{"id":36184,"date":"2015-06-18T11:42:39","date_gmt":"2015-06-18T09:42:39","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=36184"},"modified":"2015-08-11T11:33:36","modified_gmt":"2015-08-11T09:33:36","slug":"una-data-comune-per-la-pasqua","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/una-data-comune-per-la-pasqua\/","title":{"rendered":"Una data comune per la Pasqua!"},"content":{"rendered":"
\"Cristiani<\/a>
Cristiani ortodossi che celebrano il venerd\u00ec santo<\/figcaption><\/figure>\n

In maniera insolita e inaspettata, e con un\u2019espressione spontanea e alquanto sferzante, Papa Francesco ai mille preti del Rinnovamento nello Spirito che lo ascoltano con le orecchie tese dice che con gli ortodossi siamo riusciti a litigare, e sulla diversit\u00e0 della data della Pasqua ha ridicolizzato il fatto immaginando un incontro tra un ortodosso e un cattolico, a domanda e risposta: \u201cIl tuo Cristo \u00e8 risorto? Il mio risorge la settimana prossima\u201d.<\/p>\n

La celebrazione<\/strong> unitaria della cristianit\u00e0 intera della Pasqua, infatti, avviene di rado e solo per coincidenza di fatti astronomici che qui sarebbe difficoltoso spiegare (e chi scrive non sarebbe in grado di farlo).<\/p>\n

La prossima data comune dovrebbe essere il 16 aprile 2017, ma solo eccezionalmente coincide.<\/p>\n

La questione della data della Pasqua, in realt\u00e0, con modalit\u00e0 e motivazioni diverse, ha attraversato la storia della cristianit\u00e0 fin dall\u2019inizio della Chiesa. Ci\u00f2 che fa pensare e profondamente colpisce, come ha notato Papa Francesco, \u00e8 il dato che i cristiani – nonostante vari tentativi – non siano riusciti a trovare una soluzione.<\/p>\n

Probabilmente<\/strong> al fondo c\u2019\u00e8 la convinzione che la data sia meno importante del fatto che Cristo \u00e8 morto e risorto: l\u2019evento della Risurrezione travalica ogni confinamento rituale o di calendario, essendo di portata cosmica ed eterna. L\u2019evento conta pi\u00f9 che il giorno e l\u2019ora in cui si ricorda e si celebra.<\/p>\n

Tuttavia celebrare insieme, tutti i cristiani, e proclamare al mondo a una sola voce, in un determinato giorno del calendario universale, che \u201cCristo \u00e8 risorto, \u00e8 veramente risorto!\u201d, in convinta e compatta adesione all\u2019integra fede pasquale, assumerebbe una forte rilevanza sul piano della comunicazione e quindi dell\u2019evangelizzazione.<\/p>\n

I non credenti e i seguaci di altre religioni, dalla disparit\u00e0 della celebrazione della Pasqua, sono facilmente indotti a notare segni di dubbio e incertezza storica, e quindi una debolezza dell\u2019annuncio; inoltre possono riscontrare lo stato di disunione, se non di conflittualit\u00e0, tra cristiani.<\/p>\n

\u00c8 per questo<\/em>, pensiamo, che Papa Francesco ha tirato fuori la questione in un momento in cui nessuno ci pensava, ed \u00e8 per lo stesso motivo che nel movimento ecumenico moderno il problema \u00e8 stato affrontato a livello di dialogo interconfessionale. Un documento importante \u00e8 quello denominato Verso una data comune per la Pasqua<\/em>. Dichiarazione di Aleppo , frutto di una consultazione svolta nel marzo 1997, promossa dal Consiglio ecumenico delle Chiesa e dalle Chiese del Medio Oriente, presenti anche rappresentanti del Pontificio consiglio per l\u2019unit\u00e0 dei cristiani, del Patriarcato ecumenico, della Chiesa anglicana e degli Avventisti del settimo giorno.<\/p>\n

Questo rapporto non \u00e8 conclusivo, ma propone una consultazione allargata il pi\u00f9 possibile, che si sarebbe dovuta svolgere nel 2001. Intanto nell\u2019ottobre 1998 \u00e8 stata data una risposta alla dichiarazione di Aleppo da parte della Consulta teologica ortodossa-cattolica, in cui si riafferma l\u2019importanza pastorale di giungere a una data condivisa. Si afferma tra l\u2019altro: \u201cCelebrando la Pasqua in domeniche diverse dell\u2019anno, le Chiese danno una testimonianza divisa a questo mistero, compromettendo la loro credibilit\u00e0 e la loro efficacia nel portare il Vangelo al mondo\u201d (Enchiridion oecumenicum<\/em> , Edb, vol.8, n. 3123).<\/p>\n

Il criterio<\/strong> dell\u2019accordo possibile secondo le indicazioni \u201cscaturite dal dialogo \u00e8 molto semplice: riaffermare le norme stabilite dal primo Concilio ecumenico di Nicea (325) secondo le quali la Pasqua deve cadere nella domenica che segue la prima luna di primavera e calcolare la data astronomica (equinozio di primavera e luna piena) con gli strumenti scientifici pi\u00f9 accurati, basando il calcolo sul meridiano di Gerusalemme\u201d (vedi Risposta comune alla Dichiarazione di Aleppo sulla data della Pasqua<\/em> , su Ench<\/em>. oec<\/em>. vol. 8, n 3122 ss).<\/p>\n

Da parte delle Chiese cristiane non resta che mettere in atto con umilt\u00e0 e disponibilit\u00e0 un progetto comune e ascoltare l\u2019invito di san Paolo, come un grido che risuona pi\u00f9 che mai urgente oggi, in un mondo globalizzato e mediatico: \u201cCristo, nostra Pasqua, \u00e8 stato immolato! Celebriamo dunque la festa\u201d (1 Cor<\/em> 5,7-8). Insieme.<\/p>\n

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I due calendari<\/strong><\/p>\n

La diversit\u00e0 della data nella celebrazione della Pasqua, per cattolici e ortodossi, dipende dai calcoli riferiti a due diversi calendari: quello gregoriano, opera di papa Gregorio XIII (1582), riformato in base a criteri puramente astronomici e non confessionali, che per\u00f2 non \u00e8 stato accettato dal mondo ortodosso, che ha continuato a fare i calcoli con il vecchio calendario lunare chiamato giuliano, proprio da Giulio Cesare, ormai piuttosto \u201cdatato\u201d e non conforme a calcoli pi\u00f9 esatti. Qualcuno malignamente ha detto che in Oriente si \u00e8 preferito contraddire l\u2019astronomia piuttosto che andare d\u2019accordo con il Papa.<\/p>\n

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