{"id":30700,"date":"2015-03-06T13:16:22","date_gmt":"2015-03-06T11:16:22","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=30700"},"modified":"2015-03-06T13:16:22","modified_gmt":"2015-03-06T11:16:22","slug":"qui-si-rinasce-e-tutti-ne-sono-entusiasti","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/qui-si-rinasce-e-tutti-ne-sono-entusiasti\/","title":{"rendered":"Qui si rinasce, e tutti ne sono entusiasti"},"content":{"rendered":"
\"Panorama<\/a>
Panorama della zona industriale di Narni Scalo<\/figcaption><\/figure>\n

Quando una multinazionale come Sgl Carbon lascia una storica sede produttiva come Narni Scalo, la facile previsione \u00e8 l\u2019incremento delle sedi – gi\u00e0 numerose – di archeologia industriale, a meno che qualcuno capisca che la multinazionale ha fatto una scelta di delocalizzazione disastrosa (Malesia) a scapito di una fabbrica di alta qualit\u00e0 e tutt\u2019altro che decotta (sempre Narni) per investire nel futuro di un pezzo di siderurgia. L\u2019investitore, la Morex, azienda pugliese che opera nella logistica, ha presentato – insieme alle massime autorit\u00e0 nazionali e locali – il piano per riprendere la produzione nello stabilimento di Narni con una manifestazione all\u2019auditorium di San Domenico il cui slogan riassume efficacemente il progetto: \u201cQui si rinasce\u201d. L\u2019amministratore delegato Michele Monachino<\/strong> non ha espresso incertezze, indicando scansioni temporali precise per gli investimenti e le assunzioni, che dovrebbero riassorbire tutto il personale entro la met\u00e0 del prossimo anno. Ma ci\u00f2 che colpisce \u00e8 l\u2019intenzione di investire per affrontare subito i nodi strategici della fabbrica: l\u2019avvio della produzione dei nipples<\/em> (che venivano prodotti in Germania), raggiungere l\u2019autonomia energetica mediante la costruzione di una centrale cogenerativa a biomasse di un impianto fotovoltaico, e inoltre l\u2019ampliamento della gamma di prodotto, ovvero i diametri degli elettrodi da 350 a 700 mm. Per ci\u00f2 che riguarda i volumi produttivi, dovrebbero attestarsi a 6.000 tonnellate quest\u2019anno, per incrementare fino a 20.000 tonnellate nel 2019, con un volume compressivo degli investimenti compreso tra 15 e 25 milioni di euro. Monachino ha parlato anche di riqualificazione della vecchia area (Narni 1) per la creazione di attivit\u00e0 artigianali e industriali \u201ccon un edificio che sar\u00e0 dedicato agli incubatori di impresa e start up<\/em>\u201d.<\/p>\n

Nel corso dell\u2019incontro sono stati presentati filmati che rappresentano il legame profondo tra fabbrica e citt\u00e0. Gli interventi degli ospiti hanno espresso grande soddisfazione per un\u2019avventura che sembrava impossibile: convincere i tedeschi a cedere la fabbrica, trovare un investitore e riprendere la produzione. Questo il senso delle parole del vice ministro dello Sviluppo economico De Vincenti<\/strong> (presente con una clip<\/em> registrata perch\u00e9 impegnato in Parlamento) che ha lodato il senso di attiva e delle istituzioni locali: la presidente della Regione Catiuscia Marini, della Provincia di Terni Leopoldo Di Girolamo e un raggiante sindaco di Narni Francesco De Rebotti, che in questa vicenda, oltre al proprio ruolo istituzionale, \u00e8 stato molto vicino ai lavoratori e alle organizzazioni sindacali. A un anno dalla scioccante dichiarazione di chiusura, la fabbrica di elettrodi di grafite di Narni ha una prospettiva e una speranza di rinascita, ma \u00e8 evidente che ora si deve fare sul serio e tutti i soggetti devono impegnarsi per – come si dice – dare gambe a questo progetto. Il quale inizia con un potente fattore simbolico, anzi due: il nome della societ\u00e0, che ritorna ad essere Elettrocarbonium, e il suono della storica sirena della fabbrica, che ha chiuso con un auspicio inconfondibile la manifestazione.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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