{"id":3474,"date":"2003-11-14T00:00:00","date_gmt":"2003-11-14T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=3474"},"modified":"2021-03-26T16:54:01","modified_gmt":"2021-03-26T14:54:01","slug":"leuropa-non-si-deve-vergognare-dei-suoi-padri","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/leuropa-non-si-deve-vergognare-dei-suoi-padri\/","title":{"rendered":"L’Europa non si deve vergognare dei suoi padri"},"content":{"rendered":"
Il cristianesimo prima che una tradizione culturale ed un insieme di verit\u00e0 e dogmi, \u00e8 una persona, \u00e8 Ges\u00f9 Cristo. Proprio perch\u00e9 il cristianesimo \u00e8 una persona, esso serve a costruire la vita degli uomini e delle donne, di tutti gli uomini e di tutte le donne, non per ricostruire o ricapitolare la storia di singoli stati o di un continente. Uomini e donne della religione e della politica, della letteratura e della scienza, delle professioni civili e delle attivit\u00e0 familiari hanno trovato nella persona di Ges\u00f9 ispirazioni e motivazioni di vita e di morte, di presente e di futuro, di felicit\u00e0 e di sofferenza. Il settimanale Panorama, la settimana scorsa, nel pubblicare parte dell’introduzione del volume di Marcello Pera La Martinella titolava: quanto vale Cristo per l’Europa. La mia risposta \u00e8: Cristo vale molto di pi\u00f9 di quello che i settimanali italiani e i politici europei sono disposti a concedergli. La risposta dell’evangelista Giovanni, poi, \u00e8 che ‘noi tutti abbiamo ricevuto della pienezza di Cristo’. Quel ‘noi tutti’ abbraccia l’umanit\u00e0 intera e non solo l’Europa, perch\u00e9 Cristo, per i cristiani, \u00e8 universale, \u00e8 il cuore della storia universale, \u00e8 il rivelatore dell’uomo, ed ogni uomo di sentimenti sinceri e di ricerca onesta pu\u00f2 ricevere dal suo messaggio ragioni di impegno civile e orientamenti di formazione personale. Affermare che Cristo \u00e8 una persona non significa ovviamente rinnegare il contributo fondamentale del cristianesimo alla civilt\u00e0 europea. Non \u00e8 difficile riconoscere che i genitori dell’Europa sono due: la tradizione greco-romana e la tradizione giudaico-cristiana. L’una ha prodotto quelle istituzioni politiche, quali le assemblee, i governi, i parlamenti, i tribunali, gli organismi di decisione e di rappresentanza che sono alla base della convivenza civile europea ed occidentale. L’altra ha portato quel brevetto culturale particolare del concetto di persona e della sua dignit\u00e0, che \u00e8 la base di tutto un patrimonio di diritti umani riconosciuti e condivisi. Il preambolo della bozza di costituzione europea, di fatto, comincia con una citazione esplicita di Tucidide, quindi della tradizione greca, e con una serie di richiami impliciti di valori cristiani, quali l’uguaglianza degli esseri umani, la libert\u00e0, il ruolo centrale della persona, i diritti inviolabili. Mentre, quindi, il riferimento alla tradizione greca \u00e8 in qualche modo esplicito, quello alla tradizione giudaico-cristiana compreso nelle indistinte ‘eredit\u00e0 culturali, religiose e umanistiche’. Penso, allora, sia legittima la domanda perch\u00e9, dal punto di vista storico-culturale, si menzioni solo il genitore greco e non anche quello ebreo e cristiano, e perch\u00e9 la storia d’Europa si debba vergognare di qualche suo padre. \u00c8 un fatto incontrovertibile che la cultura cristiana sia la culla della modernit\u00e0 occidentale. Sia dal punto di vista storico che geografico, sia dal punto di vista spirituale che intellettuale, la nascita e lo sviluppo del mondo moderno occidentale affonda le sue radici nella cristianit\u00e0. \u00c8 stato sant’Agostino che ha trasformato il tempo ciclico dei greci, concepito come un continuo ritorno all’identico, in un percorso dell’anima; che ha dato ad esso la valenza e lo spessore della