{"id":3613,"date":"2004-02-06T00:00:00","date_gmt":"2004-02-05T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=3613"},"modified":"2015-07-24T12:33:48","modified_gmt":"2015-07-24T10:33:48","slug":"v-domenica-tempo-ordinario-commento-al-vangelo-a-cura-di-padre-giulio-michelini-sulla-sua-potente-parola","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/v-domenica-tempo-ordinario-commento-al-vangelo-a-cura-di-padre-giulio-michelini-sulla-sua-potente-parola\/","title":{"rendered":"Sulla sua potente parola"},"content":{"rendered":"

Il racconto della vocazione di Simone nel Vangelo di Luca<\/em> procede allo stesso modo di M<\/em>c 1,16-20, da cui attinge, ma solo fino ad un certo punto. Il terzo Vangelo infatti compie alcuni aggiustamenti importanti e poi aggiunge una scena tutta sua, che ritroviamo in parte soltanto nel Vangelo di Giovanni<\/em>, al cap. 21, con Ges\u00f9 ormai risorto: si tratta del famoso episodio della pesca miracolosa. Intanto notiamo subito che, rispetto al vangelo che la liturgia ci ha fornito la domenica passata, qui si racconta di qualcuno che segue il Signore.<\/p>\n

A Nazareth Ges\u00f9 non viene preso sul serio, \u00e8 rifiutato, ma ora c’\u00e8 invece chi rimane colpito dalla sua persona, tanto da lasciare tutto e seguirlo. Questi \u00e8 Simone. \u00c8 a partire dal nostro episodio che Luca si concentra su di lui inaugurando quella stima particolare che l’evangelista ha per Pietro, e che di sicuro eredita dalla comunit\u00e0 primitiva. Se in Marco e in Matteo la formula di vocazione \u00e8 al plurale e coinvolge i primi discepoli, “Venite dietro a me, e vi far\u00f2 pescatori di uomini”, in Luca la chiamata \u00e8 alla seconda persona singolare: “D’ora in poi saranno uomini quelli che tu prenderai” (5,10; “nuova” Cei. In effetti qui non c’\u00e8 il verbo “pescare”, come in Mc e Mt, ma proprio “zogreo<\/em>“, catturare, prendere “vivo”). Ma \u00e8 di tutta la scena, non solo della conclusione, che Simone \u00e8 protagonista, con i suoi sentimenti e con la sua fede.<\/p>\n

Sulla tua parola. Nel racconto della pesca miracolosa sono presenti molti elementi che ne fanno una vera e propria catechesi sulla fede del discepolo. Secondo Carlo Maria Martini, che dedica una bella meditazione alla pericope (L’evangelizzatore in san Luca<\/em>, Ancora Editrice), abbiamo a che fare con un episodio nel quale appare “come Cristo \u00e8 Colui che ribalta le situazioni umane chiuse e perdute”. Secondo Martini il brano \u00e8 costruito attorno a tre salti di fiducia, che Simone \u00e8 invitato a fare, e che portano a tre rovesciamenti della realt\u00e0. Il primo salto nella fede \u00e8 quello di gettare le reti quando tutto sembra inutile. L’obiezione di Pietro all’invito del Maestro, “abbiamo faticato tutta la notte” \u00e8 indice di una grande delusione, e forse potrebbe essere resa in italiano con un senso pi\u00f9 forte. Il verbo che Luca usa \u00e8 ben noto nella Bibbia, e viene tradotto, nei salmi, con essere stremato (nei lamenti; Sal<\/em> 6,7), essere sfinito (dal gridare a Dio; Sal<\/em> 69,4); \u00e8 il faticare invano dei costruttori se “Dio non edifica la casa” (Sal<\/em> 127,1).<\/p>\n

