{"id":31304,"date":"2015-04-03T12:18:14","date_gmt":"2015-04-03T10:18:14","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=31304"},"modified":"2018-07-27T17:37:06","modified_gmt":"2018-07-27T15:37:06","slug":"la-regione-vara-o-no-le-ultime-leggi-tra-le-polemiche","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/la-regione-vara-o-no-le-ultime-leggi-tra-le-polemiche\/","title":{"rendered":"La Regione vara (o no) le ultime leggi. Tra le polemiche"},"content":{"rendered":"
\"L\u2019aula<\/a>
L\u2019aula del consiglio regionale dell\u2019Umbria<\/figcaption><\/figure>\n

Ha chiuso i lavori l\u2019assemblea legislativa di palazzo Cesaroni. Con qualche polemica per la mancata approvazione di alcuni atti. Gli ultimi provvedimenti, prima dello scioglimento – per le elezioni fissate al 31 maggio – hanno interessato la disciplina della promozione della qualit\u00e0 nella progettazione architettonica, i danni causati dalla fauna selvatica, la disciplina della navigazione sul lago Trasimeno e le \u201cNorme per le politiche di genere e per una nuova civilt\u00e0 delle relazioni tra donne e uomini\u201d.<\/p>\n

I primi tre (proposti dalla seconda Commissione) sono stati ammessi e approvati all\u2019unanimit\u00e0. L\u2019atto \u201cNorme per le politiche di genere\u201d non \u00e8 stato invece ammesso alla discussione. Ma anche il provvedimento sulle politiche giovanili non era arrivato in aula, per decisione della terza Commissione.<\/p>\n

Il capogruppo regionale di Rifondazione comunista, Damiano Stufara<\/strong>, ha polemizzato sulla decisione di non portare in aula le proposte di legge sulle politiche di genere e sulle politiche giovanili, che \u201cavrebbero contribuito a innalzare il livello di civilt\u00e0 dell\u2019Umbria\u201d.<\/p>\n

D\u2019altro canto Oliviero Dottorini<\/strong> (Idv) ha sottolineato che \u201cpolitiche di genere e proposta popolare sulla sanit\u00e0 sono le vittime sacrificali di questa fine legislatura. \u00c8 grave che il Consiglio abbia rifiutato di affrontarle, venendo meno a impegni assunti da tempo. Oggi arrampicarsi sugli specchi non serve pi\u00f9 a nulla\u201d.<\/p>\n

Di tutt\u2019altro avviso Andrea Lignani Marchesani<\/strong> (Fratelli d\u2019Italia), secondo il quale \u201cdietro la facciata di un sostegno alle nuove generazioni e alla tutela delle donne nei confronti della violenza maschile si voleva solo una celere approvazione di norme subdole, che nel lungo periodo avrebbero prodotto conseguenze devastanti\u201d. Secondo il consigliere, \u201ca margine della manovra di bilancio e prima del termine ultimo per legiferare nella IX legislatura (il 27 marzo alle ore 24) la maggioranza regionale, o parte di essa, ha provato a inserire dei provvedimenti con mere finalit\u00e0 elettorali\u201d.<\/p>\n

L\u2019esponente dell\u2019opposizione consiliare ha evidenziato che \u201cle politiche giovanili presenti nel disegno di legge presentato dalla Giunta regionale erano infatti assolutamente paternalistiche, irrispettose della creativit\u00e0 delle nuove generazioni, e creavano una filiera clientelare \u2018Regione-associazionismo-fruitore\u2019 dall\u2019evidente sapore elettoralistico.<\/p>\n

Mentre la legge sulle relazioni uomo\/donna potrebbe essere chiamata pi\u00f9 propriamente \u2018legge del genere\u2019, un termine di cui si abusa nell\u2019articolato, con lo scopo smaccato di creare confusione tra il termine \u2018sesso\u2019 e appunto il termine \u2018genere\u2019. In un futuro neanche troppo lontano – ha rilevato Lignani -, differenti associazioni, ispirate ai pi\u00f9 svariati gusti sessuali (ognuno<\/em> corrispondente a un genere) avrebbero potuto rivendicare la quota di loro spettanza indicata da questa norma, che infatti prevede per qualsivoglia incarico regionale (assessori, consiglieri di partecipate, revisori) una parit\u00e0 tra generi<\/em>\u201d.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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