{"id":3491,"date":"2003-11-21T00:00:00","date_gmt":"2003-11-21T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=3491"},"modified":"2015-07-01T16:31:37","modified_gmt":"2015-07-01T14:31:37","slug":"commento-al-vangelo-a-cura-di-mons-vincenzo-paglia-vescovo-di-terni-narni-amelia-25","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/commento-al-vangelo-a-cura-di-mons-vincenzo-paglia-vescovo-di-terni-narni-amelia-25\/","title":{"rendered":"“Tu sei il re dei Giudei?”"},"content":{"rendered":"

Con questa domenica si chiude l’anno liturgico. Tra sette giorni la Liturgia della Chiesa inviter\u00e0 i credenti ad iniziare un nuovo tempo di preghiera e di memorie sante. Non si tratta semplicemente di un cielo temporale che si aggiunge ad altri calendari (scolastico, solare, giudiziario, amministrativo, e cos\u00ec via). Il tempo liturgico \u00e8 altro da quello ordinario o da quelli stabiliti dagli uomini. \u00c8, infatti, un tempo nel quale non siamo noi, o le vicende di questo mondo, a decidere le scadenze e a segnare i ritmi e gli obiettivi, come sempre accade. Nel tempo liturgico siamo noi ad essere guidati: veniamo, infatti, come sottratti alla normalit\u00e0 delle nostre abitudini e delle nostre preoccupazioni per essere inseriti in un altro ritmo temporale: quello di Ges\u00f9. Sono le pagine del Vangelo a scandire il tempo dell’anno liturgico perch\u00e9 i credenti, strappati dal tempo dei propri affari, siano trasportati dentro la storia stessa di Ges\u00f9, divenendo cos\u00ec suoi contemporanei.<\/p>\n

Da Natale a Pasqua sino a Pentecoste siamo chiamati a stare accanto a Ges\u00f9 che nasce, che cresce, che predica e che guarisce percorrendo le strade e le piazze della sua terra, che soffre e che muore sulla croce, che per\u00f2 risorge, che ascende al cielo e che manda lo Spirito santo sulla Chiesa inviandola sino agli estremi confini della terra. L’anno liturgico, insomma, \u00e8 Cristo stesso (“annus est Christus<\/em>“, diceva l’antica saggezza cristiana) che ci viene donato. Quest’ultima domenica dell’anno liturgico fa celebrare ai credenti la festa di Ges\u00f9 Cristo, Re dell’universo. \u00c8\u00a0la festa della Sua signoria sul mondo, sul creato, sugli uomini, sulla storia. \u00c8\u00a0una domenica che viene per cos\u00ec dire a coronare tutta la vicenda di Ges\u00f9 e della stessa storia umana. \u00c8\u00a0la festa in cui contempliamo Cristo nella pienezza della sua signoria sul creato. Ma il paradosso di questa festa sta nel fatto che mentre vediamo Cristo, come Re dell’universo, il Vangelo ce lo presenta umiliato, ridicolizzato, sconfitto.<\/p>\n

Questo stridente contrasto porta a chiederci: ma che re \u00e8 il nostro? Che regalit\u00e0 \u00e8 la sua? E che regno \u00e8 quello su cui governa? E lo scetticismo di Pilato di fronte all’affermazione di coloro che gielo avevano condotto perch\u00e9 lo condannasse. Infatti, chiede incuriosito: “Tu sei il re dei giudei?” L’aspetto arrendevole e modesto di Ges\u00f9, era ben lontano da quello di un sobillatore capace di mettersi alla testa di una banda armata. Eppure, Ges\u00f9 non nega l’affermazione fatta da Pilato: “Tu lo dici, io sono re!” Ma, per chiarire il senso di questa affermazione, aggiunge immediatamente: “Il mio regno non \u00e8 di questo mondo”. E ne porta una prova lampante: “Se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perch\u00e9 non fossi consegnato ai giudei”.<\/p>\n

\u00c8\u00a0tutto vero, anche se viene da pensare che quei pochi amici che pure aveva, non solo non lo hanno difeso, al contrario lo hanno abbandonato dandosi alla fuga; solo uno ha tentato la difesa con un colpo di spada, ma si \u00e8 attirato una dura reprimenda da parte di Ges\u00f9. Il Maestro, il pastore resta solo. Ma che re \u00e8? Certo, non lo \u00e8 alla maniera di questo mondo. E lo dice con chiarezza: “Il mio regno non \u00e8 di questo mondo”. In quattro righe questa affermazione \u00e8 ripetuta per ben due volte: “Il mio regno non \u00e8 di quaggi\u00f9”. La sua regalit\u00e0 non trae origine dal mondo, non poggia sul consenso della gente (fosse anche da un ampio consenso democratico) e non dipende dalle sue qualit\u00e0; essa viene dall’alto, da Dio. I profeti avevano preannunciato l’avvento di questo nuovo re. La profezia di Daniele riportata nella prima lettura della Liturgia parla infatti di “uno, simile a figlio d’uomo” che appare sulle nubi del cielo e che riceve dal “vegliardo” il “potere, la gloria e il regno”.<\/p>\n