In quello spazio di delusione agisce Dio. Proprio nel momento del limite, quando non c’\u00e8 pi\u00f9 nulla da fare. Come quando gli ebrei hanno di fronte il mare, e alle spalle gli egiziani. Forse \u00e8 un passo necessario per chi vuole seguire Ges\u00f9: riconoscere la propria incapacit\u00e0, fermarsi e dire: da solo non sono riuscito a far nulla. A questo punto, nella dolorosa esperienza che agli occhi del mondo \u00e8 il fallimento da cui non si esce pi\u00f9, interviene la potente parola di Ges\u00f9: “sulla tua parola caler\u00f2 le reti” (5,4). \u00c8 il primo cambiamento di realt\u00e0: dalla delusione al gesto fiducioso. Riconoscersi peccatori. Quale la ragione della reazione di Simon Pietro “allontanati da me, perch\u00e9 sono un peccatore”? Non bastava a Luca dire lo stupore (v. 9)? Quale peccato ha commesso Simone? Qualcuno pensa che ci sia a questo punto una specie di interferenza tra il nostro racconto e il brano parallelo della pesca miracolosa in Gv<\/em> 21, dove per\u00f2 – abbiamo visto sopra – il dialogo si svolge con il Risorto: se questo fosse vero, le parole di Simone avrebbero a che fare con il suo pentimento per aver rinnegato Ges\u00f9.<\/p>\n

Certamente non \u00e8, sul piano morale, la confessione di una vita peccaminosa; l’affermazione di Simone \u00e8 da leggere piuttosto alla luce di quanto \u00e8 accaduto, e cio\u00e8 il miracolo della pesca. “Qualcosa \u00e8 avvenuto. La potenza di Ges\u00f9 fa risaltare la peccaminosit\u00e0 di Pietro: forse Pietro non era tra i pi\u00f9 grandi peccatori di Cafarnao, per\u00f2 certamente era anche lui un uomo che, messo di fronte alla potenza, alla santit\u00e0 di Dio, sentiva che molte cose della sua vita non andavano” (Martini). La realt\u00e0 si \u00e8 di nuovo rovesciata. Simone \u00e8 di fronte alla Santo di Dio e riconosce la propria creaturalit\u00e0. Non avere paura. Ma ci\u00f2 che colpisce \u00e8 l’atteggiamento di Ges\u00f9, di grande delicatezza. Il Signore non insiste sull’essere “peccatore” del suo discepolo, come invece facciamo spesse volte noi.<\/p>\n

Vuol dire che quella situazione di peccato che Simone riconosce e per cui chiede perdono non dice tutta la sua vita: Simone non \u00e8 il suo peccato, anche se, lo sappiamo, la sua debolezza ancora si manifester\u00e0, quando rinnegher\u00e0 il Signore. Ma Ges\u00f9 non gli dice “dunque, Pietro, tu vuoi seguirmi; ricordati per\u00f2 che sei un peccatore, quindi per prima cosa devi pentirti veramente dei tuoi peccati, purificarti, perch\u00e9 altrimenti non sei degno di seguirmi. Pietro si aspettava che il Signore lo confermasse nel suo sentimento di penitenza e invece Ges\u00f9 dice: ‘Non temere, da ora, da questo momento sarai pescatore di uomini'” (Martini).<\/p>\n

Forse troppe volte ci diciamo o ci sentiamo dire che siamo peccatori. \u00c8 sufficiente, credo, ricordarcelo sinceramente nella preghiera dell’Ave Maria e all’atto penitenziale della messa e all’esame di coscienza della Compieta (quando, tra l’altro, non riconosciamo il nostro essere peccatori, ma chiediamo perdono per i peccati effettivamente commessi). Ripeterlo troppe volte non pu\u00f2 essere una scusa per non cambiare? Quello che conta davanti agli occhi di Dio non sembra essere il nostro peccato, ma il desiderio di conversione, e soprattutto la sua grazia che ci incoraggia ad andare avanti. Questo \u00e8 il cambiamento di realt\u00e0: perdonati dal Santo, tirare le barche a terra, lasciare tutto (anche i nostri peccati) e seguire Ges\u00f9 (v. 11).<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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