storia, perch\u00e9 lo ha legato alla realizzazione di una promessa di salvezza futura. \u00c8 stato sempre lo stesso sant’Agostino ad assegnare un ruolo determinante all’antropologia nei processi della conoscenza delle verit\u00e0 della fede, e ad inaugurare la svolta antropologica, molto tempo prima che essa venisse tematizzata dalla filosofia e teologia contemporanee, allorquando ha proposto come itinerario per arrivare alla concezione di Dio Uno e Trino l’interiorit\u00e0 umana, in sostituzione dell’esteriorit\u00e0 del mondo della natura. Nonostante alcuni tenaci tentativi di togliere alla misura del tempo ogni riferimento cristiano, noi viviamo un tempo storico strutturato dall’avvento di Cristo. Il calendario cristiano, che misura il tempo dalla nascita di Cristo, si \u00e8 imposto su tutti gli altri calendari e la storia universale, di fatto, \u00e8 misurata da una valenza cristiana anonima ma reale ed efficace. Si pensi, d’altra parte, a come la Bibbia abbia segnato profondamente la storia e la cultura dell’Occidente, al punto da essere stata definita il grande codice della cultura occidentale. Architettura, pittura, scultura, musica, teatro e cinema hanno attinto alle Scritture tematiche, interrogativi, proposte, e artisti del calibro di Giotto e Cimabue hanno inventato l’alfabeto della lingua artistica occidentale. Si pensi, ancora, al contributo fondamentale che ha dato il monachesimo allo sviluppo dell’agricoltura, oltre che dell’arte e della liturgia. L’apporto principale delle Chiese cristiane all’Europa non \u00e8 tanto nel riconoscere un passato quanto nel costruire un futuro. Ora, la Chiesa e l’Europa hanno fatto un percorso di secoli insieme. Guardare a tale passato \u00e8 utile, ma non basta. \u00c8 necessario anche tracciare dei percorsi lungo i quali incamminarsi per non mancare all’appuntamento della storia, che chiama l’Europa a una nuova fase della sua vicenda culturale e politica. La Chiesa ha dato molto all’Europa e alla sua cultura, e da essa ha molto ricevuto. Ma quale potrebbe essere la sua azione futura? A mio parere, essa potrebbe essere quella stessa che Giovanni Paolo Il nel 1988 proponeva al Parlamento europeo, e cio\u00e8: riconciliazione dell’uomo con se stesso, respingendo le culture del sospetto e della disumanizzazione e riaffermando invece con vigore la dignit\u00e0 e i diritti fondamentali della persona; riconciliazione dell’uomo con i suoi simili, accettandosi gli uni gli altri e aprendosi alle esigenze della solidariet\u00e0, e questo sia nei rapporti tra le persone, sia anche tra le classi sociali e tra gli stati; e infine riconciliazione dell’uomo con l’intera creazione, vegliando sui suoi precari equilibri, perch\u00e9 non cessi di essere dimora accogliente per l’uomo e motivo di lode riconoscente al Creatore. Concludo queste mie riflessioni con l’evocazione di una immagine. Il duomo di Strasburgo ha un orologio astronomico che \u00e8 simbolo di come la Chiesa abbia nel passato segnato il tempo e le stagioni, la vita e la morte, e abbia riempito le date della storia. Questo duomo, per\u00f2, a tutt’oggi, \u00e8 ancora incompiuto, perch\u00e9 manca una torre non ancora costruita. Nella capitale dell’Europa unita, quindi, c’\u00e8 una cattedrale della fede incompiuta, segno profetico che l’unit\u00e0 dell’Europa \u00e8 ancora una sfida. Non vorrei che anche la cattedrale della storia rimanga l’incompiuta, perch\u00e9 costruita su fondamenta instabili. Mi pare che i cristiani debbano raccogliere la sfida dell’unit\u00e0 e adoperarsi perch\u00e9 si vada oltre la logica di un’unione economica del solo mercato unico europeo, e si arrivi a livello educativo, culturale, politico, istituzionale, a una vera Europa dei cittadini e delle persone.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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