Nelle settimane scorse la grande e splendida piazza davanti alla Basilica inferiore di San Francesco sembrava diventata una selva di pietre portate da un’artista siciliano, Sciola, coraggioso ed originale, che ha inventato le pietre che suonano. Una specie di simbolo della natura che loda il creatore, o di quella espressione evangelica ove afferma che anche se tutti tacessero si leverebbero le pietre a parlare. Questo avviene ad Assisi, e avviene per san Francesco. Egli parla a tutti e tutti vorrebbero parlare con lui e di lui. E’ il Santo nel quale si sono dati appuntamento valori, sentimenti e significati che singolarmente coprono un immenso spazio spirituale e culturale, cristiano e umano. San Francesco piaceva a D’Annunzio e a Mussolini (‘il pi\u00f9 santo degli italiani e il pi\u00f9 italiano dei santi’), e piaceva anche ad anarchici, laici, socialisti, protestanti, a Tolstoj, Renan Sabatier a Capitini. Non \u00e8 per questo un personaggio equivoco, quanto piuttosto universale ed \u00e8 per la sua universalit\u00e0 -cattolicit\u00e0 che qualcuno ha preso di lui una parte e altri un’altra parte. Egli ha cantato le lodi di Dio altissimo attraverso tutte le creature e qualcuno si \u00e8 fermato all’acqua, alla terra, al vento e al fuoco e altri alla luna e alle stelle, o al lupo ammansito e ai pesci e agli uccelli, tutte creature sorelle in armonia nell’universo governato in pace dal sovrano onnipotente bon Signore. Il santo di Assisi ha un messaggio sempre attuale che propone con la sua persona e la sua vita. Egli \u00e8, per dirla in termini filosofici, un ‘universale concreto’. Significa che egli ha incarnato e incarna dei valori supremi ed eterni nella vitalit\u00e0 e dinamicit\u00e0 della vita concreta con le sue passioni e i suoi sentimenti, dando un viso e una voce alla verit\u00e0 e alla sapienza di cui \u00e8 rivestito come di luce. Nella storia egli \u00e8 stato visitato e riletto molte volte ed \u00e8 stato anche oggetto di disputa e di scambio. Ma come all’origine \u00e8 venuto un uomo altrettanto santo e illuminato, Bonaventura, che ha detto san Francesco \u00e8 questo e non altro: uomo della sobria povert\u00e0, immagine di Cristo crocifisso, servitore umile e fedele della Chiesa romana, cos\u00ec nei nostri tempi \u00e8 venuto un altro uomo, santo e illuminato, che ha detto: san Francesco \u00e8 l’unico uomo che pu\u00f2 riunire i popoli e le nazioni in atteggiamento concorde e pacifico e stimolare pensieri e propositi di perdono e di pace. Da Francesco di Assisi nasce lo ‘spirito di Assisi’, che \u00e8 pi\u00f9 di un messaggio vagamente pacifico o pacifista, \u00e8 una sintesi abbreviata al massimo dello spirito di Ges\u00f9 che \u00e8 venuto a portare pace ai vicini e pace ai lontani e a fare dei due un popolo solo. Per questo lo ‘spirito di Assisi’ che finora abbiamo sempre scritto con la esse minuscola, possiamo cominciare a scriverlo anche con la esse maiuscola perch\u00e9 lo ‘spirito di Assisi’ \u00e8 quello di Francesco e non ce n’\u00e8 un altro e lo spirito di Francesco \u00e8 lo spirito di Ges\u00f9, lo Spirito santo che soffia sui nostri tempi travagliati per sconfiggere i veleni dell’odio e i venti della violenza. Chi non entra in questa dimensione, pur onorando san Francesco secondo il modello puramente devozionale, penso che non senta e non percepisca che anche le pietre hanno vibrato di suoni mentre essi sono rimasti inerti. In Umbria abbiamo questo tesoro, forse il pi\u00f9 prezioso, il pi\u00f9 durevole, il pi\u00f9 onorabile. La sera del suo transito (oggi tre ottobre) e il giorno della sua festa facciamoci tutti un pensiero e ringraziamo i francescani umbri che ce lo ricordano con la loro professione religiosa.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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