{"id":3055,"date":"2003-04-04T00:00:00","date_gmt":"2003-04-04T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=3055"},"modified":"2003-04-04T00:00:00","modified_gmt":"2003-04-04T00:00:00","slug":"un-umile-e-silenzioso-scrutatore-dei-segni-dei-tempi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/un-umile-e-silenzioso-scrutatore-dei-segni-dei-tempi\/","title":{"rendered":"Un umile e silenzioso scrutatore dei segni dei tempi"},"content":{"rendered":"

Il prossimo 27 aprile, il Papa proclamer\u00e0 beato don Giacomo Alberione, fondatore della Famiglia Paolina, morto 31 anni fa a Roma. Giovane prete diocesano di Alba (Cn), guardando la sua gente si chiedeva: “Ma dove va, dove cammina, come cammina”? L’ansia di evangelizzare un mondo che gli sembrava incamminato verso la scristianizzazione convinse don Giacomo che doveva fare qualcosa per le persone disorientate. Matur\u00f2 cos\u00ec l’idea di fondare delle Congregazioni religiose che con il loro operato offrissero risposte esistenziali incentrate sui valori della fede.La famiglia paolina dell’Umbria invita chi lo desiderasse a partecipare alla celebrazione di beatificazione in piazza San Pietro a Roma. Per ulteriori informazioni rivolgersi alle librerie Paoline: Terni, via Mazzini n. 25 – tel. 0744\/40.53.05; Perugia, piazza IV Novembre n. 25 – tel. 075\/573.60.61.La prima fondazione di don Alberione risale al 1914 quando, con la “Scuola tipografica piccolo operaio”, diede inizio allo studentato di futuri preti e frati che lavoravano in tipografia (Soc. San Paolo o Paolini). L’anno successivo, avvi\u00f2 le Figlie di san Paolo o Paoline. Era soltanto l’inizio di una lunga avventura di padre e propulsore di opere, visto che Alberione, dal 1914 al 1960, fond\u00f2 5 congregazioni religiose: Paolini, Paoline, Pie discepole, Pastorelle, Apostoline; 4 istituti aggregati: Annunziatine, Gabrielini, Ges\u00f9 Sacerdote, Santa famiglia; 1 associazione di cooperatori, che insieme costituiscono la Famiglia Paolina. Ogni congregazione, e ciascun Istituto, ha un suo specifico apostolato ma la spiritualit\u00e0 \u00e8 unica: Cristo Maestro Via, Verit\u00e0 e Vita (Gv 14,6) (con la variante di Ges\u00f9 Buon Pastore per le Suore Pastorelle). La figura del Maestro divino esprime per Alberione un’istanza vitale per coniugare insieme spiritualit\u00e0 e comunicazione del Vangelo. La beatificazione di questo apostolo moderno \u00e8 l’occasione propizia per riflettere sulla forza della comunicazione sociale e interpersonale. Infatti, don Alberione ha voluto rispondere alle sfide culturali del tempo promuovendo i valori cristiani attraverso la stampa e ogni altro mezzo che il progresso umano avesse inventato (oggi anche Internet), senza tuttavia rinunciare al lavoro capillare nelle parrocchie. “Se la gente non viene in Chiesa, andiamo a incontrarla l\u00e0 dove si raduna”, diceva. E’ cos\u00ec che giornali, film, libri, video, audiocassette, programmi radiotelevisivi sono diventati il nuovo pulpito. Per don Alberione, proporre alla gente i valori del vangelo con i moderni mezzi di informazione, valorizzando pure il contatto con le persone sul territorio, non era solo un dovere; era anche un impegno affascinante. Bisognava fare i conti con il mercato, la concorrenza, i gusti in evoluzione delle persone, l’impresa editoriale, ma lui non si \u00e8 mai arreso alle difficolt\u00e0 e ha chiesto alla Chiesa che riconoscesse il carisma della comunicazione. Infatti, mentre le sue fondazioni vennero approvate canonicamente, lui divenne un referente credibile nel mondo dei mass media, tanto che partecip\u00f2 in qualit\u00e0 di esperto ai lavori del Concilio Vaticano II, che con il decreto Inter Mirifica (mezzi magnifici), attribuiva grande riconoscimento alle congregazioni paoline. Nell’udienza concessa ai Paolini nel 1969 Paolo VI indic\u00f2 don Alberione come un instancabile, “umile e silenzioso scrutatore dei segni dei tempi cio\u00e8 le pi\u00f9 