{"id":31302,"date":"2015-04-03T12:25:13","date_gmt":"2015-04-03T10:25:13","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=31302"},"modified":"2015-05-25T16:05:05","modified_gmt":"2015-05-25T14:05:05","slug":"storie-di-passione-e-di-risurrezione","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/storie-di-passione-e-di-risurrezione\/","title":{"rendered":"Storie di Passione e di Risurrezione"},"content":{"rendered":"
\"Volontari<\/a>
Volontari e operatori in un emporio solidale Caritas<\/figcaption><\/figure>\n

La Settimana santa che stiamo vivendo, con il Calvario di sofferenze, il buio della morte e poi la luce della Pasqua, non \u00e8 soltanto la narrazione di un avvenimento passato o un dogma di fede; \u00e8 anche il simbolo della vicenda umana, nostra e di coloro che ci vivono a fianco. Storie vere<\/strong> e forti di Passione ne vede ogni giorno, ad esempio, Stella Cerasa<\/strong>, responsabile del Centro di ascolto Caritas di Perugia. \u201cAbbiamo affrontato e stiamo ancora affrontando \u2013 racconta \u2013 anni difficilissimi di una crisi economica che, come un terremoto, ha colpito tutti, sebbene con intensit\u00e0 differenti. Di storie di Passione qui ne passano tante. I momenti pi\u00f9 difficili per noi, di vera sofferenza, sono quando esaminiamo le richieste di aiuto per il Fondo di solidariet\u00e0 delle Chiese umbre e leggiamo le storie di chi le ha inviate: sono storie di disperazione, dove alla mancanza di lavoro si somma spesso la malattia, la disabilit\u00e0, la solitudine. Perch\u00e9, ovviamente, le difficolt\u00e0 economiche incidono anche sulla salute, ti portano a curarti di meno, a posticipare o annullare quelle analisi o accertamenti che prima erano una routine. In questo senso – continua – le feste sono un momento particolarmente delicato, il pi\u00f9 difficile dell\u2019anno, perch\u00e9 diventa pi\u00f9 forte il confronto tra quello che non si ha e quello che si vorrebbe avere, sia in termini economici che affettivi\u201d. Ma la fede<\/strong> ci insegna che dopo ogni Passione c\u2019\u00e8 sempre una Risurrezione. \u201cCos\u00ec \u00e8 anche nella vita \u2013 evidenzia Stella -. Accade che finalmente si riesce a trovare un lavoro, anche piccolo e precario, che d\u00e0 la spinta giusta per ripartire. O che si riesce a ricostruire se stessi e la propria vita. Penso, ad esempio, alle donne vittime di abusi che dopo anni tornano a uscire, a lavorare, a guardare con fiducia al prossimo. Ultimamente, poi, percepiamo la sensazione che quacosa si sta muovendo, che alcuni spiragli di ripresa ci sono, che la tenacia delle persone \u00e8 pi\u00f9 forte di tutto\u201d. A questo proposito \u2013 racconta ancora – \u00e8 emblematica \u201cla storia di un uomo originario del Camerun, arrivato in Italia da clandestino molti anni fa, che si \u00e8 rivolto a noi. Nel tempo ha trovato un lavoro, lo abbiamo aiutato con i documenti per avere un permesso di soggiorno regolare, ha fatto venire in Italia moglie e figli. Poi \u00e8 arrivata la crisi e si \u00e8 trovato di nuovo senza lavoro. Cosa ha fatto? Ha preso la sua macchina, ha caricato tutte le sue cose e per la terza volta si \u00e8 lanciato nella ricerca di una vita migliore. Ora lavora in Germania e la sua famiglia lo ha raggiunto. A noi della Caritas ha fatto la prima telefonata appena arrivato in territorio tedesco, per ringraziarci di ci\u00f2 che avevamo fatto per lui negli anni trascorsi in Italia. Questa piccola cosa, questa storia di tenacia e risurrezione, ci ha scaldato il cuore e d\u00e0 senso al nostro lavoro\u201d. Cosa occorre<\/strong> per \u201crisorgere\u201d? \u201cOltre alla tenacia di cui parlavamo – risponde la responsabile Caritas -, la fede \u00e8 sicuramente un grande strumento, un fortissimo alleato. Perch\u00e9 ti fa leggere la sofferenza in maniera diversa, come una prova in attesa di qualcosa di migliore, senza perdere la speranza\u201d. Come una prova necessaria al cambiamento e al miglioramento di s\u00e9. Cambiamento<\/strong> che non coinvolge solo chi vive la prova direttamente. \u201cCome ricordavo prima \u2013 conclude Stella \u2013 la crisi ha scosso tutti come un terremoto, economicamente, ma anche emotivamente. Di conseguenza, anche chi non ha subito gravi danni \u00e8 naturalmente portato a girarsi verso il vicino e chiedergli: \u2018Come stai? Tutto bene?\u2019. Questo \u00e8 il bello e il positivo che ha portato la crisi: una nuova attenzione al prossimo che, concretamente, si realizza in un aumento della solidariet\u00e0 che noi abbiamo percepito. Una generosit\u00e0 gratuita, disinteressata, spontanea, spesso anonima. C\u2019\u00e8 tanta solidariet\u00e0 non pi\u00f9 solo tra i familiari, ma tra i vicini, gli amici. Forme di aiuto reciproco che non si realizzano soltanto nel dare soldi, ma nel sostenersi a vicenda, come la madre che va a prendere a scuola i figli del vicino insieme ai suoi e li tiene a casa propria per i compiti e la merenda, visto che la loro mamma deve lavorare e non pu\u00f2 permettersi di pagare per lasciarli a qualcuno. Faccio l\u2019esempio, a tale proposito, di un condominio di Perugia: da oltre due anni aiutavano anche economicamente una famiglia del palazzo in difficolt\u00e0. Si sono rivolti a noi solo quando veramente non ce l\u2019hanno pi\u00f9 fatta. E non si tratta di un caso isolato\u201d.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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