{"id":3223,"date":"2003-06-27T00:00:00","date_gmt":"2003-06-27T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=3223"},"modified":"2021-12-02T19:03:00","modified_gmt":"2021-12-02T17:03:00","slug":"chiaretti-ha-ancora-senso-parlare-di-parrocchia-nella-situazione-attuale","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/chiaretti-ha-ancora-senso-parlare-di-parrocchia-nella-situazione-attuale\/","title":{"rendered":"Chiaretti: “Ha ancora senso parlare di parrocchia nella situazione attuale”"},"content":{"rendered":"
Una domanda ha fatto da sfondo ai lavori del Convegno pastorale diocesano tenutosi il 20-21 giugno nella tensostruttura allestita presso il Centro Mater Gratiae di Montemorcino: ha ancora senso parlare di parrocchia nella situazione ecclesiale attuale? E’ stato lo stesso Arcivescovo mons. Giuseppe Chiaretti ad affermare che l’obiettivo che ci si prefiggeva con la due giorni diocesana non era “tanto l’aspetto organizzativo, quanto il senso e la funzione della parrocchia oggi” in un contesto culturale connotato da continui cambiamenti ed accellerazioni. Per un simile argomento sono stati invitati don Nazzareno Marconi, biblista, parroco della diocesi di Citt\u00e0 di Castello e don Franco Giulio Brambilla, teologo, della diocesi di Milano. Dalle loro relazioni \u00e8 scaturita nei presenti la percezione che l’argomento \u00e8 ancora uno di quelli che fa emergere l’autentica passione per la Chiesa e che denota come oramai, sia tra i sacerdoti come tra i laici, i discorsi intorno alla parrocchia rappresentino uno snodo importante e significativo sul terreno della nuova evangelizzazione. La parrocchia di cui si \u00e8 parlato non deve rimanere ancorata a logiche di staticit\u00e0, ma deve rendersi capace di incontrare e servire le persone. E’ stato proprio il verbo “incontrare” quello su cui i relatori hanno insistito per indicare quel ‘movimento’ che va dalla parrocchia verso le persone, dal quale emergono dialogo e solidariet\u00e0. Vi deve essere, cio\u00e8, una volont\u00e0 cos\u00ec tenace da far superare le indubbie difficolt\u00e0 su cui oggi la parrocchia si trova a confrontarsi. Ma coloro che incontrano la parrocchia, foss’anche per la prima volta, hanno sottolineato entrambi a pi\u00f9 riprese, devono trovare una comunit\u00e0 di credenti in Ges\u00f9 Cristo; il “popolo di Dio” che vive in un territorio, inteso non come porzione di terreno con dei confini, ma piuttosto come vita quotidiana delle persone che in quel luogo nascono e crescono, lavorano, mettono su famiglia, vivono il tempo libero. Altro termine sottolineatoda entrambi i relatori per descrivere ci\u00f2 che caratterizza la parrocchia \u00e8 stato il termine “quotidiano” che indica il vivere “ogni giorno tutti insieme…”, ha detto don Marconi. Da questo punto di vista si \u00e8 detto che la parrocchia come comunit\u00e0 di credenti in Cristo \u00e8 attuale anche perch\u00e9 essa \u00e8 presente nelle vicende quotidiane della storia giorno dopo giorno con “perseveranza appassionata”.Anzi, ha detto don Brambilla, \u00e8 addirittura a partire da ci\u00f2 che “la Chiesa costruisce se stessa in un luogo”. Don Marconi ha invitato a non attendere la comunit\u00e0 “perfetta” per iniziare la missione, cos\u00ec come Ges\u00f9 non ha atteso discepoli perfetti, poich\u00e8 la comunit\u00e0 cresce e si consolida a partire dalla missione che le \u00e8 affidata, se vive in comunione con l’intera comunit\u00e0 diocesana presieduta dal Vescovo e se \u00e8 fedele alle quattro “perseveranze”, a cui fa riferimento l’evangelista Luca nel capitolo 2 del libro degli Atti degli Apostoli, il brano su sui ha svolto la relazione don Nazzareno Marconi. La prima perseveranza \u00e8 l’ascolto della parola di