{"id":3650,"date":"2004-02-20T00:00:00","date_gmt":"2004-02-19T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=3650"},"modified":"2015-08-03T12:19:36","modified_gmt":"2015-08-03T10:19:36","slug":"in-umbria-oltre-12mila-volontari-in-piccole-associazioni-in-diminuzione-i-servizi-alla-persona","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/in-umbria-oltre-12mila-volontari-in-piccole-associazioni-in-diminuzione-i-servizi-alla-persona\/","title":{"rendered":"In Umbria. Oltre 12mila volontari in piccole associazioni. In diminuzione i servizi alla persona"},"content":{"rendered":"
In Umbria al 2001 (il dato della pi\u00f9 recente rilevazione della Fondazione italiana per il volontariato) le organizzazioni censite sono 500, con una densit\u00e0 di 5,9 unit\u00e0 per 10.000 abitanti e una concentrazione lievemente superiore nella provincia di Terni. Nel tessuto sociale e culturale della regione il volontariato organizzato \u00e8 da sempre un movimento variegato e ricco di storia. Ha trovato una prima regolamentazione con un’apposita legge regionale – la n. 9 del 1987 – che riconosce il contributo del volontariato al funzionamento dei servizi nell’ambito dei Piani socio-sanitari regionali e ne regolamenta i rapporti con gli Enti locali, anticipando nei contenuti la legge quadro 266\/91 (oggi in fase di modifica) applicata poi in sede regionale dal 1994 con la L.R. n. 15. Come strumento di rilevazione per le associazioni, la Fivol utilizza un questionario: a seguito della sua compilazione, le organizzazioni esaminate sono state 261. Emerge che il volontariato muove in Umbria 150.000 persone (compresi i soci donatori). I volontari stimati sono 12.500, la met\u00e0 dei quali s’impegna con assiduit\u00e0. L’impegno degli attivisti delle organizzazioni (volontari e non) produce un monte ore equivalente al lavoro di 1.042 persone impegnate a tempo pieno. \u00c8 sempre pi\u00f9 un fenomeno di emanazione diretta della cittadinanza, caratterizzato da una pluralit\u00e0 di appartenenze ideali e da eterogeneit\u00e0 di motivazioni dei volontari che convergono sulle finalit\u00e0 e gli obiettivi delle loro organizzazioni. Le aree d’impegno sono per lo pi\u00f9 “nei diversi settori e campi della partecipazione civica (attivit\u00e0 d’informazione e sensibilizzazione della popolazione, nonch\u00e9 di promozione sociale nei confronti di specifiche categorie di cittadini e tutela di beni e servizi affinch\u00e9 ne sia allargato l’uso a tutta la comunit\u00e0) e meno in quelli del welfare”, come spiega la Fivol. “Il ‘sorpasso’ \u00e8 processo recente e indicativo dell’ampliamento delle finalit\u00e0 sociali del volontariato moderno in una societ\u00e0 sufficientemente evoluta e a domanda crescente di qualit\u00e0 della vita dopo aver raggiunto una discreta base nei servizi socio-sanitari in un sistema che ha privilegiato la responsabilit\u00e0 pubblica”. Nell’ambito del welfare emergono le attivit\u00e0 socio-assistenziali con servizi di assistenza o sostegno diretto alla persona sofferente o in stato di bisogno. Il volontariato umbro si distingue nel panorama nazionale per essere formato in netta maggioranza da piccoli o piccolissimi gruppi di persone. I volontari sono in leggera prevalenza di genere maschile, generalmente di et\u00e0 matura e dedicano in media 5 ore settimanali all’organizzazione. Sono poche le organizzazioni con una spiccata prevalenza di giovani volontari e meno che altrove le unit\u00e0 plurigenerazionali, mentre vi sono pi\u00f9 gruppi anziani rispetto al dato medio nazionale: ci\u00f2, sostiene la Fondazione italiana per il volontariato, “costituisce un campanello d’allarme per il ricambio generazionale dei volontari all’interno delle organizzazioni”. Diminuiscono le unit\u00e0 composte dai soli volontari e aumentano le organizzazioni ‘miste’, soprattutto quelle che assorbono personale remunerato (+15,9% rispetto alla rilevazione del 1997, pari al 22,2% del totale). “Una parte del volontariato si sta quindi professionalizzando – spiega ancora la Fivol – in funzione di una specifica vocazione gestionale che, nell’erogazione di ‘servizi pesanti’, richiede inevitabilmente di affiancare al volontariato figure professionali specializzate”. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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