geniali forme di arrivare alle anime”. Ma il papa va oltre e afferma “don Alberione ha dato alla Chiesa nuovi strumenti per esprimersi, nuovi mezzi per dare vigore e ampiezza al suo apostolato, nuova capacit\u00e0 e nuova coscienza della validit\u00e0 e della possibilit\u00e0 della sua missione nel mondo moderno e con mezzi moderni”. Migliore riconoscimento non poteva essere sperato e don Alberione lodava Dio per tutto questo, senza trattenere per s\u00e9 n\u00e9 meriti n\u00e9 elogi. Quando mor\u00ec a 87 anni (il 26 novembre del 1971), poche ore prima che spirasse, Paolo VI and\u00f2 a visitarlo sostando in preghiera ai piedi del letto. Il piccolo prete piemontese, dopo una lunga vita vissuta nella fede, se ne andava silenziosamente mentre i suoi “figli” e le “figlie” avevano raggiunto i confini del mondo. Attualmente, infatti, le fondazioni di don Alberione sono presenti nei 5 Continenti con 673 comunit\u00e0 in 62 nazioni. La Bibbia in ogni famiglia, che era una delle sue maggiori aspirazioni, anche quando la Scrittura era tenuta ai margini, ha raggiunto traguardi ragguardevoli: ne sono state vendute pi\u00f9 di 20 milioni di copie. Per saperne di pi\u00f9, si pu\u00f2 visitare il sito: www.alberione.orgCristina BeffaLa presenza paolina in UmbriaTre delle 10 fondazioni di don Giacomo Alberione sono presenti in Umbria: le Figlie di san Paolo, o Paoline, le suore di Ges\u00f9 Buon Pastore, o Pastorelle, e l’Istituto Santa famiglia. Le Paoline sono conosciute soprattutto per la diffusione dei valori cristiani attraverso l’apostolato della comunicazione sociale. Molti lettori conoscono le librerie da loro gestite a Terni (via Mazzini 26) e a Perugia (piazza IV Novembre 25). Le Paoline, oltre ai libri diffondono gli audiovisivi, promuovono incontri culturali e organizzano mostre del libro. Le due comunit\u00e0 che operano in Umbria sono composte da poche suore ma molto dinamiche e attive, a conferma del fatto che sovente la qualit\u00e0 va ben oltre la quantit\u00e0. Nonostante la loro intensa attivit\u00e0, ogni giorno trovano il tempo per almeno due ore di preghiera (messa, meditazione, adorazione eucaristica). Solitamente si ritirano a pregare nella cappella attigua all’abitazione, ma non \u00e8 raro trovarle in Duomo dove appunto si recano per l’adorazione. In Umbria le Pastorelle sono presenti nella parrocchia di Massa Martana. Svolgere la propria missione in parrocchie sperdute o nelle periferie delle metropoli non \u00e8 impegno da poco. Infatti, “Per noi – precisa suor Alberghina -, la parrocchia non \u00e8 il luogo dove si erogano servizi, anche importanti come la catechesi, ma il luogo dove la persona viene riconosciuta nel suo essere persona con tutto ci\u00f2 che questo comporta, soprattutto quando vi sono poveri ed emarginati o giovani che vanno alla ricerca di senso per una vita che risulta loro quasi sprecata”. La panoramica delle presenze alberioniane sul territorio umbro si conclude con qualche accenno alla terza propaggine paolina: l’Istituto Santa Famiglia. Esso \u00e8 costituito da coniugi cristiani che si propongono di vivere i valori del Vangelo testimoniandolo negli ambienti in cui vivono e operano: la famiglia, il lavoro, la comunit\u00e0 ecclesiale e la societ\u00e0. La condizione dei membri \u00e8 la secolarit\u00e0 (in quanto essi tendono alla perfezione della carit\u00e0 nel mondo), mentre in senso giuridico l’Istituto \u00e8 aggregato alla Famiglia Paolina, di cui condividono la spiritualit\u00e0 e l’apostolato.In concreto questi coniugi animano incontri spirituali per famiglie, per i fidanzati che si preparano al matrimonio, per i genitori che chiedono il battesimo dei figli; organizzano missioni parrocchiali e settimane del Vangelo tenendo salda la scelta dei mezzi della comunicazione sociale e l’insegnamento della Chiesa sulla famiglia. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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