Dio, fatta con “continuit\u00e0 e passione”, vale a dire tutti i giorni. Una parrocchia che vive soprattutto dell’ascolto \u00e8 una parrocchia che necessariamente dedicher\u00e0 del tempo anche all’ascolto degli uomini e delle donne che quotidianamente chiedono un orientamento sul cammino della propria vita. Dall’ascolto della Parola accolta nella fede scaturisce la seconda perseveranza, la Carit\u00e0, come il frutto di una pianta generata dal seme gettato nel terreno, che \u00e8 il cuore delle persone ed anche l’ambiente in cui vivono e che, lo si dimentica spesso ha commentato don Nazareno, ha bisogno di cure affinch\u00e8 faccia germoliare il seme. La terza perseveranza \u00e8 la preghiera che rende la comunit\u00e0 parrocchiale “centro di vita spirituale”, ha ricordato Brambilla, in grado di trasformare la vita quotidiana delle persone. La quarta perseveranza \u00e8 la “frazione del pane” (l’Eucaristia) centro della vita della stessa comunit\u00e0 parrocchiale, attraverso la quale la vera vita viene donata all’intero popolo di Dio. Cos\u00ec, ha detto Brambilla, la parrocchia persegue l’obiettivo di “edificare una comunit\u00e0 vivente come segno vivo del vangelo accolto” per rendere visibile nella vita quotidiana la presenza del Vangelo che d\u00e0 forza e speranza alle persone. Infine si \u00e8 rimarcato all’unisono la necessit\u00e0 di sviluppare la corresponsabilit\u00e0 dei laici nella vita dell’intera comunit\u00e0, attraverso una formazione mirata che li aiuti a prendere le proprie responsabilit\u00e0 non solo nella vita personale ma anche in quella comunitaria; questo \u00e8 possibile se si percorre la strada di articolare un sistematico percorso di formazione: “seminario dei laici” (Brambilla). L’aria propositiva che si \u00e8 respirata in questa due giorni invita a sperare che la parrocchia possa davvero rappresentare, anche per il millennio da poco iniziato, una efficace modalit\u00e0 di presenza del Vangelo nella storia dell’umanit\u00e0. Massimo LiucciCentri di ascolto della ParolaImparare ad ascoltare. Sembra questo il leif-motiv di questo convegno pastorale 2003. Certo risulta a prima vista un po’ difficile pensare di parlare di ascolto a persone che vivono sommersi da parole e rumori. Eppure nei lavori di condivisione che si sono svolti nell’ambito del Convegno, in particolare nel secondo gruppo pi\u00f9 di una parrocchia ha posto in evidenza che, sebbene con tanta fatica, i centri di ascolto della Parola sono esperienze che incoraggiano a custodirli e a migliorarli. Ne hanno parlato in particolar modo coloro che hanno partecipato ai lavori del secondo gruppo di condivisione, relativo ai percorsi formativi. E proprio in questo ambito, a pi\u00f9 riprese i partecipanti provenienti da diverse parrocchie, tra cui molti sacerdoti, hanno sottolineato come i centri di ascolto, scaturiti quasi sempre all’indomani di una missione al popolo, siano una modalit\u00e0 che permette alla comunit\u00e0 parrocchiale di arrivare alle persone pi\u00f9 indifferenti alla vita spirituale. Si tratta di incontri sulla Parola diDio che si tengono tra famiglie laddove una famiglia credente apre la porta di casa a persone dello stesso palazzo. E se le difficolt\u00e0 non mancano a causa della diffidenza e della poca volont\u00e0 di rimettere in discussione il proprio modo di essere, a tutti \u00e8 parso valido continuare a percorrere anche questa via di evangelizzazione. Semmai, si \u00e8 detto nel gruppo, si tratter\u00e0 di riservare pi\u00f9 attenzione alla formazione degli animatori dei centri di ascolto e prestare maggior cura nella scelta dei luoghi di incontro. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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