{"id":3111,"date":"2003-05-09T00:00:00","date_gmt":"2003-05-09T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=3111"},"modified":"2021-12-02T19:03:01","modified_gmt":"2021-12-02T17:03:01","slug":"la-domenica-rimanga-tempo-di-liberta-e-solidarieta","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/la-domenica-rimanga-tempo-di-liberta-e-solidarieta\/","title":{"rendered":"“La domenica rimanga tempo di libert\u00e0 e solidariet\u00e0”"},"content":{"rendered":"

Gioved\u00ec 1’maggio l’arcivescovo, mons. Giuseppe Chiaretti ha celebrato la festa del lavoro presso la chiesetta di S. Angelo, nella Zona industriale di Ponte Felcino. L’occasione gli veniva fornita dalla Visita pastorale che si sta concludendo in questi giorni in questa Zona (IV Zona pastorale). E’ stato un momento molto bello di gioia e di aggregazione umana. La messa \u00e8 stata preceduta da una introduzione fatta da Pasquale Caracciolo, direttore dell’Ufficio pastorale per i Problemi sociali e il Lavoro, la Giustizia e la Pace. Caracciolo ha ricordato i pricipi della Pacem in Terris (non si potr\u00e0 avere pace senza la verit\u00e0, la giustizia, l’amore e la libert\u00e0, che il Papa definisce i quattro “pilastri” della pace) di cui si celebra quest’anno il 40’anniversario. L’Arcivescovo ha presieduto la messa, a cui erano presenti anche vari parroci della Zona pastorale. L’omelia \u00e8 stata molto interessante. Ha ricordato la Pacem in Terris ma anche il Papa Leone XIII e la sua enciclica Rerum Novarum, nata proprio nel suo ministero perugino e che ha avuto la sua “sperimentazione” nel territorio di Ponte Felcino dove stava sorgendo una delle prime “fabbriche” del nostro territorio, “Il Lanificio”. L’Arcivescovo ha sottolineato come non ci possa essere azienda veramente produttiva senza il rispetto dell’uomo e dei suoi valori e ha ricordato la domenica come spazio di libert\u00e0 e di solidariet\u00e0. La cultura nata dal Vangelo pu\u00f2 dire molto anche sul lavoro e sui suoi pricipi. Il tutto si \u00e8 concluso con un momento conviviale. Alberto MeschiniLe parole dell’ArcivescovoNon poteva non prendere spunto da Gioacchino Pecci, il nostro Arcivescovo, parlando ai convenuti alla Celebrazione del 1 maggio. Cos\u00ec ha detto mons. Chiaretti, ricordando la dottrina di questo nostro vescovo e poi papa Leone XIII che, con la Rerum Novarum, “segn\u00f2 il recupero, da parte del mondo del lavoro, di quella speranza eterna, la speranza del Regno di Dio, che sola pu\u00f2 dare senso compiuto alle cose e allo stesso lavoro, e che sembrava scomparsa del tutto nelle prospettive di riscatto sociale di quegli anni”. “Non possiamo dire che tale recupero sia avvenuto in pienezza – ha detto ancora l’Arcivescovo – per\u00f2 la diffusione pressoch\u00e9 pacifica dei princ\u00ecpi fondamentali della dottrina sociale cristiana allora identificati (la fondamentale e irrinunciabile dignit\u00e0 della persona umana, il bene comune, la libert\u00e0 di aggregazione, la solidariet\u00e0, la sussidiariet\u00e0, la famiglia…) sta a dire che quell’insegnamento fu provvidenziale. Anzi, pu\u00f2 esserlo anche oggi, con i necessari aggiornamenti”. Un richiamo all’impegno, quindi, alla seriet\u00e0 nel vivere la fede nel mondo dell’impresa “facendo passare il convincimento – ha proseguito mons. Chiaretti – che l’onest\u00e0, il rispetto delle regole, la correttezza dei comportamenti, la moralit\u00e0 delle scelte alla lunga pagano, e sono la migliore garanzia sia del successo come dello stesso utile economico. In altre parole: ci si guadagna di pi\u00f9, anche in termini economici, ad essere onesti anzich\u00e9 disonesti! Questo vale in ogni ambito: a livello di lavoro autonomo, di piccola impresa, di grande azienda. D’altra parte senza apertura disinteressata agli altri, senza giustizia, senza onest\u00e0, senza attenzione concreta a chi sta peggio di noi (singole persone, famiglie, popoli…), a ben poco varrebbero i migliori progetti sociali”.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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