{"id":3415,"date":"2003-10-17T00:00:00","date_gmt":"2003-10-16T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=3415"},"modified":"2015-08-05T16:13:29","modified_gmt":"2015-08-05T14:13:29","slug":"senza-cristianesimo-solo-unaccozzaglia-di-nazioni","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/senza-cristianesimo-solo-unaccozzaglia-di-nazioni\/","title":{"rendered":"Senza cristianesimo solo un’accozzaglia di “nazioni”"},"content":{"rendered":"
Invitato a dire la mia opinione su ‘le radici cristiane dell”Europa’, non esito a dichiarare, anche in forma provocatoria, che senza cristianesimo ‘ e segnatamente senza riconoscimento dichiarato delle sue radici cristiane – non c’\u00e8 Europa. Non c’\u00e8 l’Europa che delinearono gi\u00e0 tre grandi cristiani, De Gasperi, Adenauer e Schumann, bens\u00ec solo un’accozzaglia di ‘nazioni’ che fino a ieri si sono dilaniate in una quantit\u00e0 di guerre fratricide tese alla sopraffazione e al dominio dell’una sull’altra. Ed anche oggi, purtroppo, nello stesso disegno di unit\u00e0 europea, si insinuano progetti nascosti di ‘grandeur’ o di ‘assi preferenziali’ che la minano nel profondo. La prima unit\u00e0 dell’Europa costituitasi dalle colonne d’Ercole al vallo d’Adriano e alle rive del Reno e del Danubio, fu certamente quella compiuta da Roma repubblicana e imperiale. A parte il fatto che essa comprendeva solo una parte dei popoli che oggi si riconoscono o vogliono riconoscersi nell’Europa (escludendo tutti i germani e gli slavi), \u00e8 certo che sul piano spirituale essa si \u00e8 compiuta solo con la conversione dei ‘barbari’ al cristianesimo: l’Europa oggi dovrebbe riconoscere come suoi primi fondatori, dopo l’era apostolica, il venerabile Beda, i santi Metodio e Cirillo e il papa Gregorio Magno. E non vi \u00e8 dubbio che il Medioevo cristiano, pur tra mille contese che coinvolsero il Papato e l’Impero ( ma in fin dei conti erano contese ‘per’ l’Europa, per stabilire se essa doveva essere teocratica o imperiale non gi\u00e0 contese ‘tra’ i popoli europei), il Medioevo cristiano ‘ dicevo ‘ fu il solo periodo (un lungo periodo, durato quasi un millennio) durante il quale l’Europa fu veramente tale, anche se il suo concetto era appena nascente: legata anche con quella parte dell’oriente mediterraneo che era sopravvissuto alla furia islamica che le aveva tolto (e distrutto civilmente e culturalmente ) i territori e le civilt\u00e0 pi\u00f9 cari ai cristiani: da Antiochia a Damasco alla stessa Gerusalemme, dalla Cappadocia a Alessandria a Cartagine, i luoghi degli apostoli e dei padri pi\u00f9 insigni, delle pi\u00f9 alte voci della cultura cristiana. L’invasione aveva dimezzato la koin\u00e8 culturale: cristiana prima ancora che latina e greca. Comunque sia, il sapere e il sentire cristiano, ossia la nostra fede comune, costituirono la struttura dell’Europa dell’alto e del basso medioevo: e non \u00e8 senza significato che Bonaventura e Tommaso, che oggi diremmo ‘italiani’, svolsero il loro magistero a Parigi (naturalmente nella koin\u00e8 linguistica che fu il latino fino alla fine del XVIII secolo), e che qui furono discepoli e colleghi di Alberto Magno, che oggi si direbbe tedesco, e che a Oxford fossero maestri insigni Roberto Grossatesta e Francesco Bacone formatisi a Parigi. L’universalit\u00e0 culturale, insomma, fu allora europea e latina a un tempo, e soprattutto fu cristiana, perch\u00e9 il cristianesimo ne fu lo spirito animatore. Solo il progressivo affermarsi delle particolarit\u00e0 delle nazioni frantum\u00f2, nei secoli successivi, l’unit\u00e0 politica dell’Europa, e coinvolse, ahim\u00e8, anche il papato nella lotta fra le nazioni. Ma pur nella guerra diuturna, i popoli d’Europa si riconobbero sempre tutti nella fede cristiana, sia pure nelle tre grandi confessioni del cattolicesimo, dell’ortodossia e del protestantesimo; anche nella guerra, insomma, l’Europa continu\u00f2 ad essere cristiana, poich\u00e9 tutti i popoli si sentivano egualmente partecipi di quei valori di fondo che derivavano dall’insegnamento di Ges\u00f9: la discendenza da un unico Padre, la fratellanza universale, la libert\u00e0 individuale, l’amore come ideale vincolo supremo della relazione umana. Forse ci fu un solo momento di oscuramento di tali valori, quando se ne volle disconoscere l’origine divina per derivarli solo dall’uomo, e a Dio Padre si cerc\u00f2 di sostituire ‘ stolidamente ‘ la dea Ragione (una ballerina sull’altare di Notre Dame), quando la fratellanza la si volle imporre con la ghigliottina, quando la libert\u00e0 si snatur\u00f2 in arbitrio sfrenato e l’amore in licenza. Ma scomparse le nubi, i valori eterni del cristianesimo tornarono a rifulgere, e non furono sommersi nemmeno dalle due guerre pi\u00f9 distruttive che l’umanit\u00e0 abbia subito: anche se colui che li incarnava ‘non aveva divisioni corazzate’ come sogghignava il barbaro che voleva imporre in Europa l’ateismo di stato. Poi il muro da costui fatto erigere croll\u00f2 come costruzione di carta, quando nel mondo risuon\u00f2 l’appello di un papa ‘venuto di lontano’: ‘Aprite le porte a Cristo’. Ed oggi l’Europa pu\u00f2 tornare a riscoprire la sua unit\u00e0. Ma dove, se non nel cristianesimo che l’ha sempre costituita? E’ perci\u00f2 per lo meno sorprendente ‘ per non dire scandaloso ‘ che nella bozza di statuto della futura comunit\u00e0 non si voglia riconoscere esplicitamente, per motivi del tutto speciosi, l’unica sua vera radice unitaria: tanto pi\u00f9 in un momento in cui, ai vertici delle istituzioni, si trovano due persone che si autodefiniscono ‘cattoliche’ e che dovrebbero avere buon gioco nei confronti di chi \u00e8 erede del folle sogno della ‘grandeur’ e degli ‘assi preferenziali’: e che di fatto non vuole l’Europa ma solo, come nei tempi della ‘gloire’, il prevalere di una sola parte, richiamandosi ad un’ideologia tardo-massonica che, in Europa, \u00e8 ormai largamente fallimentare.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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