{"id":30994,"date":"2015-03-20T14:24:01","date_gmt":"2015-03-20T12:24:01","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=30994"},"modified":"2015-03-20T14:24:01","modified_gmt":"2015-03-20T12:24:01","slug":"incontro-durgenza-sul-futuro-della-perugina","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/incontro-durgenza-sul-futuro-della-perugina\/","title":{"rendered":"Incontro \u201cd\u2019urgenza\u201d sul futuro della Perugina"},"content":{"rendered":"

\"perugina-nestle\"<\/a>Gi\u00e0 nel lontano 1954 Peter Drucker, uno dei massimi guru del management<\/em> del secolo scorso, scriveva: \u201cOgni impresa ha due – e solo queste due – funzioni fondamentali: il marketing e l\u2019innovazione\u201d. La Perugina negli anni \u201970 identificava i due valori-guida della cultura aziendale proprio su queste due funzioni. Fu infatti una delle prime aziende italiane a dotarsi di una solida struttura di marketing e disponeva di un reparto Ricerca e sviluppo molto avanzato, ubicato nella \u201cpalazzina ricerche\u201d del sito di San Sisto, ora sede dell\u2019Arpa Umbria.<\/p>\n

Quando nel 1988 la Nestl\u00e9 ha acquistato da Carlo De Benedetti la Ibp \u2013 Industrie Buitoni Perugina (nata dalla fusione tra le due omonime aziende), e la Perugina occupava 2.400 dipendenti, molti tra gli addetti ai lavori ipotizzarono che per la multinazionale svizzera il brand<\/em> (marchio) pi\u00f9 appetibile del gruppo Ibp fosse quello Buitoni, un marchio-ombrello conosciuto e distribuito a livello mondiale nel mercato alimentare del largo consumo, mentre la Perugina era concentrata prevalentemente sul mercato italiano nel settore del regalo e delle occasioni sociali.<\/p>\n

A 26 anni di distanza si \u00e8 visto che quell\u2019ipotesi era purtroppo concreta: Nestl\u00e9 ha progressivamente ridotto i suoi investimenti in marketing e innovazione sul brand<\/em> Perugina, con conseguente ridimensionamento dei volumi di produzione (scesi nel 2014 a 25.500 tonnellate) e del numero di addetti dell\u2019unit\u00e0 produttiva di San Sisto (scesi intorno ai 1.000, con una forte incidenza di personale stagionale).<\/p>\n

Nel 2014, a fronte di una dichiarazione di esuberi pari a 210 addetti, la Rsu aziendale ha sottoscritto un contratto di solidariet\u00e0 biennale, in cui i lavoratori di San Sisto accettavano il principio \u201clavorare meno, lavorare tutti\u201d, permettendo quindi un abbassamento del costo del lavoro e un aumento della competitivit\u00e0 dello stabilimento, chiedendo come contropartita a Nestl\u00e9 la presentazione di un piano industriale di rilancio del brand<\/em> e della fabbrica.<\/p>\n

Questo piano industriale non \u00e8 mai stato presentato, anzi recentemente Nestl\u00e9 ha stimato un ulteriore calo nei volumi produttivi del sito nel 2015 (24.500 tonnellate, il pi\u00f9 basso della sua storia) e la Rsu e i lavoratori della Perugina, temendo per il futuro dell\u2019azienda, hanno avviato una vertenza \u201cpreventiva\u201d sui generis<\/em>, perch\u00e9 Nestl\u00e9 passi da una strategia di mantenimento a una di sviluppo.<\/p>\n

Una strategia da delineare prima della scadenza del contratto di solidariet\u00e0 del 2016, per scongiurare le ipotesi pi\u00f9 pessimistiche che cominciano a circolare sul futuro del marchio-simbolo e della fabbrica pi\u00f9 grande di Perugia, che \u00e8 anche un pezzo dell\u2019identit\u00e0 della citt\u00e0, ma pi\u00f9 in generale di tutta l\u2019Umbria e uno dei marchi pi\u00f9 apprezzati del made in Italy<\/em> (il museo storico della Perugina viene visitato ogni anno da oltre 65.000 persone, quanto la Galleria nazionale dell\u2019Umbria!).<\/p>\n

L\u201911 marzo le organizzazioni sindacali di categoria – Cgil, Cisl, Uil – hanno promosso un incontro aperto anche alle istituzioni e alla societ\u00e0 civile, dal significativo titolo \u201cPerugina, un bene comune, un futuro da costruire\u201d. (nella pagina delle lettere del 27 febbraio abbiamo ospitato un intervento del segretario Cisl Ulderico Sbarra n.d.r.)<\/p>\n

Nella splendida sede dell\u2019auditorium di Santa Cecilia le istituzioni locali e nazionali erano presenti con il sindaco di Perugia, Andrea Romizi, la presidente della Regione, Catiuscia Marini, e il responsabile Vertenze del ministero dello Sviluppo economico, Giampiero Castano. Hanno portato la solidariet\u00e0 delle istituzioni e confermato l\u2019impegno a portare la vertenza dei lavoratori della Perugina di fronte ai massimi livelli del management<\/em> Nestl\u00e9 in Svizzera, il luogo decisionale dove si definiscono le scelte strategiche fondamentali della multinazionale.<\/p>\n

Castano<\/strong> ha detto che in Italia, nella gestione delle crisi aziendali, occorre passare dalla cultura del \u201ctrovare i soldi per mandare a casa la gente\u201d, al \u201ctrovare i soldi per far tornare a lavorare la gente\u201d creando le condizioni ambientali ed economico-finanziarie per aumentare l\u2019attrattivit\u00e0 dell\u2019Italia come mercato di produzione – non solo come mercato di consumo – da parte delle multinazionali.<\/p>\n

