{"id":3241,"date":"2003-07-04T00:00:00","date_gmt":"2003-07-04T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=3241"},"modified":"2003-07-04T00:00:00","modified_gmt":"2003-07-04T00:00:00","slug":"coesistenza-etnico-razziale-se-si-vuole-si-puo-realizzare","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/coesistenza-etnico-razziale-se-si-vuole-si-puo-realizzare\/","title":{"rendered":"Coesistenza etnico-razziale: se si vuole si pu\u00f2 realizzare"},"content":{"rendered":"
Insieme a Gubbio per ‘sperimentare’ la pace e la convivenza. Per dimenticare, almeno per qualche giorno, check-point, muri e fili spinati che li dividono nella loro terra. Sono cinque ragazzi israeliani e cinque ragazzi palestinesi, dai 12 ai 15 anni provenienti da Tel Aviv e da Tulkarem, che insieme ai loro accompagnatori, sono stati ospiti dell’associazione ‘I germogli’ presso la Tenuta di Fassia. L’invito \u00e8 stato concordato tra il Consiglio comunale dei ragazzi di Gubbio e i redattori del giornalino ‘Windows’ di Tel Aviv, realizzato dai ragazzi appunto, dopo aver preso in considerazione un articolo pubblicato dal ‘Corriere della Sera’. Il giornalista Ettore Mo evidenziava che quando si vuole si pu\u00f2 realizzare la coesistenza etnico-razziale tra gruppi di paesi in contrapposizione tra loro. ‘Mi dispiace che siate dovuti venire in Italia per passare qualche giorno insieme; una settimana ha dimostrato che si pu\u00f2 convivere nonostante le differenze. Con questa prospettiva dobbiamo guardare al futuro; la violenza e l’odio hanno complicato, non risolto i problemi; diamo spazio al dialogo. Faremo tesoro di questa vostra esperienza’. Al\u00ec Rashid, dell’ambasciata palestinese di Roma, ha commentato cos\u00ec l’iniziativa della signora Elena Mancini, ‘anima’ dell’associazione ‘I germogli’. Durante il loro soggiorno i ragazzi hanno posto i presupposti per la redazione di un numero unico di ‘Una finestra per la pace’, ritenuto strumento valido per mettere a dimora un seme che l’esperienza eugubina ha dimostrato poter attecchire. E’ la sintesi della conferenza che ha concluso quella che non deve restare una semplice parentesi per ragazzi abituati a confrontarsi soprattutto con la drammatica ‘sofferenza della nostra vita quotidiana'(come ha scritto una ragazza palestinese di appena 14 anni). Alla manifestazione sono intervenuti anche il vescovo mons. Pietro Bottaccioli (che ha definito l’iniziativa un contributo nel mettere in moto la macchina della pace), il vice sindaco Palmira Barchetta e il sindaco del Consiglio comunale ragazzi Elisa Moriconi. Articolato ed interessante il programma del progetto. Le mattinate sono state dedicate a visite e incontri: alla citt\u00e0 di Gubbio, alla basilica di Sant’Ubaldo, la conoscenza di ceramisti e della loro arte, di maestri marmisti, dei giovani sbandieratori, vari divertimenti alla ludoteca, l’escursione al lago Trasimeno e all’isola Polvese e infine una partita di pallone. Nei pomeriggi si \u00e8 svolto il lavoro di redazione insieme ai ragazzi del Ccr. ‘Penso che la nostra esperienza nel giornale, insieme ai ragazzi ebrei ‘ spiega Maram, che arriva da un paese nei pressi della cittadina palestinese di Tulkarem ‘ sia una cosa molto bella, perch\u00e9 \u00e8 un punto di riferimento comune, sia per loro che per noi palestinesi. Per tutti noi \u00e8 un modo interessante per comunicare la nostra idea della pace: un obiettivo da raggiungere attraverso tutte le strade possibili’. ‘Il lavoro nel giornale ‘ aggiunge Shai, giovanissimo ebreo di Tel Aviv ‘ ci fa incontrare e conoscere i ragazzi dell’altra ‘parte’. Con questa esperienza non vogliamo indicare una via politica alla pace, ma mostrare che questa si pu\u00f2 raggiungere solo con la cooperazione e il rispetto dei diritti umani’.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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