{"id":3623,"date":"2004-02-13T00:00:00","date_gmt":"2004-02-13T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=3623"},"modified":"2015-04-27T14:44:43","modified_gmt":"2015-04-27T12:44:43","slug":"lassociazione-cristiana-delle-residenze-per-anziani-e-disabili-denuncia-strutture-cattoliche-discriminate","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/lassociazione-cristiana-delle-residenze-per-anziani-e-disabili-denuncia-strutture-cattoliche-discriminate\/","title":{"rendered":"L’associazione cristiana delle residenze per anziani e disabili denuncia: “Strutture cattoliche discriminate”"},"content":{"rendered":"
Pasquale Caracciolo<\/strong> (Acradu): se la struttura \u00e8 pubblica viene autorizzata subito, se \u00e8 privata deve aspettare anni. La proposta: il “controllore” sia un terzo tra Asl e strutture. “Se la struttura residenziale per anziani o disabili \u00e8 pubblica, viene autorizzata in poco tempo, se \u00e8 privata deve aspettare molto, anche anni”. Lo sottolinea Pasquale Caracciolo, presidente dell’Associazione cristiana residenze anziani e disabili dell’Umbria (Acradu), che associa trenta strutture distribuite nel territorio regionale, rilevando un “diseguale trattamento per un diverso iter autorizzativo”.<\/p>\n Evidenzia un fatto singolare: “Per le strutture pubbliche \u00e8 sufficiente un’autocertificazione per il possesso dei requisiti strutturali e di personale ma l’Asl \u00e8 al tempo stesso controllore e controllato – osserva – mentre le altre sono state sottoposte ai ripetuti controlli delle Asl prima di ottenere l’autorizzazione dell’assessorato regionale alla sanit\u00e0. Tale diversit\u00e0 di trattamento non \u00e8 accettabile non solo per la procedura di autorizzazione ma anche per la medesima qualit\u00e0 del servizio a cui hanno diritto gli anziani e i disabili indipendentemente dalle residenze ospitanti”. Per superare questa situazione il presidente dell’Acradu propone l’istituzione di un’autorit\u00e0 amministrativa indipendente che “eserciti la stessa opera di controllo su tutte le residenze sanitarie assistite e le residenze protette. E’ necessario un soggetto terzo. Basta affidare questo compito all’assessorato alla sanit\u00e0”.<\/p>\n Questa tematica rappresenta uno dei passaggi principali del documento sottoscritto dal Consiglio direttivo dell’Acradu che si \u00e8 recentemente riunito a Perugia per esaminare lo stato delle politiche socio-assistenziali e sanitarie e i rapporti con le istituzioni regionali e territoriali. Nel lungo percorso di riqualificazione dell’offerta residenziale per gli anziani e i disabili (autorizzazione, convenzione ed accreditamento delle residenze sanitarie assistite e residenze protette) attivato con il piano sanitario regionale 1999-2001, secondo l’Acradu, vanno verificati alcuni aspetti. In particolare va migliorato e qualificato il rapporto tra l’assessorato regionale alla sanit\u00e0, le Asl, i Comuni e le residenze private. In sostanza passa troppo tempo, anche anni, prima che qualsiasi richiesta (ampliamento, ristrutturazione, convenzione, adeguamento delle tariffe, domicilio di soccorso) trovi una risposta definitiva, nonostante i ripetuti solleciti. “Questo stato di cose rende difficile la programmazione delle attivit\u00e0 e degli impegni di spesa per le strutture – mette in risalto Caracciolo – perch\u00e9 ci sono residenze, piccole e grandi – in gran parte aderenti all’Acradu – che, tranne le quote degli ospiti e la solidariet\u00e0 dei cittadini, possono contare esclusivamente sulla congruit\u00e0, regolarit\u00e0 e certezza delle integrazioni di parte sociale e sanitaria dovute rispettivamente dai Comuni e dalle Asl.<\/p>\n E senza il sollecito recupero di rapporti affidabili con le istituzioni, considerati i margini sempre pi\u00f9 ristretti nelle spese correnti, ci si sta avvicinando pericolosamente ad uno stato di difficolt\u00e0 gestionale con possibili effetti negativi sull’intero comparto”. Si punta quindi a superare il lungo percorso di riqualificazione dell’offerta residenziale per passare al coordinamento delle attivit\u00e0 e dei rapporti in un mercato che vede accrescersi il ruolo del privato. L’Acradu non esprime solo critiche. Caracciolo esprime apprezzamento per il piano sociale regionale (2000-2002) che definisce “uno degli atti pi\u00f9 significativi degli ultimi anni”. E rivendica la capacit\u00e0 di proposta dell’associazione che “non vuole rappresentare un soggetto attivo solo per la contrattazione ma una realt\u00e0 attiva, capace di assumersi responsabilit\u00e0 individuando soluzioni positive per gli enti e la comunit\u00e0”.<\/p>\n L’associazione avanza alcune proposte che prevedono, tra l’altro, l’attivazione del tavolo di concertazione tematico del patto per lo sviluppo dell’Umbria sulle politiche di welfare coinvolgendo il terzo settore e la rappresentanza delle autonomie locali, sino a questo momento esclusi. Caracciolo propone inoltre di attivare due tavoli di concertazione. Il primo intende aggiornare il piano sociale regionale e dare vita all’Osservatorio regionale sulle politiche sociali. Il secondo vuole consolidare il processo di riorganizzazione della sfera socio-sanitaria.<\/p>\n Acradu. Trenta strutture con seicento anziani.<\/p>\n L’Acradu (Associazione cristiana residenze anziani e disabili dell’Umbria) \u00e8 nata nell’ottobre 2002 con l’obiettivo di rappresentare le esigenze delle strutture cattoliche per l’assistenza agli anziani e ai disabili. Vi aderiscono, al momento 30 strutture, dislocate in tutto il territorio regionale, che ospitano 600 persone, tra anziani e disabili, con oltre 500 dipendenti. Tra i compiti statutari dell’associazione ci sono l’assistenza e la consulenza per i soci per seguire le procedure di adeguamento alle nuove norme. Che riguardano le strutture, i servizi, l’applicazione dei contratti di categoria per i dipendenti. \u00c8\u00a0importante l’attivit\u00e0 di formazione del personale nel solco dell’ispirazione cristiana e sempre nel rispetto dei malati e del diritto alla vita.<\/p>\n Il Consiglio direttivo dell’Acradu \u00e8 composto, oltre che dal presidente Pasquale Caracciolo, da don Matteo Rinaldi (vicepresidente) dell’Opera “Don Guanella” di Perugia, Guido Iacono (economo\/segretario) dell’Istituto Serafico di Assisi, suor Maria Pia Duca (consigliere) delle suore della Sacra Famiglia di Spoleto, don Angelo Fanucci (consigliere) della comunit\u00e0 di Capodarco dell’Umbria, Daniela Roscini (revisione dei conti), Silvio Topo (consigliere) della casa della Divina Provvidenza per il riposo della vecchiaia di Ficulle (Terni).<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Pasquale Caracciolo (Acradu): se la struttura \u00e8 pubblica viene autorizzata subito, se \u00e8 privata deve aspettare anni. 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