{"id":31998,"date":"2015-04-29T19:57:36","date_gmt":"2015-04-29T17:57:36","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=31998"},"modified":"2015-06-12T10:07:55","modified_gmt":"2015-06-12T08:07:55","slug":"la-nostra-vita-e-la-vite","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/la-nostra-vita-e-la-vite\/","title":{"rendered":"La nostra vita \u00e8 la Vite"},"content":{"rendered":"

Nelle domeniche che vanno da Pasqua alla Pentecoste, la Chiesa propone passi del discorso \u201cdi commiato\u201d che Ges\u00f9 fa ai suoi. Attraverso un paragone, Ges\u00f9 oggi ci rivela che tutti coloro che gli sono legati mediante una adesione incondizionata, vivono in Lui. Come i tralci della vite, che sono generati e nutriti dalla vite stessa, noi cristiani siamo legati in modo vitale a Ges\u00f9 Cristo nella comunit\u00e0 della Chiesa.<\/p>\n

L\u2019immagine presentata nel brano evangelico di questa domenica, molto cara al popolo di Israele, \u00e8 abbondantemente usata dai Profeti e nei Salmi: la vigna, la vite, i tralci, i frutti. Ma Ges\u00f9, per la prima volta, dice di se stesso \u201cio sono la vite\u201d e chiama tralci i suoi discepoli; ne consegue che la vigna \u00e8 il regno di Dio e che il vignaiolo \u00e8 il Padre. Qui, oltre al vitale legame con lui, a Ges\u00f9 preme evidenziare un altro aspetto: i frutti. Un tralcio staccato dalla vite non ha futuro, non ha pi\u00f9 alcuna speranza, non ha fecondit\u00e0, non gli resta che seccare ed essere bruciato. \u00c8 la sterilit\u00e0 completa… anche se sgobbi da mattina a sera, anche se credi di essere utile all\u2019umanit\u00e0, anche se gli amici ti applaudono, anche se i beni terreni crescono, anche se fai sacrifici notevoli.<\/p>\n

Per essere un tralcio verde e rigoglioso che fa corpo con la vite occorre credere in Cristo, vivere conformemente a questa fede mettendo in pratica le parole di Ges\u00f9 senza trascurare quei mezzi divini, i sacramenti, che Cristo ha lasciato, mediante in quali ottieni o riacquisti l\u2019unit\u00e0 eventualmente spezzata con lui, e l\u2019amore al fratello. La fecondit\u00e0 della vita del cristiano \u00e8 legata a doppia mandata all\u2019intima unione con Ges\u00f9, la vera vite, e alle potature del vignaiolo, il Padre. Tale fecondit\u00e0 costituisce la cartina di tornasole del legame vitale che fa scorrere nella vita di tutti i giorni la linfa stessa che il Risorto \u201cpassa\u201d ai tralci e che viene dal seno della vita di Dio. \u201cChi rimane in me e io in lui\u201d. Unit\u00e0 nostra con lui, e anche unit\u00e0 sua con noi. Se siamo uniti a lui, lui \u00e8 in noi, \u00e8 presente nell\u2019intimo del nostro cuore. Ne nasce un rapporto e un colloquio d\u2019amore reciproco, una collaborazione tra Ges\u00f9 e te, discepolo suo. La conseguenza \u00e8 quella di fare molto frutto, proprio come un tralcio ben unito alla vite dona grappoli saporosi. \u201cMolto frutto\u201d significa \u201cmolto\u201d! Cio\u00e8 pu\u00f2 voler dire portare nell\u2019umanit\u00e0 che ci circonda una corrente di bene, di comunione, di amore reciproco.<\/p>\n

Cogliamo allora nel matrimonio e nella vita coniugale e familiare i tratti del solido legame alla Vite che d\u00e0 solidit\u00e0 ai rapporti e ne genera di nuovi intorno, allargando la trama dei legami di comunione che generano la Chiesa e i brani di socialit\u00e0 fraterna. L\u2019unicit\u00e0 dell\u2019amore per Ges\u00f9, unica e vera vite, rende unico e duraturo il rapporto tra gli sposi. Cos\u00ec come le fragilit\u00e0, i dolori, che si succedono negli anni sono le potature che fanno fruttificare a vantaggio di tutti, i membri della famiglia stessa e i suoi vicini. Il credente, per la sua scelta esistenziale di fondo, si colloca all\u2019interno della vita stessa di Dio e ne fa parte. Questo significa che \u00e8 parte della Vite.<\/p>\n

Ogni battezzato \u00e8 inserito in Cristo e ne condivide la vita e il destino (Rm<\/em> 6,4-5), ne \u00e8 rivestito come di un abito nuovo, \u00e8 cristificato al punto tale che non \u00e8 pi\u00f9 lui a vivere, ma \u00e8 Cristo stesso a vivere e operare in lui (Gal<\/em> 2,20). Essere tralci non dipende da noi, bens\u00ec dalla vite, di cui siamo parte in virt\u00f9 del battesimo, ma il rimanerci dipende da noi. Il termine \u201crimanere\u201d non indica un esserci effimero e provvisorio, ma persistente e perseverante. Significa dimorare, sempre. Significa fare di quella vite, che \u00e8 Cristo, la nostra dimora abituale. Ma se Ges\u00f9 \u00e8 nel Padre e noi siamo in lui, e lui in noi, allora anche noi siamo nel Padre; siamo inseriti nel ciclo vitale della stessa Trinit\u00e0. Visto in questa prospettiva, il nostro vivere quotidiano, saldamente uniti alla Vite, diventa un vivere nella Trinit\u00e0, diventa vivere la stessa vita della Trinit\u00e0, per cui tutto ci\u00f2 che facciamo – anche le cose pi\u00f9 umili e insignificanti – acquista un valore salvifico immenso.<\/p>\n

Perch\u00e9 non siamo pi\u00f9 noi che viviamo e operiamo, ma il Padre, il Figlio e lo Spirito vivono e operano in noi, e noi diventiamo la loro dimora: \u201cSe uno mi ama, osserver\u00e0 la mia parola, e il Padre mio lo amer\u00e0, e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui\u201d (Gv<\/em> 14,23). Il nostro vivere, dunque, diventa dimora della Trinit\u00e0 come la Chiesa; e la famiglia, come \u201cecclesia\u201d, ne diventa un\u2019icona.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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