E la visione continua con una scena grandiosa: “Tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano; il suo potere \u00e8 un potere eterno, che non tramonta mai, e il suo regno \u00e8 tale che non sar\u00e0 mai distrutto”. La visione del profeta Daniele si consuma nella sua pienezza nel regno di cui parla Ges\u00f9, un regno che viene dal cielo e per questo eterno e indistruttibile. Ma non \u00e8 lontano ed estraneo alla terra. Al contrario, pur non essendo del mondo il potere di Cristo si esercita nella terra e nella storia degli uomini. E Pilato a suo modo lo capisce, tanto che conclude: “Dunque, tu sei re?” E come dire che l’accusa rivolta a Ges\u00f9 \u00e8 giusta. Ed in effetti Ges\u00f9 afferma che \u00e8 venuto nel mondo proprio per “rendere testimonianza alla verit\u00e0”. E aggiunge: “Chiunque \u00e8 dalla verit\u00e0, ascolta la mia voce!”.<\/p>\n

La verit\u00e0 di cui Ges\u00f9 parla non sono principi logici astratti o idee belle da contemplare. La verit\u00e0 \u00e8 una storia, ossia la storia dell’amore di Dio per gli uomini. Egli, come scrive Giovanni nel suo Vangelo: “ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perch\u00e9 chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perch\u00e9 il mondo si salvi per mezzo di lui” (Gv<\/em> 3, 16-17). Ges\u00f9 \u00e8 il volto concreto dell’amore di Dio, il volto concreto della Verit\u00e0, il testimone dell’inimmaginabile “passione” di Dio per gli uomini. E’ vera regalit\u00e0 quella di Ges\u00f9, anche se agli occhi del mondo \u00e8 davvero strana. Egli regna dal pretorio, ma stando dalla parte dello sconfitto. Egli si erge a maestro autorevole, ma stando dalla parte degli imputati.<\/p>\n

Il suo potere \u00e8 la forza dell’amore, \u00e8 la forza della misericordia, della compassione e della mitezza. Cos\u00ec Egli governa i cuori degli uomini e la loro storia. L’amore appare debole agli occhi degli uomini, ma \u00e8 forte agli occhi di Dio. \u00c8\u00a0una forza reale. Del resto Ges\u00f9 lo ha detto fin dall’inizio della sua missione sul monte delle Beatitudini: “Beati i miti, perch\u00e9 erediteranno la terra” (Mt<\/em> 5, 5). La terra non \u00e8 dei violenti, ma dei miti, dei misericordiosi. La vera grandezza, la vera regalit\u00e0, il vero potere, sta nel lasciarsi conquistare dalla “verit\u00e0” di Dio, ossia dal suo sconfinato amore che giunge sino a dare la vita per gli uomini. Di questo amore ha bisogno il mondo. Perch\u00e9 l’amore sconfigge ogni male, compresa la morte. In questa domenica che chiude l’anno liturgico, la Chiesa ci fa vedere la conclusione della storia: Ges\u00f9 trionfa sul male e instaura il regno dell’amore. Giovanni, come a descrivere la liturgia celeste di questa domenica, ci apre uno spiraglio sul cielo: “Ecco, viene sulle nubi del cielo e ognuno lo vedr\u00e0, anche quelli che lo trafissero e tutte le nazioni della terra si batteranno per lui il petto”.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

Con questa domenica si chiude l’anno liturgico. Tra sette giorni la Liturgia della Chiesa inviter\u00e0 i credenti ad iniziare un nuovo tempo di preghiera e di memorie sante. Non si tratta semplicemente di un cielo temporale che si aggiunge ad altri calendari (scolastico, solare, giudiziario, amministrativo, e cos\u00ec via). Il tempo liturgico \u00e8 altro da […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":0,"comment_status":"open","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_acf_changed":false,"footnotes":""},"categories":[492],"tags":[],"acf":[],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/3491"}],"collection":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/1"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=3491"}],"version-history":[{"count":4,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/3491\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":37114,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/3491\/revisions\/37114"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=3491"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=3491"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=3491"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}