{"id":3158,"date":"2003-05-30T00:00:00","date_gmt":"2003-05-29T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=3158"},"modified":"2015-07-24T14:52:18","modified_gmt":"2015-07-24T12:52:18","slug":"commento-al-vangelo-a-cura-di-mons-vincenzo-paglia-vescovo-di-terni-narni-amelia-7","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/commento-al-vangelo-a-cura-di-mons-vincenzo-paglia-vescovo-di-terni-narni-amelia-7\/","title":{"rendered":"Chi creder\u00e0 sar\u00e0 salvo"},"content":{"rendered":"

La solennit\u00e0 dell’Ascensione di Ges\u00f9 ci rende pi\u00f9 presente, vorrei dire pi\u00f9 attuale, la visione del “cielo”. Mi torna in mente la domanda che mi fece un monaco di un monastero copto nel deserto egiziano. Mi chiese: gli uomini di oggi pensano a sufficienza alla loro dimora permanente? E continu\u00f2 dicendo che per la maggior parte dei cristiani la vita nel cielo non \u00e8 altro che un’appendice, un supplemento alla vita terrena ch’\u00e8 invece ritenuta la vera vita stabile e permanente.<\/p>\n

La vita del cielo \u00e8 considerata una specie di post-scriptum, l’appendice di un libro di cui la vita terrena \u00e8, appunto, il vero testo. La verit\u00e0 – concludeva il monaco – \u00e8 esattamente il contrario. La vita sulla terra \u00e8 solo la prefazione di quel libro il cui testo \u00e8 la vita del cielo. Questa riflessione del monaco mi pare molto saggia. Tuttavia potrebbe suonare un po’ semplicistico dire che si pensa troppo a questa vita terrena e poco a quella celeste. Il problema \u00e8 forse un altro e riguarda il modo in cui pensiamo alla vita sulla terra. E c’\u00e8 da dire che purtroppo \u00e8 un modo depauperato, depotenziato e perci\u00f2 sbagliato. Tutti pensiamo che la vita terrena \u00e8 una cosa e quella del cielo totalmente un’altra. In realt\u00e0, la scrittura ci suggerisce una continuit\u00e0 della vita, sebbene ci sar\u00e0 una cesura alla fine dei tempi. Ed \u00e8 in questa prospettiva che nel Credo si parla di ‘vita eterna’ e non semplicemente di vita futura o dell’aldil\u00e0.<\/p>\n

\u00c8\u00a0come dire che questa vita gi\u00e0 da ora deve essere impastata di eternit\u00e0, e lo \u00e8 sia nel bene che nel male. Il paradiso e l’inferno iniziamo a costruirli da questa terra e su questa nostra terra e in questo nostro tempo. In tal senso, la nostra vita terrena sarebbe trasformata di molto se avessimo lo sguardo rivolto verso il futuro, verso l’alto, verso il cielo. L’Ascensione viene a mostrarci qual \u00e8 il futuro che Dio ha riservato ai suoi figli. E il futuro \u00e8 quello raggiunto da Ges\u00f9. Ecco perch\u00e9 abbiamo bisogno di “vedere” gi\u00e0 questo cielo sebbene in speculum et in enigmate<\/em> come dice l’apostolo Paolo, per poter vivere bene gi\u00e0 su questa terra. Il mistero dell’Ascensione, appena accennato dal Vangelo di Marco<\/em>, \u00e8 narrato con maggiore ampiezza dagli Atti degli Apostoli<\/em>. Ges\u00f9, scrive Luca, al termine dei suoi giorni, dopo aver parlato ai discepoli, “fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo”.<\/p>\n

Fu un’esperienza straordinaria per quel piccolo gruppo di discepoli. Possiamo immaginare il misto di stupore e di tristezza per la separazione; tanto che rimasero a guardare il cielo. Mentre erano fissi in questa posizione, “ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: uomini di Galilea, perch\u00e9 state a guardare il cielo? Questo Ges\u00f9… torner\u00e0 un giorno allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo”. Normalmente si interpreta questo testo come una sorta di dolce ma fermo rimprovero ai discepoli perch\u00e9 non si fermino a guardare le nubi del cielo, ma ritornino con il loro sguardo e soprattutto con il loro impegno nell’orizzonte della vita di tutti i giorni.<\/p>\n

