{"id":3519,"date":"2003-12-12T00:00:00","date_gmt":"2003-12-12T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=3519"},"modified":"2003-12-12T00:00:00","modified_gmt":"2003-12-12T00:00:00","slug":"dalla-ceramica-ai-tessuti-le-risorse-per-lo-sviluppo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/dalla-ceramica-ai-tessuti-le-risorse-per-lo-sviluppo\/","title":{"rendered":"Dalla ceramica ai tessuti le risorse per lo sviluppo"},"content":{"rendered":"
Nel precedente articolo abbiamo accennato alle principali caratteristiche di base del Patto per lo sviluppo dell’Umbria. Poniamo ora in evidenza tre presupposti di base per il buon funzionamento del Patto. Il primo presupposto \u00e8 rappresentato da una conoscenza approfondita del territorio, sotto il profilo produttivo, sociale, demografico, ambientale e degli stessi modelli di regolazione locale. Il territorio \u00e8 qui inteso come depositario dei valori, delle tradizioni, delle conoscenze che sostanziano l’economia e la societ\u00e0 locali, e che possono spiegare anche la competitivit\u00e0 delle rispettive produzioni. Si pensi, con riferimento all’Umbria, alle aree di produzione delle ceramiche, di tessuti e ricami di pregio, di prodotti agricoli di qualit\u00e0, di produzioni siderurgiche specializzate’ Purtroppo non disponiamo per l’Umbria di un’analisi approfondita del territorio (che metta in evidenza, per le diverse aree, le caratteristiche dei processi produttivi, i molteplici rapporti tra economia e societ\u00e0 locali, il rapporto tra Istituzioni locali e sviluppo). Le linee strategiche enunciate nel Patto appaiono per lo pi\u00f9 staccate da corrispondenti specificazioni settoriali e territoriali.Si pone pertanto l’esigenza di individuare sia gli obiettivi specifici sia gl’interventi significativi e prioritari relativi ai sistemi locali presenti nella regione. Questi caratteri possono essere definiti nel processo di concertazione in corso, grazie al lavoro congiunto (ma di non facile coordinamento) dei tavoli tematici e di quelli territoriali, disponendo per\u00f2 di un quadro organico in cui inserirli. Il secondo presupposto \u00e8 rappresentato dall’integrazione di aspetti e settori diversi, tenendo conto di tutti i principali elementi costitutivi della struttura socioeconomica (risorse economiche ed ‘ambientali’, tessuto delle relazioni interne al territorio e di quelle con l’esterno’), collegando organicamente le politiche settoriali con quelle orizzontali (politiche attive del lavoro, sostegno all’innovazione, servizi alle imprese) e con gli indirizzi di programmazione territoriale. Si ricorre insomma ad una progettazione integrata, tale da garantire efficienza ed efficacia maggiori rispetto a quanto ottenibile con progetti singoli e non raccordati. Se consideriamo l’azione strategica che il Patto pone in posizione prioritaria (potenziamento dei fattori di sviluppo economico e di competitivit\u00e0), colpiscono la molteplicit\u00e0 e l’eterogeneit\u00e0 degli interventi previsti (da interventi infrastrutturali vari alla riduzione dei costi energetici, all’internazionalizzazione d’impresa). Una progettazione integrata sottolinea il ruolo svolto dalle interdipendenze molteplici all’opera nel sistema economico-sociale; in particolare rileviamo l’importanza di quelle tra coesione sociale e sviluppo economico (l’assistenza alle persone \u00e8 al cuore dei processi di sviluppo’): proprio il Patto pu\u00f2 essere la sede per metterle in evidenza e svilupparle, e di queste importanti indicazioni dovremmo trovare traccia nei Report periodici sull’attuazione del Patto.Il terzo presupposto \u00e8 rappresentato dalla partecipazione e dal coinvolgimento di tutti gli attori, attraverso la promozione e lo sviluppo di procedure partenariali, per garantire la valorizzazione di tutte le risorse. Sar\u00e0 importante vedere su quali temi la concertazione trover\u00e0 applicazione nel Patto. Nel Patto si pone inoltre in evidenza l’intenzione della Regione dell’Umbria di ”promuovere e valorizzare la partecipazione dei cittadini, delle loro formazioni sociali, degli organismi di rappresentanza, delle Autonomie Territoriali e Funzionali, alla funzione di programmazione. A questo fine, si fa conto sulla diffusione e sull’attuazione del principio di sussidiariet\u00e0 (secondo il nuovo art.118 Costituzione), e si rimarca comunque l’esigenza di snellimento e semplificazione delle procedure”(Testo del Patto, p.2). Questa direttrice di impegno sembra molto importante, perch\u00e9 la riuscita di un piano di sviluppo e di innovazione, che richiede intraprendenza e creativit\u00e0 diffuse, potr\u00e0 essere tanto pi\u00f9 soddisfacente quanto pi\u00f9 estese e profonde saranno la partecipazione e la mobilitazione della popolazione: ogni cittadino, a vario titolo, in varia misura, in modo diretto e indiretto, pu\u00f2 dare un contributo. Su questo punto ci sembra che molto lavoro rimanga da fare: ci\u00f2 richiede informazione adeguata, diffusa, ed anche l’esercizio di un’azione volta a sviluppare le capacit\u00e0 di iniziativa e le energie della popolazione: un’azione volta cio\u00e8 anche a realizzare il principio di sussidiariet\u00e0, non solo verticale ma anche orizzontale. Il principio di sussidiariet\u00e0 non sembra oggetto nel Patto di particolari sottolineature. Sar\u00e0 interessante analizzare i futuri Report attuativi per individuare eventuali iniziative frutto dell’applicazione di questo principio. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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