Luca Turcheria<\/strong>, coordinatore della Rsu Perugina, nella sua relazione ha presentato quello che ha definito un piano industriale in fieri<\/em>, \u201cper passare dalla protesta alla proposta\u201d, analizzando la storia tormentata degli ultimi 26 anni, i dati economici e produttivi di Nestl\u00e9 e di Perugina. Ha formulato una proposta di rilancio dei volumi produttivi e dell\u2019occupazione del sito di San Sisto, sia investendo sullo sviluppo dei prodotti in gamma (in primis<\/em> il prodotto simbolo, i Baci Perugina) con l\u2019innovazione, il potenziamento delle reti distributive e una maggiore internazionalizzazione, sia portando a Perugia una linea produttiva delle cialde Nescaf\u00e9, che operano in posizione di leadership<\/em> in un mercato fortemente in sviluppo in Italia e nel mondo.<\/p>\n

La presidente Marini<\/strong> ha giustamente ricordato che con la gestione Nestl\u00e9 la Perugina non ha solo perso occupazione qualificata e volumi produttivi, ma ha sub\u00ecto un impoverimento notevole sotto il profilo delle figure professionali pi\u00f9 elevate (quadri e dirigenti). Infatti – ha ricordato – fino alla fine degli anno \u201970 la Perugina era anche una scuola di management<\/em>, una fucina di intelligenze e di competenze, chiedendo quindi alla multinazionale di riportare a Perugia \u201cnon solo le produzioni, ma anche i cervelli\u201d.<\/p>\n

 <\/p>\n

Per salvare e rilanciare la Perugina le istituzioni dovranno \u201cfare quadrato\u201d<\/h3>\n

Quando ero giovane neo-laureato ho avuto la fortuna di lavorare nel settore marketing della Perugina dal 1970 al 1976, sotto la guida dell\u2019allora giovanissimo direttore marketing Gianfranco Faina. Come altri colleghi, ho poi messo – per 38 anni – le competenze acquisite in quel periodo al servizio del tessuto economico locale. Sono convinto che marketing e innovazione siano anche oggi, pi\u00f9 che mai, i pilastri dell\u2019azienda, ma aggiungendo l\u2019internazionalizzazione. Proprio per operare nel marketing internazionale, lasciai la Perugina nel 1977, perch\u00e9 ritenevo l\u2019azienda troppo concentrata sul mercato italiano. Nestl\u00e9 \u00e8 una grande multinazionale che produce e distribuisce in tutto il mondo; e se \u00e8 vero, come sostiene, che Perugina \u00e8 un marchio strategico per l\u2019azienda, e che lo vuole rilanciare, allora torni a investire in marketing e innovazione sul marchio, allargando anche il ventaglio geografico dei mercati di sbocco e utilizzando al meglio le sue reti commerciali internazionali. Non \u00e8 sufficiente commercializzare in Francia il Bacio con il brand<\/em> Lanvin, o mettere il marchio \u201cBaci Perugina\u201d nelle scatole dei gelati Motta. Pur apprezzando la proposta del sindacato, personalmente ritengo che per rivitalizzare la Perugina – sia dal punto di vista dei volumi produttivi sia dell\u2019occupazione – piuttosto che pensare a produrre a San Sisto cialde per il caff\u00e8, sia molto meglio rilanciare \u201cinnovando\u201d gli storici prodotti di successo (confiserie<\/em>, biscotti e caramelle), distribuendoli nei principali mercati mondiali e tornando a investire congrui budget in pubblicit\u00e0 sul marchio. Nel business<\/em> plan<\/em> della Rsu si dice tra l\u2019altro che oggi Nestl\u00e9 produce a San Sisto 1.500 tonnellate di caramelle, con 60 addetti e una quota di mercato del 2%. Se non ricordo male (mi sono occupato come product manager<\/em> delle caramelle dal 1971 al 1973), Perugina vendeva allora 10.000 tonnellate di caramelle, 6.000 di sole sfuse, e 1.500 tonnellate erano le vendite della sola \u201cRossana\u201d. Quanto potenziale inespresso! Credo che noi umbri, come gi\u00e0 fatto per l\u2019ast a Terni, si debba fare quadrato a sostegno della vertenza dei lavoratori della Perugina, perch\u00e9 solo con l\u2019impegno di tutti, lavoratori, societ\u00e0 civile, istituzioni locali e nazionali, si potr\u00e0 arrivare a trattare con buone prospettive con il top management<\/em> della multinazionale svizzera. Cosicch\u00e9 la Perugina, con i suoi 108 anni alle spalle – e il suo prodotto simbolo, i Baci, ne ha 93 – possano conquistare con successo i mercati di tutto il mondo.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

Gi\u00e0 nel lontano 1954 Peter Drucker, uno dei massimi guru del management del secolo scorso, scriveva: \u201cOgni impresa ha due – e solo queste due – funzioni fondamentali: il marketing e l\u2019innovazione\u201d. La Perugina negli anni \u201970 identificava i due valori-guida della cultura aziendale proprio su queste due funzioni. Fu infatti una delle prime aziende […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":0,"comment_status":"open","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_acf_changed":false,"footnotes":""},"categories":[517],"tags":[1076,1486,3096],"acf":[],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/30994"}],"collection":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/1"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=30994"}],"version-history":[{"count":1,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/30994\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":30998,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/30994\/revisions\/30998"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=30994"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=30994"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=30994"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}