli carissimi, le folle di Gerusalemme, che acclamavano Ges\u00f9, Re e Signore”. La Liturgia della Domenica delle Palme, da cui prendiamo le presenti esortazioni, ci invita a seguire Ges\u00f9 “nel suo ingresso nella citt\u00e0 santa” – ma anche, e soprattutto – “fino alla croce, per essere partecipi della sua risurrezione”. 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