{"id":30714,"date":"2015-03-06T13:49:10","date_gmt":"2015-03-06T11:49:10","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=30714"},"modified":"2015-04-24T13:16:14","modified_gmt":"2015-04-24T11:16:14","slug":"salta-fuori-una-biografia-inedita-di-san-francesco","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/salta-fuori-una-biografia-inedita-di-san-francesco\/","title":{"rendered":"Salta fuori una biografia inedita di san Francesco"},"content":{"rendered":"
\"San<\/a>
San Francesco dona il mantello al povero<\/figcaption><\/figure>\n

Tommaso da Celano scrisse la prima e la seconda Vita di san Francesco<\/em>… ma anche la \u201cprima e mezza\u201d! \u00c8 infatti saltato fuori di recente un manoscritto medievale senza precedenti, che contiene una biografia del Poverello scritta dal Celano tra il 1232 e il 1239, ossia nel periodo a cavallo tra le due Vite<\/em> che tutti conoscono.<\/p>\n

Ad assicurarsi l\u2019opera, che era stata messa all\u2019asta, \u00e8 stata la Biblioteca nazionale francese su segnalazione del medievista Jacques Dalarun<\/strong>. Dalarun, come in un romanzo di Umberto Eco, era da anni sulle tracce di questo misterioso manoscritto. A fargli nascere l\u2019ipotesi che esistesse una versione ignota della Vita<\/em> erano stati frammenti sparsi, tra cui un manoscritto oggi conservato alla Biblioteca comunale di Terni, e che a sua volta proveniva dal convento \u201cLa Romita\u201d di Cesi.<\/p>\n

Il dato pi\u00f9 interessante \u00e8 che nella \u201cVita intermedia\u201d il Celano riassume il testo della prima Vita<\/em>, giudicata troppo lunga dai contemporanei, ma allo stesso tempo aggiunge o precisa meglio alcuni episodi. Il risultato \u00e8 che ci troviamo di fronte ad alcune scene inedite della storia del Santo di Assisi.<\/p>\n

Ad esempio? \u201cUn episodio – dice Dalarun – che gi\u00e0 conoscevamo, ma che viene raccontato in un modo un po\u2019 diverso. Questa che possiamo leggere adesso [nella versione \u2018intermedia\u2019] \u00e8 probabilmente la versione pi\u00f9 autentica e pi\u00f9 antica. Si parla di un viaggio di Francesco a Roma, non per\u00f2 come pellegrinaggio di una persona gi\u00e0 convertita, che ha abbracciato la vita religiosa. Qui anzi viene raccontato il viaggio d\u2019affari di Francesco come mercante, che resta colpito dalla povert\u00e0 dei mendicanti che vede vicino a San Pietro, e si chiede se sarebbe in grado di vivere un\u2019esperienza simile. Niente a che vedere con la versione edulcorata che si diffonde successivamente: Francesco, gi\u00e0 frate, che si china sul dolore di chi incrocia sulla sua strada. Qui il contrasto \u00e8 molto pi\u00f9 forte, non un graduale cambiamento ma un vero e proprio shock. Tommaso aggiunge altri dettagli molto concreti e realistici: Francesco riparava i buchi nella sua tonaca usando fibre tratte dalla corteccia degli alberi e dalle erbe che trovava nei campi, come faceva chi non aveva assolutamente nulla, neanche gli strumenti per cucire\u201d.<\/p>\n

Ma cos\u2019era successo al frate biografo tra la prima e la seconda versione del libro? \u201cTommaso da Celano – risponde ancora lo studioso – era un uomo molto profondo; non ha mai smesso di riflettere sull\u2019insegnamento di Francesco. In un certo senso, si potrebbe dire che, con il passare degli anni, capisce… di non aver capito il messaggio di Francesco. Di averlo raccontato<\/em>, ma non realmente capito<\/em>. Adesso sottolinea molto di pi\u00f9 la concretezza dell\u2019esperienza della povert\u00e0, non in senso simbolico o allegorico, ma reale: significa indossare gli stessi vestiti e mangiare lo stesso cibo dei poveri. Cos\u00ec come approfondisce il tema della fratellanza con l\u2019intero creato\u201d.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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