Del resto non \u00e8 stato Ges\u00f9 stesso ad esortare gli apostoli, proprio un momento prima di lasciarli, dicendo: “andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura” (Mc<\/em> 16,15-20)? Tutt’altro quindi che restare a guardare il cielo. Ma c’\u00e8 anche una verit\u00e0 nel tenere gli occhi fissi al cielo. Non che i cristiani debbano formare un gruppo di esoterici fermi a contemplare dottrine astratte, magari per evadere la complessa e talora durissima vita quotidiana. Tenere gli occhi fissi verso il cielo vuol dire tenere ben ferma la meta ove dobbiamo condurre noi stessi e il mondo, le nostre comunit\u00e0 e l’intera storia umana.<\/p>\n

Scriveva il profeta Isaia: “Nessun orecchio ha mai sentito e nessun occhio ha mai visto… ci\u00f2 che Dio ha preparato per coloro che lo amano” (Is<\/em> 64, 3). L’ignoranza del cielo che Dio ci ha rivelato rende senza senso e quindi amara e triste, violenta e crudele, la vita sulla terra. L’apostolo Paolo sembra insistere perch\u00e9 i credenti guardino oltre il presente: “La nostra patria \u00e8 nei cieli e di l\u00e0 aspettiamo come salvatore il Signore Ges\u00f9 Cristo” (Fil<\/em> 3,20). Egli per primo inaugura il nuovo futuro di Dio entrandovi con tutto il suo corpo, con la sua carne e la sua vita, che sono carne e vita di questo nostro mondo. Da quel giorno, il cielo inizia a popolarsi della terra o, con il linguaggio dell’Apocalisse<\/em>, iniziano i nuovi cieli e la nuova terra. Il Signore li inaugura e li apre perch\u00e9 tutti possano prendervi parte. Gi\u00e0 la sua madre, Maria, lo ha raggiunto, assunta anch’essa con il suo corpo.<\/p>\n

L’Ascensione \u00e8 il mistero della Pasqua visto nel suo compimento, scorto dalla fine della storia. L’Ascensione non \u00e8 solo l’ingresso di un giusto nel regno di Dio, ma la gloriosa intronizzazione del Figlio “seduto alla destra” del Padre. Questa raffigurazione, presa dal linguaggio biblico esprime simbolicamente il potere di governo e di giudizio sulla storia umana del Cristo risorto: “Mi \u00e8 stato dato ogni potere in cielo e in terra” dice Ges\u00f9 ai discepoli dopo la Pasqua (Mt<\/em> 28,18). Non siamo pi\u00f9 immersi in una storia senza orientamento, vittime del caso o degli astri o di forze oscure e incontrollabili. E fanno tristezza coloro che scrutano i cieli (penso alla folla di scrutatori degli oroscopi…) in cerca di segni di protezione per fuggire la paura e l’insicurezza della vita. Il Signore asceso \u00e8 lui stesso il nostro cielo e la nostra sicurezza.<\/p>\n

Egli ci attrae verso il futuro che Lui ha gi\u00e0 raggiunto in pienezza. E ai discepoli di ogni tempo conferisce il potere di dirigere la storia e il creato verso questa meta: essi possono scacciare i demoni e parlare la lingua nuova dell’amore; possono neutralizzare i serpenti tentatori e vincere le insidie velenose della vita; possono guarire i malati e confortare chiunque ha bisogno di consolazione. Questa forza sostiene e guida i discepoli sino ai confini della terra e verso il futuro della storia. Il Vangelo di Marco<\/em> conclude: “partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro”. Cos\u00ec sia per ciascuno di noi e per tutte le nostre comunit\u00e0 cristiane.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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