{"id":3399,"date":"2003-10-10T00:00:00","date_gmt":"2003-10-10T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=3399"},"modified":"2003-10-10T00:00:00","modified_gmt":"2003-10-10T00:00:00","slug":"il-cristianesimo-sorgente-dellunita-dei-popoli-deuropa","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/il-cristianesimo-sorgente-dellunita-dei-popoli-deuropa\/","title":{"rendered":"Il cristianesimo sorgente dell’unit\u00e0 dei popoli d’Europa"},"content":{"rendered":"
La necessit\u00e0 di realizzare una ricomposizione del continente europeo non \u00e8 ritenuta, nella mente di Wojtyla, una scelta politica pragmatica, ma dettata da fattori di natura spirituale ma resa ancor pi\u00f9 attuale dalle presenti circostanze storiche. Il pensiero del Pontefice pu\u00f2 essere cos\u00ec sintetizzato: – l’Europa non fu la prima culla del Cristianesimo, tuttavia l’Europa \u00e8 divenuta come il letto di un grande fiume dove il Cristianesimo si \u00e8 diffuso; – l’unit\u00e0 dei popoli europei \u00e8 fondata sulla comune fede cristiana, tanto che la fede \u00e8 da considerare l’anima dell’Europa, continente che fu omogeneo e spiritualmente unito; – la identit\u00e0 europea \u00e8 incomprensibile senza il Cristianesimo nel quale si ritrovano le radici di quell’Europa che fu la Cristianit\u00e0: la storia dell’Europa \u00e8 una storia cristiana e quelle radici sono punti di riferimento imprescindibili per ricomporre in modo nuovo ed attuale l’unit\u00e0 del continente; – nonostante tutte le diversit\u00e0, le guerre (anche le guerre dei popoli cristiani fra loro), le crisi spirituali e le divisioni storiche e politiche, vi \u00e8 lo stesso Cristianesimo che costituisce di per s\u00e9 una profonda solidariet\u00e0 e che conserva una “forza unificante”; – la civilt\u00e0 europea \u00e8 basata sul Vangelo, fermento per un umanesimo permeato di valori perenni e anche codice di vita largamente accettato; – vi \u00e8 la necessit\u00e0 di risvegliare l’anima cristiana dell’Europa; il suo rinnovamento e la sua riunificazione possono avvenire riferendosi alle radici che le hanno dato l’esistenza; – in queste radici si ritrovano quelle ragioni etiche che sono in grado di realizzare la vera unit\u00e0 del continente, data l’insufficienza delle ragioni economiche e politiche, come l’esperienza ha ampiamente dimostrato. Valori comuni. – La riflessione sulla civilt\u00e0 della quale ognuno di noi fa parte \u00e8 densa di problemi e di interrogativi; \u00e8 una riflessione che pone la questione: come interpretare e valutare tale civilt\u00e0 e tali modelli di vita. E una riflessione complessa e differenziata: sono legittime le diversit\u00e0 esistenti nella lettura della storia della civilt\u00e0 europea e delle vicende che hanno interessato il continente. Tuttavia, se noi consideriamo i fatti umani, le vicende culturali e sociali, la storia, insomma, come un grande fiume che raccoglie affluenti nella sua discesa verso il mare, \u00e8 possibile identificare alcuni valori comuni originari delle popolazioni europee; valori che, pur in presenza di rilevanti diversificazioni intervenute successivamente – diversificazioni per costumi, per concezioni filosofiche e sistemi di vita, per condizioni ambientali, ecc. – caratterizzano la vita singola e associata di coloro che vivono in Europa da europei, costituendone la civilt\u00e0 o, se si preferisce, mutuando l’espressione francese, la civilizzazione. Sappiamo che civilizzare ha voluto dire rendere capaci gli uomini di vivere socialmente, affinare i costumi, elevarsi razionalmente e moralmente. I veri confini dell’Europa non sono costituiti da mari o da catene montagnose, ma da un sistema di convinzioni e di idee radicate nelle coscienze. In tal senso, presenta certamente una sua validit\u00e0 la chiave di lettura offerta da Giovanni Paolo II. I valori sono le convinzioni, le regole etiche e sociali di comportamento, i criteri valutativi del bene e del male. La civilizzazione cristiana li ha riassunti nel senso dell’uomo e della sua dignit\u00e0. Questo senso dell’uomo e della sua dignit\u00e0 \u00e8 sempre stato poi elemento caratterizzante della vita di coloro che si sono chiamati europei e si \u00e8 manifestato e si manifesta in modo molteplice: la dignit\u00e0 della persona umana e la tendenza a collocarla al centro del sistema; i concetti di persona e di solidariet\u00e0 germinati nel pensiero cristiano, che hanno rappresentato un utile punto di riferimento anche per altre culture; il sentimento della giustizia, la laboriosit\u00e0, lo spirito di iniziativa; la concezione e il senso della famiglia, il rispetto della vita e la tolleranza; una concezione della libert\u00e0 politica collegata all’istituzione democratica, pur con una coscienza sociale diversificata, con fasi alterne e con un pluralismo di modelli politici. Il richiamo, dunque, a tali comuni valori che si vogliono ritenere di origine cristiana \u00e8 valido; ma si deve precisare che i popoli europei sembrano ancor oggi tenuti insieme da un groviglio di comuni valori che evidenziano le contraddizioni e le lotte che fanno parte della storia europea. Non si pu\u00f2 dimenticare quanto sia stato difficile riuscire a coniugare insieme Cristianesimo e democrazia politica e libert\u00e0, come pure non si pu\u00f2 dire che il capitalismo e il marxismo, nati nel pensiero europeo, nelle letture o applicazioni socio-politiche che si sono date anche nella storia pi\u00f9 recente abbiano sempre tenuto l’uomo al centro del sistema. Giovanni Paolo II ha affermato a pi\u00f9 riprese che la storia d’Europa \u00e8 una storia cristiana. Certamente lo spirito e il carattere cristiano si ritrovano nella storia della filosofia e dell’arte, della letteratura, della musica, della cinematografia, del teatro, nella storia del diritto e delle istituzioni politiche. Ma non va sottovalutato – agli effetti di una riflessione obiettiva e compiuta – il rischio di un esclusivismo, il rischio di considerare come il tutto ci\u00f2 che invece \u00e8 una parte, pur fondamentale, un elemento pur caratterizzante della storia e della vita dell’Europa. L’Europa, la coscienza europea, la sua civilt\u00e0 non \u00e8 nata tutta intera, ma si \u00e8 costruita con fasi successive anche ben identificabili. Certamente il Cristianesimo ha proposto un uomo diverso. Il Cristianesimo si \u00e8 impegnato in una lotta totale contro gli idoli, ma anche in una gigantesca trasformazione, anche nelle istituzioni, almeno fino al sec. XIII, tra tutte le popolazioni europee, le antiche e le nuove, per fondere le loro diversit\u00e0 in un’unit\u00e0 che non era pi\u00f9 di questo o di quel popolo, ma dell’Europa cristiana. E su questo primo carattere inconfondibile della civilt\u00e0 europea ci sostiene l’autorit\u00e0 di Benedetto Croce in “Perch\u00e9 non possiamo non dirci cristiani”: “Il Cristianesimo \u00e8 stato la pi\u00f9 grande rivoluzione che l’umanit\u00e0 abbia mai compiuto”. E indica la ragione: “La rivoluzione cristiana oper\u00f2 nel centro dell’anima, nella coscienza morale…”.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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