{"id":3423,"date":"2003-10-17T00:00:00","date_gmt":"2003-10-16T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=3423"},"modified":"2015-07-16T15:07:27","modified_gmt":"2015-07-16T13:07:27","slug":"una-parrocchia-dove-si-possa-coniugare-fede-e-individualita","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/una-parrocchia-dove-si-possa-coniugare-fede-e-individualita\/","title":{"rendered":"Una parrocchia dove si possa coniugare fede e individualit\u00e0"},"content":{"rendered":"

Come le parrocchie di Citt\u00e0 di Castello possono continuare ad essere ‘Chiesa tra la gente’? Quali sono i cambiamenti di fondo che stanno interessato le parrocchie in questi anni? Sono queste le domande alle quali hanno cercato di rispondere i lavori della prima giornata dell’assemblea ecclesiale diocesana. Introdotti dal Vescovo, don Luciano Avenati e Giovanni Carlotti hanno cercato di rispondere a questi interrogativi marted\u00ec scorso. Per esigenze tipografiche rimandiamo al prossimo numero lo sguardo d’insieme su tutta l’assemblea focalizzando qui l’attenzione solo sugli interventi di mons. Ronchi (v. riquadro) e dei due relatori. Nella societ\u00e0 che sappiamo essere secolarizzata e del relativismo c’\u00e8 una nota positiva che riguarda la parrocchia. Giovanni Parlotti, laico, impegnato da anni nella vita della parrocchia e nell’azione cattolica ha cercato di raccogliere i segni positivi attorno alla parrocchia. Uno \u00e8 sicuramente rappresentato dalla ‘personalizzazione della fede’: quel processo per cui la Parola di Dio, proposta ed offerta a tutti, diventa personale perch\u00e9 scelta liberamente da ciascuno. Oggi \u00e8 sempre pi\u00f9 necessario che ogni cristiano coniughi fede ed individualit\u00e0. Non va bene ‘ tentiamo di tradurre con un’immagine ‘ un lavoro industriale per cui la fede viene data in serie e uguale per tutti, ma bisogna fare come gli artigiani che personalizzano ogni loro prodotto che \u00e8 diverso l’uno dall’altro. Guardando alla realt\u00e0 delle parrocchie umbre, e del centro Italia in genere, si pu\u00f2 oggi dire che la partecipazione laicale \u00e8 pi\u00f9 bassa che altrove; c’\u00e8 un senso di appartenenza alla diocesi piuttosto debole, la vita pastorale della parrocchia si regge molto sull’improvvisazione. Don Luciano Avenati, parroco a Petrignano d’Assisi, riferendosi in generale alla vita delle nostre parrocchie ha sottolineato anzitutto la necessit\u00e0 che siano fedeli al nome che portano. Etimologicamente parrocchia era la tenda che accoglieva, di notte, i viandanti. Essere fedeli a questo nome significa rendere anche oggi attuale l’insegnamento della Gaudium et spes l\u00e0 dove si afferma che tutte le gioie degli uomini sono le gioie di tutti i cristiani. In ogni parrocchia, cio\u00e8, la ‘nostra felicit\u00e0 comunitaria deve fare corpo con quella che sperimenteremo nel Regno di Dio’. Una comunit\u00e0 parrocchiale deve quindi puntare prima alle qualit\u00e0 delle relazioni tra i componenti pi\u00f9 che ai programmi pastorali. Deve essere ‘ la parrocchia ‘ casa e scuola di comunit\u00e0: al di l\u00e0 dello slogan ci deve essere quindi un generale cambiamento di mentalit\u00e0 perch\u00e9 ogni comunit\u00e0 parrocchiale viva sane relazioni tra gli uomini, la corresponsabilit\u00e0 e la condivisione della triplice passione per il Vangelo, per la Chiesa, per l’uomo. Ancora, deve vivere nella quotidianit\u00e0 la debolezza della pastorale sapendo per\u00f2 che ‘ come san Paolo ‘ ‘quando sono debole \u00e8 allora che sono forte’.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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