{"id":35366,"date":"2015-06-11T10:56:07","date_gmt":"2015-06-11T08:56:07","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=35366"},"modified":"2015-06-11T10:58:15","modified_gmt":"2015-06-11T08:58:15","slug":"il-dialogo-tra-religioni-e-scuola-di-umanita","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/il-dialogo-tra-religioni-e-scuola-di-umanita\/","title":{"rendered":"Il dialogo tra religioni \u00e8 scuola di umanit\u00e0"},"content":{"rendered":"
\"Il<\/a>
Il Papa durante la Messa nello stadio Kosevo<\/figcaption><\/figure>\n

Dopo la \u201cA\u201d di Albania, la \u201cB\u201d di Bosnia: l\u2019alfabeto del dialogo e della pace di Papa Francesco<\/strong> si arricchisce della tappa di Sarajevo.<\/p>\n

Undici ore di visita nei Balcani e cinque discorsi per incoraggiare la minoranza cattolica locale, per ribadire la necessit\u00e0 di praticare la pace e la giustizia, e l\u2019urgenza di promuovere la riconciliazione e il dialogo tra le religioni.<\/p>\n

Ma se in Albania Francesco si \u00e8 misurato con una realt\u00e0 pi\u00f9 omogenea (le diverse confessioni condividono infatti la stessa appartenenza etnica e hanno conosciuto la medesima persecuzione comunista), in Bosnia la situazione \u00e8 diametralmente opposta.<\/p>\n

La guerra del 1992-1995 \u00e8 stata di fatto \u201ccongelata\u201d dagli accordi di Dayton del 1995, che hanno sancito la divisione del Paese su base etnica e religiosa, rallentandone cos\u00ec per\u00f2 lo sviluppo, la crescita sociale ed economica, e soprattutto la riconciliazione.<\/p>\n

Tante ferite ancora aperte che hanno trasformato Sarajevo, che ha perso la sua immagine da cartolina con la sinagoga, moschea e cattedrale vicine. Sulle rive del fiume Miljacka le divisioni si sentono forti, e il Papa non ha esitato a rilanciare in questa sua personale partita sul tavolo dell\u2019incontro e della riconciliazione.<\/p>\n

Venuto come \u201cpellegrino di pace e di dialogo\u201d, Francesco si \u00e8 detto \u201clieto di vedere i progressi compiuti\u201d nel dopo-guerra, \u201cper\u00f2 \u00e8 importante non accontentarsi di quanto realizzato, e cercare di compiere passi importanti per rinsaldare la fiducia e accrescere la mutua conoscenza e stima\u201d. Un processo che deve coinvolgere la comunit\u00e0 internazionale, Ue in testa.<\/p>\n

Sotto il gigantesco Cristo ligneo, posto sull\u2019altare dello stadio Kosevo davanti a 65 mila persone, Francesco ha ripetuto le parole che furono di Giovanni Paolo II nella sua visita in Bosnia del 1997, con tutta la loro triste attualit\u00e0. Nel mondo \u00e8 in corso – ha ribadito – \u201cuna sorta di Terza guerra mondiale combattuta \u2018a pezzi\u2019. C\u2019\u00e8 chi questo clima vuole crearlo e fomentarlo deliberatamente, in particolare coloro che cercano lo scontro tra diverse culture e civilt\u00e0, e anche coloro che speculano sulle guerre per vendere armi\u201d.<\/p>\n

Ecco allora<\/strong> il mandato, tratto dalle Beatitudini: \u201cBeati gli operatori di pace\u201d. Ma con una precisazione: non limitarsi a essere \u201cpredicatori di pace\u201d. \u201cTutti sono capaci di proclamarla, anche in maniera ipocrita o addirittura menzognera\u201d. Occorre invece essere \u201c operatori di pace, cio\u00e8 coloro che la fanno. Fare la pace \u00e8 un lavoro artigianale\u201d che \u201crichiede passione, pazienza, esperienza, tenacia, giustizia\u201d. E la vera giustizia \u201c\u00e8 fare a quella persona, a quel popolo, ci\u00f2 che vorrei fosse fatto a me, al mio popolo\u201d.<\/p>\n

L\u2019esatto opposto di ci\u00f2 che \u00e8 accaduto in Bosnia, come hanno testimoniato tre consacrati all\u2019incontro con il clero e i religiosi in cattedrale. Picchiati, torturati, ridotti in fin di vita, massacrati per il loro abito e la loro fede.<\/p>\n

Un racconto dettagliato di sofferenze che ha colpito molto il Pontefice il quale, a braccio, ha reagito: \u201cQuesta \u00e8 la memoria del vostro popolo, e un popolo che dimentica la sua memoria non ha futuro. Questa \u00e8 la memoria dei vostri padri e madri nella fede. Oggi hanno parlato in tre, ma in tanti hanno sofferto come loro. Non avete diritto a dimenticare la vostra storia; non per vendicarvi, ma per fare pace; non per guardare le cose in maniera strana, ma per amare come loro\u201d.<\/p>\n

In questo percorso di riconciliazione le religioni hanno un ruolo importante, rivendicato da Bergoglio, che coinvolge non solo i leader ma tutti i credenti.<\/p>\n

\u201cIl dialogo interreligioso – ha detto – \u00e8 una scuola di umanit\u00e0 e un fattore di unit\u00e0 che aiuta a costruire una societ\u00e0 fondata sulla tolleranza e il mutuo rispetto\u201d. Per\u00f2 \u201cnon pu\u00f2 limitarsi solo a pochi, ai soli responsabili delle comunit\u00e0 religiose, ma dovrebbe estendersi a tutti i credenti, coinvolgendo le diverse sfere della societ\u00e0 civile. Siamo consapevoli che c\u2019\u00e8 ancora tanta strada da percorrere. Non lasciamoci per\u00f2 scoraggiare dalle difficolt\u00e0, e continuiamo con perseveranza nel cammino del perdono e della riconciliazione\u201d.<\/p>\n

Un invito ripetuto ancora nell\u2019ultimo incontro, con i giovani, \u201cla prima generazione del dopoguerra, i fiori di una primavera che vuol andare avanti e non tornare alla distruzione e alle cose che ci rendono nemici. Lavorate per la pace tutti insieme – ha detto Francesco prima di salire sull\u2019aereo che lo riportava a Roma. – Che questo sia un Paese di pace. La pace si costruisce insieme, musulmani, ebrei, ortodossi e cattolici. Tutti siamo fratelli, tutti adoriamo un unico Dio\u201d.<\/p>\n

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